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La vita di Friedrich Nietzsche era una ... BOMBA!!!!
Friedrich Nietzsche odiava essere fotografato. L’atto del fotografare per Lui, era l’esecuzione "del ciclope con un occhio solo". In quasi tutte le fotografie sopravvissute all’usura del Tempo, sembrava un fuggitivo sempre inquieto, "come se i suoi vestiti fossero stati presi in prestito", scrive Sue Prideaux (I Am Dynamite! A Life of Nietzsche By Sue Prideaux, Tim Duggan Books) in un suo recente lavoro di scandaglio biografico sul filosofo tedesco. È così che Nietzsche è arrivato a noi attraverso la storia, per decenni sottratto ai nazisti e ai nazionalisti. Cinquant'anni di studi hanno contribuito parecchio a riabilitare la reputazione di Nietzsche e rivelare la portata dell'ingerenza nefasta di Elisabetta (la sorella). Si è presa cura di lui nei suoi ultimi anni, quando la fama lo aveva trovato anche se ormai era impazzito da tempo. Ulteriore colpo di grazia, con la tacita approvazione di Heidegger, Elisabetta mise insieme un numero raffazzonato di note disomogenee, trasformando Nietzsche in un esemplare portavoce nazista. In questa splendido lavoro di Sue Prideaux, Nietzsche esce dalle nebbie di una debole ermeneutica iconografica e filosofica, per essere restituito al pubblico della filosofia e non solo, come pensatore originale, sistemico, e coerente. Nietzsche ha detto: "Per vedere una cosa nel suo insieme bisogna avere due occhi, uno d'amore e uno di odio". Ma per vedere Nietzsche, sembra utile avere una visione multifocus in grado di accogliere il sublime e il ridicolo, l’apollineo e il dionisiaco nel tempo di uno sbatter di ciglia. La sua è stata una vita di lavoro prodigioso e abnegazione, ma anche di profondi errori teoretici. Sigmund Freud ha detto che di tutti gli uomini solo Nietzsche conosceva veramente se stesso, e le sue lettere possono essere spudoratamente divertenti e piene di scene comiche. Prideaux apprezza questo Suo lato e scrive un vero e proprio capolavoro, forte anche delle sue esperienze editoriali, specializzate in singolari ed eccentrici geni maschili del 19 ° secolo. Le sue precedenti biografie tutte ovviamente premiate, erano su August Strindberg e Edvard Munch (entrambi fan nicciani - Munch dicunt, tradunt che abbia dipinto "L'urlo" dopo essere stato presentato al lavoro di Nietzsche da Strindberg). Il padre di Nietzsche morì prematuramente, per "il dissolvimento del cervello", dopo aver sofferto anni di terrificanti mal di testa e periodi di ansiolitico mutismo. Un qualche stesso tipo di malattia o disturbo neurologico o psichico, molto probabilmente affliggeva anche il figlio. Prideaux non crede alla storia della sifilide (finalmente togliamo editorialmente qualche pruderie di torno). Fin dall'infanzia Nietzsche fu soggetto a dolorose emicranie e dolori agli occhi tanto che un medico di base predisse al giovane filosofo una futura ed inevitabile cecità. Le cure furono strane ed inutili: veniva lasciato a giacere nell'oscurità per una settimana per volta, con delle sanguisughe attaccate alle orecchie per far fuoriuscire il sangue dalla sua testa. Successivamente, come soldato sul campo di battaglia di una guerra prussiana contro la Francia, contrasse difterite e dissenteria. Il trattamento dell'epoca - clisteri di nitrato d'argento, oppio e acido tannico - gli spappolarono l'intestino. In qualsiasi momento della sua vita adulta, soffriva di vomito incontrollabile, emorroidi, dolore agli occhi accecante e il sapore costante di sangue in bocca. In uno stato di questo tipo che accompagnò Friederich Nietzsche per tutta la sua esistenza, e che lo portava a girare mezza europa a cercare cure, secondo la Prideaux fu il suo punto di forza per la scrittura aforismatica, ovvero il suo metodo cartesiano per costruire il sistema filosofico nicciano. Libro assolutamente da leggere senza se e senza ma!