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mercoledì 30 dicembre 2020
martedì 29 dicembre 2020
Andromeda di Maria Grazia Palazzo (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Andromeda è la galassia più lontana visibile da occhi umani senza l’ausilio di strumenti di osservazione. “Occhi umani”. È la prima richiesta che colgo nello scorrere i testi di Maria Grazia Palazzo, il suo appello a un’umanità che comprende tutti, anche se la silloge è prevalentemente declinata al femminile e ha un portato di analisi sulla condizione della donna. Per disegnare e collocare tale condizione, l’autrice attraversa tempi e luoghi differenti e chiama, invoca, evoca figure diverse di donne – mitologiche, note o silenti – per formare «un alveare di voci», un nuovo esercito del dire a cui assegna le parole come armi, non di offesa ma come strumento di relazione e di consapevolezza: «certe parole lanciate/ non sono benedette ma colpi di machete» per uscire dallo «stallo dei senza parola». (Dalla prefazione di Diana Battaggia)
In copertina "Ippazia" in un disegno di Piero Angelini
Maria Grazia Palazzo è nata nel ’68 in valle d’Itria. Avvocato e insegnante precaria. Negli ultimi anni ha intrapreso lo studio della teologia e dei diritti delle differenze e dei saperi di genere. È mamma adottiva. La sua più grande ambizione è riuscire a vivere l’ermeneutica delle differenze amorose, tenendo insieme il piano della quotidianità e quello dell’extra quotidiano
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lunedì 28 dicembre 2020
Lettere da una taranta di Raffaele Gorgoni (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
"Edito dalla casa editrice salentina I Quaderni del Bardo per la collana I Sassolini, “Lettere da una taranta. I ragni e la politica” è il nuovo libro firmato da Raffaele Gorgoni, giornalista Rai, scrittore e vice presidente della Fondazione Notte della Taranta. Traendo spunto da “Lettere da una tarantata” che Annabella Rossi diede alle stampe nel 1970 (ristampato in una nuova e più aggiornata versione da SquiLibri nel 2015), il giornalista salentino ha dato vita ad un curioso espediente letterario che lo vede invertire la prospettiva narrativa dando voce a Lycosa Tarantola, il ragno a cui affida “figurativamente” la scrittura di novantanove lettere nelle quali ricostruisce le connessioni che hanno caratterizzato il rapporto tra il Festival de La Notte della Taranta e la politica. Il ragno fa sentire la sua voce critica, dopo aver atteso vent'anni in silenzio, vent’anni in cui è stato testimone e protagonista involontario di un fenomeno senza precedenti in Italia che lo ha trasformato in un marchio, in un logo stilizzato di un prodotto da vendere, ma anche di successi e sconfitte, di luci e di ombre. Le poco più di duecento pagine del volume scorrono a ritmo serrato portandoci dalle prime osservazioni sul tarantismo agli studi del fenomeno da parte di Ernesto De Martino, dalla sua progressiva scomparsa con le emigrazioni verso il Nord e l’emancipazione delle donne alla riemersione della tradizione con la riproposta negli anni Settanta. Entrando nel vivo del libro con l’analisi della genesi de La Notte della Taranta, la scrittura di Gorgoni si fa sempre più tagliente, incisiva ed ironica, consentendo al ragno di togliersi tanti “sassolini dalle scarpe” con la leggerezza e la libertà di chi non può essere accusato di essere di parte" (Salvatore Esposito su Blog Folk).
Raffaele Gorgoni giornalista Rai, è autore di romanzi di successo nazionale e internazionale.
Immagine di copertina opera di Paola Scialpi
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