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mercoledì 6 marzo 2019

Progetto Crizia (Sofistica 3.0) In principio era … il numero (conversazione su Pitagora e i Ptagorici) oggi a Lecce










Alle origini la parola sofista rappresentava il sapiente ed il saggio, facendo riferimento  ad un uomo esperto conoscitore e dall' ampia cultura. A partire dal V secolo, invece, si denominarono «sofisti» quegli intellettuali che professavano la loro conoscenza per poi insegnarla dietro compenso. Questa commercializzazione del sapere rese i sofisti  antipatici a molti poichè, per l'aristocrazia del tempo, il fatto che un filosofo si facesse remunerare per i suoi insegnamenti era un vero scandalo. Solo a partire dal XIX secolo la Sofistica venne rivalutata, e oggi è riconosciuta come un periodo fondamentale della filosofia antica. Ecco i principi del loro sapere: Centralità dell’uomo. I sofisti si interessarono soprattutto di problematiche umane ed antropologiche. Per i sofisti non esiste una verità, ma molte verità. Vi sono una molteplicità di opinioni soggettive le quali, proprio perchè relative, divengono similmente valide ed equivalenti. Dialettica e retorica sono le basi dunque per la trattazione e divulgazione del sapere.  E partendo da queste basi e sull’idea dell’azione editoriale come azione di politica culturale per e con la società civile l’editore de I Quaderni del bardo Edizioni Stefano Donno, organizza  periodicamente una serie di appuntamenti chiamate Lezioni Pubbliche nella rassegna Il tempo di un Caffè inaugurando il Progetto Crizia (Sofistica 3.0) Lezioni pubbliche sul Sapere (storia, letteratura filosofia, arte, altro e oltre). Intervento sull’arte del numero e del suo essere fenomeno per i Pitagorici il Prof. Andrea Antonello Nacci.  Il terzo appuntamento che si terrà in data  6 marzo 2019 presso Overeco Academy and Workshop in via Antonio Costanzo Casetti  2 a Lecce alle ore 18,30 e avrà come oggetto della terza pubblica lezione i principi fondamentali  di Pitagora e dei Pitagorici.
Dopo la scuola di Mileto, ecco che arriva la scuola di Pitagora e dei suoi seguaci. Pitagora nacque a Samo, probabilmente nel 571-570 a. C., e, all’età di quarant’anni circa, per ragioni poche note, lasciò il suo paese natale per stabilirsi nella Magna Grecia, precisamente a Crotone, dove morì intorno al 490. La sola dottrina filosofica che gli si può con certezza attribuire (si dice che non abbia scritto nulla) è quella della metempsicosi, cioè della trasmigrazione delle anime. Pitagora considera il corpo come una prigione dell’anima: la filosofia è la via per liberare l’anima dal corpo. Ai pitagorici si deve la nascita della matematica come disciplina scientifica. La tesi fondamentale per i pitagorici è che il numero sia la sostanza di tutte le cose:  Che cosa c’è di più virtuoso e vero?  Il numero. Che cosa c’è di più sublime ? L’armonia. Il numero è valutato dai pitagorici come un insieme di unità, e l’unità è considerata  uguale al punto geometrico. Pertanto, il 10 è considerato il numero perfetto, ed è rappresentato come un triangolo equilatero che ha il numero 4 per lato e costituisce la sacra figura del tetraktis. Per i pitagorici, i numeri non erano astrazioni, ma venivano raffigurati mediante punti dotati di estensione spaziale. Il numero 1 era rappresentato dal punto, il 2 dalla linea, il 3 dalla superficie, il 4 da un corpo solido. Dire che il numero è la sostanza di tutte le cose significa dunque  ritenere che tutti i corpi sono formati da punti i quali ne rappresentano gli elementi originari. Si tratterà di appuntamenti agevoli nell’approccio, utili didatticamente, che si svilupperanno nell’arco di non oltre un’ora e sono rivolti sia ad un pubblico generalista che a studenti che vogliano approfondire le tematiche affrontate di volta in volta

iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
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Info Link - http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/

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