Alle origini la parola
sofista rappresentava il sapiente ed il saggio, facendo riferimento ad un
uomo esperto conoscitore e dall' ampia cultura. A partire dal V secolo, invece,
si denominarono «sofisti» quegli intellettuali che professavano la loro
conoscenza per poi insegnarla dietro compenso. Questa commercializzazione del
sapere rese i sofisti antipatici a molti poichè, per l'aristocrazia del
tempo, il fatto che un filosofo si facesse remunerare per i suoi insegnamenti
era un vero scandalo. Solo a partire dal XIX secolo la Sofistica venne
rivalutata, e oggi è riconosciuta come un periodo fondamentale della filosofia
antica. Ecco i principi del loro sapere: Centralità dell’uomo. I sofisti si
interessarono soprattutto di problematiche umane ed antropologiche. Per i
sofisti non esiste una verità, ma molte verità. Vi sono una molteplicità di opinioni
soggettive le quali, proprio perchè relative, divengono similmente valide ed
equivalenti. Dialettica e retorica sono le basi dunque per la trattazione e
divulgazione del sapere. E partendo da queste basi e sull’idea
dell’azione editoriale come azione di politica culturale per e con la società
civile l’editore de I Quaderni del bardo Edizioni Stefano Donno,
organizza periodicamente una serie di appuntamenti chiamate Lezioni
Pubbliche nella rassegna Il tempo di un Caffè inaugurando il Progetto Crizia
(Sofistica 3.0) Lezioni pubbliche sul Sapere (storia, letteratura filosofia,
arte, altro e oltre). Intervento sull’arte della retorica a cura di Mauro
Ragosta. Il secondo appuntamento che si terrà in data 19 febbraio 2019 presso
il 300 mila lounge bar in Via Centoquarantesimo Reggimento Fanteria 11 avrà
come oggetto della seconda pubblica lezione i principi fondamentali che sono
alla base del pensiero di Parmenide. Nel Poema sulla natura Parmenide indica
che la molteplicità e i cambiamenti del mondo fisico sono illusori, e afferma,
contrariamente al senso comune, la realtà dell'Essere: non transeunte e,
ingenerato, finito, immortale, unico, omogeneo, immobile, eterno. La narrazione
si snoda intorno al percorso intellettuale del filosofo che racconta il suo viaggio
immaginario verso la sede della dea Dike (dea della Giustizia) la quale lo
condurrà al «cuore inconcusso della ben rotonda verità». L ‘avvenente donna, in
quanto tutrice dell'ordine universale, sarebbe vista in tal senso anche come
garante dell'ordine logico, cioè del retto filosofare. La dea illustra al
filosofo la via dell'opinione, che conduce all'apparenza e all'inganno, e la
via della verità che conduce alla sapienza e all'Essere (τὸ εἶναι, tò èinai).
Pur non comunicando cosa sia questo essere, Parmenide è il filosofo che per
primo ne mette a tema esplicitamente il concetto; su di esso egli esprime
soltanto una lapidaria formula, la più antica testimonianza in materia, secondo
la quale «l'essere è, e non può non essere», «il non-essere non è, e non può
essere»- Si tratterà di appuntamenti agevoli nell’approccio, utili
didatticamente, che si svilupperanno nell’arco di non oltre un’ora e sono
rivolti sia ad un pubblico generalista che a studenti che vogliano approfondire
le tematiche affrontate di volta in volta
iQdB edizioni di
Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e
Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
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