Progresso,
sviluppo, possibilità tecnologiche pur manifestandosi come grosse potenzialità,
possono anche trasformarsi in potenti meccanismi di squilibrio che se per un
verso producono ricchezza e benessere dall’altro generano povertà ed emarginazione
e disparità di livelli e di condizioni nello stesso contesto sociale. Inoltre, l’economia, ritenendo l’uomo
eccessivamente plasmabile lo ha reso un oggetto tra i tanti oggetti,
estraniandolo dal contesto economico-sociale. Ancora, l’economia conduce all’asservimento
dei poteri pubblici agli interessi di gruppo, determinando l’imperialismo del
denaro. Gli attuali economisti hanno difficoltà a introdurre concetti etici
nelle loro analisi, difficoltà dovute alla loro “infatuazione” per i modelli formali
“precisi e ordinati”, che possono essere espressi in termini matematici. Né
esempio la teoria neoclassica, secondo la quale il sistema della libera impresa
genererà un’efficace ed effettiva assegnazione delle risorse. Essa esprime
l’economia ideale, caratterizzata dall’assenza di costi di transazione e da
perfetta informazione, una situazione in cui ad ogni effetto ed azione può
essere attribuito un prezzo. Purtroppo
in questa struttura analitica standard non c’è posto per l’analisi del ruolo
dei parametri e valori morali e quindi non è difficile scorgere nel mondo
economico strutture negative per la formazione della persona umana. L’etica non deve essere intesa come un
complesso di principi o di valori da trasmettere ed applicare
nell’organizzazione ma deve tradursi in una «mentalità»
Given Mc. Peace è autore di fama
internazionale di saggi economici pubblicati sulle più prestigiose riviste
d’economia a livello mondiale. Per la prima volta tradotto in Italia da I
Quaderni del Bardo Edizioni nella traduzione di Emanuela Boccassini
Info link
Nessun commento:
Posta un commento