Se c’è un film che incarna il caos sublime del cinema di Dario Argento, quello è Opera (1987), un thriller psicologico che intreccia arte, ossessione e una scia di sangue degna di un melodramma. Come un amico che ti racconta una storia inquietante davanti a un caffè, ti porto nel mondo di questo cult, tra la sua trama angosciante, la regia visionaria e quella presunta maledizione che sembra perseguitarlo ancora oggi. Preparati: non è solo un film, è un’esperienza che ti si attacca addosso.
Una Trama che Ti Inchioda agli Occhi
Immagina di essere Betty, una giovane soprano con il sogno di sfondare. All’improvviso, ti capita l’occasione della vita: sostituire la diva di una messa in scena del Macbeth di Verdi. Ma c’è un problema: quell’opera, nel mondo del teatro, è considerata maledetta. E, credimi, Opera ti fa credere che la sfortuna sia più reale di quanto pensi. Dalla prima rappresentazione, il destino di Betty si trasforma in un incubo. Una maschera viene uccisa, il suo fidanzato viene massacrato davanti ai suoi occhi – costretta a guardare con aghi che le tengono le palpebre aperte, in una delle scene più disturbanti del cinema – e la morte continua a inseguirla come un’ombra. La costumista, l’agente, chiunque le sia vicino: nessuno è al sicuro.
Il colpo di scena? Il killer è un commissario di polizia, un uomo ossessionato da Betty, che ripete il passato morboso che lo legava a sua madre. La sequenza clou, con 140 corvi liberati in teatro che attaccano il colpevole cavandogli un occhio, è puro Argento: grottesca, teatrale, indimenticabile. Ma il film non si ferma qui. Il killer rapisce Betty, si dà fuoco, scompare… per poi tornare, perché in un film di Argento il male non muore mai davvero. Betty, però, non è solo una vittima: con astuzia, riesce a fermarlo, consegnandolo (forse) alla giustizia. È una protagonista che cresce, che lotta, e questo la rende più umana di molte scream queen del genere.
La Maledizione del Macbeth: Realtà o Suggestione?
Opera non è solo un film sulla sfortuna, sembra esserne impregnato. Sul set accadono cose che farebbero rabbrividire anche i meno superstiziosi. Durante la famosa scena dei corvi – che, a proposito, ha richiesto 140 volatili, di cui solo 60 recuperati, con gli altri che chissà dove sono finiti – il caos regnava sovrano. Ma non è tutto: una persona morì durante la produzione, e vari incidenti alimentarono la convinzione di Argento che la maledizione del Macbeth fosse reale. Come spettatore, non puoi fare a meno di chiederti: è solo una coincidenza o c’è qualcosa di più? Argento, con il suo amore per il mistero, lascia che sia tu a decidere.
Perché Opera è un Cult
Se ami il cinema che non ti lascia respirare, Opera è per te. La regia di Argento è un’ode al barocco: inquadrature vertiginose, colori saturi, una colonna sonora che spazia da Verdi al metal e che ti martella il cuore. La scena degli aghi è un pugno nello stomaco, ma è anche un esempio perfetto di come Argento usi la violenza non solo per scioccare, ma per esplorare il voyeurismo e il controllo. E poi c’è l’atmosfera: il teatro, con i suoi corridoi bui e i sipari rossi, diventa un personaggio a sé, un labirinto dove ogni angolo nasconde una minaccia.
Eppure, Opera non è perfetto. Alcuni dialoghi sono rigidi, e la trama a volte si perde nel suo stesso eccesso. Ma è proprio questo a renderlo così affascinante: è un film che non ha paura di esagerare, di essere troppo. È Argento al suo meglio, che ti invita a un’opera dove la bellezza e l’orrore danzano insieme.
Un Film per Chi Ama il Brivido
Se non hai ancora visto Opera, ti consiglio di guardarlo a luci spente, magari con un bicchiere di vino per calmare i nervi. È un film per chi ama i thriller psicologici, ma anche per chi vuole immergersi in un mondo dove l’arte diventa ossessione e la sfortuna sembra reale. E se sei un fan di Argento, beh, probabilmente lo consideri già uno dei suoi capolavori, insieme a Suspiria e Profondo Rosso
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