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martedì 2 luglio 2019
lunedì 1 luglio 2019
Buttate la poesia tra le gambe di una donna che passeggia di Elisa Longo ( I Quaderni del Bardo per Amazon)
Le parole di Elisa Longo
hanno un corpo e occhi profondi e scuri come i suoi: sono secche, sudate e
lucide come il dorso di La mula Peppina, la poesia che apre la silloge, dove la
piccola protagonista - come una novella don Chisciotte - sciabola parole
nell’aria, cresce con l’aglio e sogna “in groppa ad una mula che sogna anche
lei.” Le sue liriche sgorgano dalle arsure della terra che le ha dato nascita e
nome (Sei terra affondata, /sei luna, sei ombra, /e mi fai salpare.). Una terra
che ha corpo di donna “seni floridi,/collinette o coppe grandi” violentata in
nome di un incomprensibile progresso “Fili elettroshock corrono per i campi./I
capezzoli sono cementati,/e colano cicatrici profonde, /percorsi di camion
cittadini.” Una poesia terragna, matrilineare, che cresce intorno a figure
femminili forti e accoglienti “Marchiata dalla mia testimone allo specchio,/
aspetto i miei giorni/ che vengono con i tuoi, /e già insegnano un futuro che
reclama coraggio.” Nella seconda parte della silloge il panorama cambia, la
bambina-guerriera non è più sul dorso della mula ma sulla metropolitana di
Milano e la poesia, nella lirica che è espressione della sua poetica (Poesia), diventa
“il suono di chi non ha parole”; inutile vestirla come una sposa, inciamperebbe
nel suo strascico. La poesia, scrive Elisa, va buttata “tra le gambe di una
donna che passeggia.” E sono belle le donne di Elisa, vive e gioiosamente
imperfette: “Dove finiscono le ragazze del metrò?/ Portano la vita in braccia
sventolate,/in bocche aperte una sull'altra./Eccole sopra la musica nelle
cuffie.” Una poesia, quella della Longo, orgogliosamente femminile mai
consolatoria o sentimentale. Le sue liriche d’amore sono passionali (La tua
ugola è il sole nella baia/e le lingue come due balene/giocano a rincorrersi,
sprofondano,/ riemergono a prendere fiato) e al contempo nitide nel tracciare
un confine fra il suo corpo e quello dell’altro: “Sarò quella che sono perché/il
fiume non scorre al contrario /e tu non mi amerai mai/perché lo voglio;” e
ancora: “Potrà esserci un noi,/ per quanto non so,/ e solo se,/ io sono io e tu
sei tu,/ risucchiati e al netto di tutto.” (Antonella Sica)
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domenica 30 giugno 2019
The Door of Time: new edition by Sergio Ragaini (I Quaderni del Bardo Edizioni per Amazon)
Missed
occasions: how many times we find ourselves caught in regretting for the past,
and for what we should have done? This thoughts literally “crowded” Michael's
Mind (Michael is the Protagonist of this tale) when he was back in Pavia, in
his “old” University, where he studies about thirty years back. Crossing these
corridors and courtyards, and finding everything has changed, he reached the
courtyard, and after the former institute, of his Faculty, where he is
overwhelmed by flows of regrets. Now, like in a Magic, the chance of being back
into the past, to live again the years of his studies there, and, so, to change
the past and, as a consequence, his destiny, is there, before his eyes.
Nevertheless, are we sure that being back into the past is really the right
choice for our Life? And that the choice we did weren't the best for our Life?
Michael is about to discover this, and, trough his choice, he'll reach an
increased awareness of himself. This tale, doubtlessly, opens new perspectives
and viewpoints upon Life and things around us. In its shortness, it displays a
remarkable intensity, also in its capability of opening new sights upon what's
Reality, how is the Time, and upon the fact it could be back on itself, in a
non linear way. And, I think, especially on the fact that our choices, that we
perform at any moment during our life, maybe are the best for us, and the ones
allowing us the best on our path to awareness.
Occasioni
mancate: quante volte ci troviamo a rimpiangere il passato, e quanto avremmo
potuto fare, ma non abbiamo fatto, vuoi per incoscienza, per paura, per
mancanza di spirito di iniziativa? Questi sono i pensieri che affollano la
mente di Michael, il protagonista di questo racconto. Tornando a Pavia circa
trent'anni dopo la sua laurea, passando per quei corridoi e quei cortili, trova
inevitabilmente tutto cambiato, Michael si ritrova così in quello che ai tempi
era l'istituto della sua Facoltà, dove è subito sommerso da ricordi e
rimpianti. Ecco che quasi magicamente, gli si presenta l'occasione di tornare
indietro nel tempo, agli anni della sua università, per cambiare il suo
passato, e dunque il suo destino. Siamo sicuri che tornare indietro sia la
scelta giusta? E che, comunque, le scelte fatte non fossero le migliori per la
nostra vita? Michael lo scoprirà sulla sua pelle, e, attraverso le sue scelte,
arriverà ad una maggior consapevolezza di sé. Il racconto apre, sicuramente,
nuove prospettive sulla vita e sulle cose ma sopra ogni cosa vuol dimostrare
che le scelte, che la nostra vita ci pone davanti ad ogni istante, non vanno
mai rimpiante, perché erano probabilmente le migliori per noi
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