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lunedì 10 maggio 2021
domenica 9 maggio 2021
Mi lamento della mia immaginazione di Michail Kuz’min (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
È poeta, critico letterario, giornalista. Negli anni Settanta e Ottanta del Novecento è stato tra i fondatori della scuola leningradese dei caricaturisti con V. Bogorad, L.Pesok V.Billevic e B Petrušanskij. È stato tradotto nelle principali lingue europee. Suoi testi sono apparsi in traduzione italiana nelle riviste “L’immaginazione”, “Hebenon”, “Fermenti”, “Poesia”.
Michail Kuz’min1 dichiara: “La parola ‘comporre’ è troppo volitiva, costruttiva... Preferisco la parola ‘giungere’. Cosicché non occorre inventare nulla. I pensieri giungono e se ne vanno... Alcuni si riescono a catturare e a mettere in un acquario, in una piscina... Sono pesciolini-aforismi, esistono da più di mille anni. È molto difficile allevare una nuova razza di pensieri. Penso che sia anche impossibile. Semplicemente catturo i pensieri che mi sono piaciuti, poi tento di vivere con essi...” Come ha scritto Fabrizio Caramagna, gli aforismi di Kuz’min sono tra i più importanti nell’ambito contemporaneo mondiale. L’opera di Kuz’min offre la possibilità di percepire il vasto spettro espressivo degli aforismi. Spicca l’effetto shock: fa deragliare, crollano gli schemi. Gli aforismi possono essere lievi, sentimentali, ma è sempre presente l’ironia, talora ben celata. Sono come fermenti: eccitano il pensiero, inducono processi creativi. (Paolo Galvagni)