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+119,6%
di chiamate al numero antiviolenza tra marzo e giugno 2020, 1
femminicidio ogni 3 giorni. Per le donne le donne l’uomo fa più paura
del covid19
Avv.
Ruggiero, esperta in diritto di famiglia: “Il lockdown ha esasperato
situazioni già critiche. Da marzo ho ricevuto incremento notevole di
richieste di contatto da donne vittime di violenza domestica, in circa 2
casi su 3 gli episodi avvengono in presenza di minori”
Ogni
anno il 25 novembre, data scelta dall’ONU come Giornata mondiale per la
lotta alla violenza sulle donne, si fa il punto sulla situazione di
questo deplorevole fenomeno. Quest’anno abbiamo molto sul quale
riflettere. La pandemia da covid19 e il lockdown hanno fatto emergere
questi comportamenti nel pieno della loro drammaticità.
Da
marzo a giugno 2020, le chiamate al numero antiviolenza 1522 sono state
oltre 15 mila, circa 123 ogni giorno, il 119,6% in più rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno (dati ActionAid). Le ultime stime
parlano di una donna ogni 3 giorni vittima di femminicidio nel 2020, nel
78% dei casi l’atroce fatto illecito si è consumato tra le mura
domestiche.
“Il
lockdown ha esasperato situazioni già critiche, uomini che già erano
violenti o prevaricanti hanno accentuato questi comportamenti contro le
proprie mogli o compagne. – Commenta l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia –
Da marzo ad oggi ho visto crescere considerevolmente le richieste di
contatto da donne vittime di violenza e abusi domestici, che mi
chiedevano aiuto per potersi tirare fuori rapidamente da quell’incubo.
Un segnale del malessere della nostra società, in cui ci sono ancora
oggi uomini che vedono nella partner qualcosa di loro proprietà, che non
meriti rispetto, da trattare in qualsiasi modo vogliano. Dall’altro
lato, però, il crescente numero di donne che prende consapevolezza della
situazione, decide di fuggire e denunciare il reato è un importante
positivo di un cambiamento da parte delle donne”.
Violenze
ingiustificate, che spesso si verificano in presenza dei figli, che non
solo sono costretti ad assistere a violenze fisiche e psicologiche nei
confronti della madre, ma subiscono un ulteriore trauma nel vedere che
il carnefice è il proprio padre, o il compagno della madre con il quale
vivono e che quella sera a cena siederà a tavola con loro.
“In
base alla mia esperienza, in circa 2 casi su 3 questi episodi avvengono
in presenza di minori. Negli anni, ho visto che chi cresce in un
ambiente di violenza domestica, anche se ne è solo spettatore, ha quasi
l’80% di possibilità in più di sviluppare comportamenti deviati, dalla
dipendenza da alcol e droghe, all’autolesionismo, fino alla violenza
verso gli altri. – Prosegue l’Avvocato Ruggiero –
Questo aspetto andrebbe approfondito in misura maggiore, soprattutto in
questa data importante per i diritti delle donne, che ricorre a pochi
giorni da quella commemorazione della ratificazione della carta dei
diritti dell’infanzia (20 novembre). Parlo di diritti anche in occasione
del 25 novembre poiché la violenza lede moltissime sfere del diritto
che queste donne non si vedono tutelare.”
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