L’Università
Popolare Aldo Vallone di Galatina organizza la presentazione di "IMPEGNO E
DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO" libro di Annibale Gagliani edito da I
Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno il 17 ottobre 2018 ore 17.30 a
Galatina presso il Palazzo della Cultura . Modera la Prof. Beatrice Stasi e
ospite il Prof. Marcello Aprile. intervento del Maestro Luigi Mariano.
Incursioni teatrali di Beatrice Perrone
Che cosa
unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e Rino Gaetano?
Nell’incontro si proverà a scoprire questa connessione grazie all'opera di
Annibale edita da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, che spiega
l'importanza sociale della poesia e della canzone d'autore, quella narrata da
"I Grandi AUTORI", che hanno lasciato un'impronta culturale e
filosofica indelebile in questa nostra Italia degli ultimi 50 anni. Si
sentiranno risuonare dappertutto le parole e le note di Pasolini, De André,
Gaber e Rino Gaetano, grandi e indimenticabili aedi, grazie anche
all'accompagnamento musicale di Marco Breglio. Tutto questo Martedì 18
settembre presso la libreria LiberTA alle ore 18,30 in Corso Vittorio Emanuele
III, 417 Torre Annunziata
IMPEGNO E
DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO DI ANNIBALE GAGLIANI (I
QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO)
CON LA
PREFAZIONE DI MARCELLO APRILE, PROFESSORE ORDINARIO DI LINGUISTICA ITALIANA
DELL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO E RESPONSABILE DELLA LETTERA “D” DEL DIZIONARIO
ETIMOLOGICO “LEI”
Ha inaugurato il suo cammino in questi giorni
il libro di Annibale Gagliani, «Impegno e disincanto in Pasolini, De André,
Gaber e R. Gaetano», i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno. Quattro
fuoriclasse del nostro Novecento: un professore, un filosofo e due poeti. In un
frangente storico di profonda povertà valoriale e artistica, essi ci indicano
la strada verso l’Umanesimo Nuovo, analizzando emozionalmente e asetticamente
gli ultimi centosessant’anni d’Italia e del mondo Occidentale (bilaterale). I
Quattro emanano una luce invincibile, in grado di penetrare nelle tenebre
contemporanee che svuotano progressivamente l’individuo. La loro arte è
disincanto allo stato puro: poesia, prosa, cinema, teatro e musica: le armi più
potenti per sfuggire all’omologazione socioculturale del Duemila. Il 68 è un
grosso inganno, le mode del mercato sono letali, la mancanza di sensibilità
civile sempre più evidente. In questo viaggio disincantato, eseguito attraverso
i testi, le fonti e le testimonianze più vicine agli artisti, si può
rivoluzionare se stessi, abbracciando umanamente le incommensurabili profezie.
Per
Gagliani la scelta di affidarsi a questi Quattro a-topos della parola, del
silenzio e del suono non è casuale: «Essi sono i più attuali che la nostra cultura
contemporanea abbia sfornato e lo saranno per sempre, come accade ai più
grandi. Sono visionari, sensibili ed estremamente innovativi. Tutto l’opposto
del 99% degli pseudo-artisti che navigano in mainstream oggi. Quest’ultimi
narrano il falso: i tatuaggi, il look alla moda e l’aria dannata li fa sembrare
all’avanguardia, invece sono obsoleti dentro. I veri narratori della nostra
epoca e del prossimo trentennio sono PPP, FDA, GG e RG». Come afferma Paolo Dal
Bon – presidente della Fondazione Giorgio Gaber – all’interno del saggio, «Essi
hanno “un’intatta percezione del dolore”. Sono tutti e quattro intellettuali
degli ultimi, narratori delle ingiustizie terrene verso i più deboli e
osservatori delle grandi contraddizioni dell’uomo contemporaneo».
I Quattro
Profeti hanno in comune la letteratura di formazione e le battaglie combattute,
contaminandosi a vicenda indirettamente. Pasolini ha profondamente ispirato,
soprattutto con i suoi Scritti Corsari, Faber, Gaber e Rino Gaetano. De André e
Gaber sono gli artisti di punta del Sessantotto e si sono ritrovati ad avere
una determinante amicizia in comune: Luigi Tenco, che ha collaborato con tutti
e due e dopo la sua morte ha cambiato la vita a entrambi. Riguardo Rino
Gaetano, è cresciuto leggendo Pasolini, ascoltando De André e guardando Gaber a
teatro.
In
estrema sintesi, un professore delle arti, PPP, un poeta tradizionale aperto al
futuro, FDA, un vero filosofo, GG, un poeta fantascientifico che stazionava già
nel futuro, RG, hanno scelto la strada più ardua, non violentando loro stessi
ed esprimendo un’arte di fortissimo impegno e disincanto sociale. Venivano
criticati dagli “intellettuali” del potere, dalla gente frivola che ghettizzava
i loro testi per evidenti deficit di sensibilità. Uniti, tutti e quattro, sono
invincibili. Diventano un’arma dolcissima in grado di colpire e migliorare una
generazione, quella dell’autore. Gagliani spiega le intenzioni del suo lavoro:
«Se il saggio verrà letto da tanti giovani, magari si accenderà la curiosità di
ascoltare con spirito nuovo i cantautori che cito, omaggiando di conseguenza
l’opera totale di Pasolini. Allora sì, questo viaggio avrà un senso. Allora sì,
ne sarà valsa la pena».
«Il primo libro di Annibale Gagliani è lo
sviluppo di un traguardo personale importante, lungamente pensato, sviluppato,
limato, articolato negli anni precedenti, in cui l’autore ha esercitato una
pazienza non comune ed è andato alla ricerca di fonti e interpretazioni che
spesso sono testimoniali e di prima mano […]. Quando si ha a che fare con
quattro icone riconosciute della cultura alta e popolare dell’Italia
contemporanea non è facile dire qualcosa di nuovo, o anche semplicemente non è
scontato evitare di scrivere quattro profili staccati e avulsi, estranei tra
loro, tanti quanti sono gli artisti (tutti Maestri della parola, tre su quattro
anche del suono) che l’autore ha illustrato in questo libro. Ne è venuto fuori
un percorso duro, compatto, radicale; un insieme in cui appare chiaro, nelle
persino ovvie diversità di espressioni, temi, percorsi (anche politici),
epoche, che cosa unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e
Rino Gaetano. Com’è giusto, Annibale Gagliani salta sulle differenze e nota
affinità mai venute fuori prima, che però sono lì, pronte per essere scoperte».
(Dalla prefazione di «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R.
Gaetano», curata dal Prof. Marcello Aprile)
Annibale
Gagliani nasce a Mesagne (BR) il 4 ottobre del 1992. Si laurea con lode in
Lettere Moderne all’Università del Salento, dopo aver discusso una tesi sul
linguaggio disincantato. È tra i vincitori della seconda edizione del Master in
Giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli. Comincia il suo sentiero
narrativo ricevendo il premio della critica alla terza edizione del concorso
letterario nazionale “Fuori dal cassetto”, per un racconto dedicato ai
lavoratori dell’ILVA, “La vita è un viaggio favoloso”. Nel 2013 instaura una
collaborazione con l’amministrazione del comune di San Donaci (BR) e diviene
responsabile del laboratorio urbano “Officine Creative”, promotore della
cultura di strada. Nel 2014 costruisce e organizza, assieme al Professore
Marcello Aprile, la rassegna universitaria di seminari rivoluzionari, “Cafè
Barocco Revolution”, che registra cinque edizioni. Nel 2015 lavora come
reporter per la web tv d’Ateneo dell’Università del Salento, The Box Tv. Alla
fine dello stesso anno si distingue come narratore al Workshop giornalistico di
Sportitalia, a Milano. Nel 2016 diventa responsabile della sezione culturale di
«Leccecronaca.it», dove racconta vizi e virtù del Tacco d’Italia. Alla fine del
2016 avvia una collaborazione con «Rompipallone.it», curando una rubrica video
che fonde l’arte al calcio: “L’arte del gusto calcistico”. Nello stesso periodo
è corrispondente di Radio Dimensione Italia per il calcio internazionale,
editorialista di punta per «Sport in Condotta» e ospite della trasmissione
leccese Piazza Giallorossa. Dal 2017 collabora con il «Nuovo Quotidiano di
Puglia», raccontando l’ardente cronaca della provincia di Brindisi. Da gennaio
2018 narra di letteratura e politica per la rivista romana «L’Intellettuale
Dissidente», e di musica e sport per il periodico «Contrasti». È conosciuto
negli ambienti culturali salentini per le sue poesie anarchiche, che profumano
di simbolismo e lasciano un sapore romantico sulle labbra. Tra i suoi modelli
intellettuali, oltre ai Quattro Profeti del saggio «Impegno e disincanto»,
ritroviamo Albert Camus, Roland Barthes, Leonardo Sciascia, Eugenio Montale,
Beppe Viola e Gianni Brera.
iQdB
edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
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