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Trento, 24 novembre 2020 – (e.b.) Il radar Rime è pronto per
affrontare la missione alla scoperta di Giove e delle sue grandi lune
ghiacciate: Ganimede, Europa e Callisto. Lo strumento sviluppato per la
missione Juice dell'Agenzia spaziale europea (Esa) è stato consegnato
per essere messo a bordo. Il progetto vede la ricerca trentina
protagonista. Principal Investigator del radar, infatti, è Lorenzo
Bruzzone dell’Università di Trento, che ne ha la responsabilità
scientifica, e coordinatrice della parte tecnica è Francesca Bovolo
della Fondazione Bruno Kessler.
A darne notizia è l’Agenzia spaziale italiana (Asi).
«Dalla
scoperta da parte di Galileo sono state formulate numerose ipotesi
sulla struttura sottosuperficiale delle Lune di Giove, che hanno
stimolato la fantasia di moltissimi ricercatori» dichiara Lorenzo
Bruzzone dell’Università di Trento e Principal Investigator del radar.
«Ora abbiamo finalmente fatto il primo passo verso la possibilità di
scrivere una nuova fondamentale pagina scientifica. Per la prima volta
potremo svelarne alcuni misteri ed esplorarle sotto la superficie alla
ricerca di tracce di acqua».
Il radar Rime (che sta per Radar for Icy
Moon Exploration), commissionato da Asi alla Thales Alenia Space e
costruito negli stabilimenti di Roma e L’Aquila, è stato consegnato alla
società tedesca Airbus Space che lo integrerà sulla sonda Juice
dell'Esa per studiare Giove e le sue lune ghiacciate. Il decollo sarà
nel 2022, l’arrivo su Giove nel 2030.
L’Italia ha dato il suo
contributo a realizzare lo strumento per la missione Juice (dalle
iniziali di JUpiter for ICy Moon Explorer) attraverso l’Agenzia spaziale
italiana in una collaborazione internazionale con Jet Propulsion
Laboratory della Nasa.
Si tratta di uno strumento in grado di aprire
la strada a scoperte eccezionali visto che Rime effettuerà per la prima
volta osservazioni dirette al di sotto della crosta ghiacciata delle
lune Ganimede, Europa e Callisto. Dopo le storiche missioni Voyager e
Galileo, Juice permetterà un balzo in avanti dal punto di vista della
conoscenza scientifica. Tale missione intende, infatti, analizzare i
diversi processi attivi nel sistema gioviano, fondamentali per capire
quali siano (e quali siano state in passato) le condizioni di
“abitabilità”, in termini di forme di vita elementari, delle lune
gioviane. Si indagherà, inoltre, il funzionamento del sistema solare e
le condizioni necessarie alla nascita dei pianeti.
Ulteriori dettagli su: https://www.asi.it/2020/11/il-
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