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venerdì 28 giugno 2019
giovedì 27 giugno 2019
Alchimia e Oniroanutica oggi alla Caffetteria Letteraria Nervegna di Brindisi in via Duomo 20
Athanor
– La scienza segreta del cuore di Stefano Delacroix e Al di qua delle palpebre
di Roberto Shambhu editi da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno
saranno presentati presso la Caffetteria Letteraria Nervegna, via Duomo
20 a Brindisi, giovedì 27 giugno 2019 alle ore 19,00. Gabriella Gravili,
counselor razionale e formatrice e ricercatrice spirituale, modera l'incontro.
Interverrà l’editore Stefano Donno
Athanor
- La scienza segreta del cuore di Stefano Delacroix
Non
è sufficiente essere studioso,
attivo
e perseverante,
se
manca un solido principio,
che
sia una base concreta,
se
l’entusiasmo smodato accusa la ragione,
se
l’orgoglio tiranneggia il giudizio,
se
l’avidità s’accresce alla fulva luce d’un astro d’oro. (Fulcanelli)
L'Athanor
è il luogo interiore della trasmutazione, dove l'alchimista realizza l'Oro
Filosofico. Un'antica metafora sottende il fatto transazionale e potente del
risveglio iniziatico, un processo volto a sbozzare la materia grezza e rivelare
il passaggio segreto dell'Alchimista. Fondendo l'antica conoscenza alla nuova,
e rinsaldando la propria presenza consapevole, il discente sgroviglia il filo
arianneo perché gli sia finalmente chiaro l'itinerario che lo condurrà fuori
dagli intricati e dolorosi labirinti psichici della modernità.
Stefano
Delacroix (Taranto, 18 agosto 1966), pubblica nel '94 l'album
"Ribelli" (ed. Hobo, distribuzione Sony Music) e nel '97 "La
Legge Non Vale" (ed.Hobo, distribuzione Sony Music). Dedicatosi alla
carriera di scrittore, pubblica successivamente i romanzi "La Memoria del
Mare" (2006, ed. la Riflessione), "Peristalsi" (2007, ed. il Foglio),
"Il Sesto" (2008, Lupo editore, 2012 in II° edizione), "Nigredo
(2013, ed. I Libri di Emil) e "Calm Beach" (2015, ed. I Libri di
Emil). Alchimista e studioso di Filosofia, Onironautismo e tecnologie della
psiche, celebra il suo esordio saggistico con “Athanor, la Scienza Segreta del
Cuore” (i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donon 2019).
L’immagine
di copertina è di Maximilian Vetrano
Le
immagini “Moire” e “Ruota della fortuna” sono di Roberto Shambhu
Info
link
Al
di qua delle palpebre. Cronache e prassi di un onironauta di Roberto Shambhu
“Al
di qua delle Palpebre”, uscito in questi giorni, spinge convintamente lo
sguardo oltre le nebule superstiziali di un “blasfemo” e tardivo Occidente,
ancor memore, forse, dell’opposizione anatemica di Isidoro, che nel de
tentamentis somniorum bollava l’Arte del sognatore col contrassegno infamante
di “demonibus”. Mistero mai compiutamente affrontato dalla Scienza che, ben
lungi da ogni azzardo speculativo, riduce la sua indagine alle sole
funzionalità psicofisiologiche. Che il mondo onirico rappresenti un autentico
tabù per i misuratori della materia, credo sia oramai evidente. La ragione è
che sogniamo tutti, perciò l’ampollosità perlocutoria di certe argomentazioni,
fa arricciare il muso come il limone la bocca di un bambino. L’esperienza del
sogno lucido, mai dismessa in Oriente, tornata alle nostre latitudini grazie
agli interventi di Frederik van Eeden, poi di Stephen LaBerge, necessitava
tuttavia di ulteriori apporti, di nuove connotazioni modali. Credo che l’opera
di Shambhu colmi, in tal senso, il vuoto teoretico creatosi tra divieti e
imbarazzi e, soprattutto, si costituisca come una prassi vera e propria, una
modalità di azione consapevole nella dimensione disincarnata del sogno. Roberto
Shambhu è uno che va dritto alla meta, operando una mirabile sintesi tra segno
ed immagine. Sono sue anche le pregevoli illustrazioni contenute nel volume,
utili ad una ulteriore estensione – laddove le parole hanno esaurito il senso –
e l’archetipo, gerarchicamente più potente, alimenta le escursioni
ultratemporali e sovraspaziali nei circuiti labirintici del sogno. Il gioco è
chiarito sin dalle premesse (cronaca e prassi di un onironauta) e rivela
l’intenzione di instaurare un patto di tirocinium, un accordo tacito ma
pragmatico che lo rende, legittimamente, un test eccellente anche per
“sognatori lucidi” di provata esperienza. Nel mio pristino intervento
prefativo, la definivo già un’opera di riferimento, oggi non posso che
confermare il presentimento e ribadirne l’audacia, oltre che la valenza. Al di
qua delle Palpebre è un libro per autentici “cercatori”.
Info
link – http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/
iQdB
edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede
Legale e Redazione: Via S. Simone 74 – 73107 Sannicola (LE)
CreActivity Branding: Poetiche e Storia della CreAttività dal Rinascimento ad oggi di Donato Di Poce ( I Quaderni del Bardo Edizioni per Amazon)
La
storia del pensiero che ha chiuso il secondo millennio è stata connotata da una
sorprendente presenza della logica che, dopo una inerzia secolare, aveva
ripreso vita dalle fondamenta poste da Aristotele per svilupparsi in un alacre
accrescimento e in una dinamica sistemica. Tuttavia se i presupposti
aristotelici hanno mantenuto il loro valore di base, la possibilità di una
nuova interpretazione, intesa come strumento scientifico, ha portato a
costituire una nuova applicazione che ne proietta le possibilità operative: la
creatività. Si tratta di rinunciare alle richieste razionalistiche, che si
riconducono sostanzialmente alla ragione per ottenere risposte ad ogni quesito,
per accettare che sia possibile arrivare a conclusioni corrette seguendo strade
alternative, spesso più agevoli e scorrevoli. In questa “nuova” prospettiva la
logica nutrita dalla creatività non è più un confine imposto, ma uno strumento
incredibilmente efficiente per esplorare il campo delle possibilità, una
disciplina indispensabile alla cultura manageriale che costruisce il legame tra
il “fare” e il “saper fare”. (dalla prefazione di Antonello Goi)
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mercoledì 26 giugno 2019
Fenomenologia dell'errore: la bellezza dell'errore nella creatività umana di Anna Maria Arianna Trainito
“Chi sbaglia
va condotto nella retta via”, pensavano gli antichi, ma pensare di vivere in un
mondo ordinato e semplice conduce alla condanna dell’errore. Un tale
ragionamento, difatti, pone su un piedistallo privilegiato delle verità
stabilite solo da pochi uomini che, in tal maniera, riescono a controllare la
vita di molti, a condizionando l’inconscio comune e facendo tacere gesti e
sguardi dell’individuo che in essi manifesta la sua più intima creatività.
L’errore è stato disprezzato nel corso dei secoli da metafisici, filosofi,
pedagoghi e da un’intera letteratura basata su canoni di bellezza che
rispettano ciò che è ritenuto formalmente, economicamente e politicamente
corretto. Si tratta di una letteratura ed una scienza che hanno preferito
valorizzare solo alcune grandi verità fondate su criteri logici-strutturali con
la presunzione di eliminare ciò che era ‘incomprensibile, errato, diverso,
complesso. Del resto gli insegnanti – i cosiddetti maestri – amano presentarsi
come coloro che non sbagliano mai. Pertanto, ciò che tramandano si riduce a
sterili dogmi, pensieri scientifici e nozioni algebriche partorite da uomini
che hanno detenuto il controllo sulla conoscenza allontanando quello che
potremmo definire il “sentimento della scienza”.
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