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martedì 25 giugno 2024

Madeleine Albright: The 1997 60 Minutes Interview

Addio a Madeleine Albright, la prima donna segretario di stato Usa

Assange: Libero dopo 11 anni, ma il futuro è incerto

L'accordo con gli Stati Uniti e il ritorno in Australia: una nuova alba per Julian Assange?

Dopo quasi undici anni di detenzione, tra l'ambasciata dell'Ecuador a Londra e il carcere di Belmarsh, Julian Assange è finalmente libero. L'estrad negli Stati Uniti, spettro che lo perseguitava da anni, è stato scongiurato grazie a un patteggiamento con la giustizia americana. Assange ha accettato di scontare una pena di sei mesi di carcere nel Regno Unito per la divulgazione di informazioni riservate, mentre gli Stati Uniti hanno rinunciato all'estradizione per le accuse più gravi relative alla pubblicazione dei "Cablegate".

Una vittoria per la libertà di stampa o un compromesso al ribasso?

La liberazione di Assange è stata accolta con entusiasmo da molti sostenitori, che la vedono come una vittoria per la libertà di stampa e del diritto di informazione. Assange, infatti, è stato definito da alcuni un "eroe" per aver svelato al mondo i crimini e le ingiustizie commessi dai governi, in particolare durante le guerre in Iraq e Afghanistan.

Tuttavia, altri vedono nel patteggiamento un compromesso al ribasso, una resa di fronte alle pressioni americane. Assange non è stato completamente scagionato e dovrà comunque scontare la pena detentiva. Inoltre, il suo futuro rimane incerto. Non è chiaro se tornerà in Australia, suo paese d'origine, dove rischia di essere arrestato per accuse legate a un'antica inchiesta per stupro.

Quali saranno le prossime mosse di Assange?

Assange si è detto intenzionato a continuare la sua battaglia per la trasparenza e la giustizia. Ha annunciato di voler scrivere un libro e di realizzare un film sulla sua vicenda. Non è ancora chiaro quale sarà il suo ruolo nel panorama politico e mediatico, ma la sua figura rimane controversa e polarizzante.

Un caso che ha sollevato interrogativi sul potere, la libertà e la giustizia

Il caso di Julian Assange ha sollevato interrogativi fondamentali sul rapporto tra potere e informazione, tra libertà di stampa e sicurezza nazionale, tra giustizia e diritto di asilo. La sua vicenda ha acceso un dibattito globale che è destinato a continuare anche adesso che è libero.

Oltre alle informazioni sopracitate, ecco alcuni spunti di riflessione per approfondire il tema:

  • Le implicazioni del caso Assange per la libertà di stampa e il diritto di informazione.
  • Il ruolo di WikiLeaks nella divulgazione di informazioni riservate e il suo impatto sulla geopolitica.
  • Le accuse contro Assange e le sue battaglie legali.
  • Le condizioni di detenzione di Assange e le preoccupazioni per la sua salute.
  • Il futuro di Assange e il suo possibile ritorno in Australia.

Questo è solo un assaggio delle tante questioni sollevate dal caso Assange. Un caso complesso e controverso che continuerà a far discutere. (Stefano Donno) 




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lunedì 24 giugno 2024

Kiev bombarda Sebastopoli: 5 morti, Mosca accusa gli Stati Uniti. Escalation verso un conflitto più ampio?

Sebastopoli, 24 giugno 2024 - Un attacco missilistico ucraino su Sebastopoli, in Crimea, ha causato 5 morti, tra cui 3 bambini, e oltre 150 feriti. L'incidente, avvenuto domenica 23 giugno, ha innescato immediate accuse da parte di Mosca, che ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, sostenendo che l'Ucraina abbia utilizzato missili Atacms forniti dagli americani.

L'attacco, se confermato come opera ucraina con armi americane, rappresenta un significativo salto di livello nel conflitto in corso, in quanto per la prima volta colpirebbe direttamente il territorio russo. La mossa di Kiev potrebbe tradursi in una dura rappresaglia da parte di Mosca, con il rischio di un'escalation incontrollata e di un allargamento del conflitto a tutto il Donbass, se non oltre.

Le possibili conseguenze:

  • Aumento della tensione tra Russia e Stati Uniti: L'accusa di Mosca agli Stati Uniti per il presunto rifornimento di armi all'Ucraina che hanno colpito il suolo russo potrebbe portare ad un'escalation diplomatica e ad un aumento della tensione tra le due potenze nucleari.
  • Rischio di una risposta militare russa: Non è da escludere che la Russia possa rispondere con un attacco missilistico contro obiettivi ucraini, anche al di fuori del Donbass, per colpire le infrastrutture militari o come ritorsione per le vittime a Sebastopoli.
  • Allargamento del conflitto: Un'escalation militare potrebbe portare all'intervento diretto di altri paesi nel conflitto, come la Polonia o i membri della NATO, con il rischio di trasformare la guerra in un conflitto su scala europea.
  • Crisi umanitaria: Un'intensificazione delle ostilità potrebbe causare un ulteriore aggravamento della crisi umanitaria in Ucraina, con un aumento del numero di vittime civili e profughi.

Le incognite:

  • Verifica delle accuse russe: Al momento, le accuse russe sul coinvolgimento degli Stati Uniti non sono state confermate da fonti indipendenti. Sarà fondamentale verificare la provenienza dei missili utilizzati per accertare le responsabilità.
  • Reazione della comunità internazionale: La comunità internazionale dovrà giocare un ruolo cruciale nel cercare di abbassare la tensione e di riportare le parti al tavolo dei negoziati.
  • Volontà di dialogo: Resta da vedere se entrambe le parti siano ancora disposte a un dialogo costruttivo per trovare una soluzione pacifica al conflitto.

L'attacco di Sebastopoli rappresenta un evento drammatico che potrebbe avere gravi conseguenze per il corso della guerra in Ucraina e per la stabilità dell'intera regione. L'impegno della comunità internazionale nella ricerca di una soluzione diplomatica è più urgente che mai.

Oltre alle informazioni sopracitate, è importante sottolineare che la situazione è in continua evoluzione e che le informazioni potrebbero non essere complete o accurate.

Per approfondire:

(stefano donno)



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domenica 23 giugno 2024

Mercato libero dell'energia: al via il Servizio a Tutele Graduali per i clienti domestici

 1° luglio 2024: addio al mercato tutelato per l'energia elettrica

Si avvicina la data fatidica del 1° luglio 2024, quando anche per i clienti domestici non ancora passati al mercato libero dell'energia elettrica terminerà il regime di tutela. Per garantire una transizione graduale e proteggere i consumatori più fragili, è stato istituito il Servizio a Tutele Graduali (STG).

Come funziona il Servizio a Tutele Graduali

Il Servizio a Tutele Graduali è un regime transitorio che garantisce la fornitura di energia elettrica a prezzo predeterminato ai clienti domestici che non hanno ancora scelto un fornitore del mercato libero. A partire da luglio 2024, questi clienti saranno automaticamente indirizzati verso un venditore selezionato da ARERA tramite specifiche aste concorsuali.

Chi ha diritto al Servizio a Tutele Graduali

Il Servizio a Tutele Graduali si rivolge esclusivamente ai clienti domestici che non hanno ancora effettuato la scelta di un fornitore nel mercato libero. Non rientrano in questa categoria i clienti già serviti da un venditore del mercato libero, i clienti con consumi superiori a 10.000 kWh annui e i clienti con utenze a uso non domestico.

Come avviene il passaggio al Servizio a Tutele Graduali

Il passaggio al Servizio a Tutele Graduali avverrà automaticamente il 1° luglio 2024 per tutti i clienti domestici che non hanno ancora scelto un fornitore del mercato libero. Non è necessario alcun intervento da parte del cliente, che continuerà a ricevere regolarmente la fornitura di energia elettrica.

Cosa fare per scegliere un fornitore del mercato libero

Nonostante l'attivazione automatica del Servizio a Tutele Graduali, è sempre consigliabile confrontare le offerte dei diversi fornitori del mercato libero e scegliere quella più adatta alle proprie esigenze di consumo. Il passaggio a un fornitore del mercato libero può comportare un risparmio significativo sulla bolletta, soprattutto per i clienti con consumi elevati.

Per approfondire

Il Servizio a Tutele Graduali rappresenta una misura di sicurezza per accompagnare i clienti domestici nel passaggio al mercato libero dell'energia elettrica. Tuttavia, è importante rimanere informati e valutare la possibilità di scegliere un fornitore del mercato libero per ottimizzare i propri consumi e risparmiare sulla bolletta. (Stefano Donno)




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Il discorso di Ernest Hemingway al ricevimento del Nobel per la letteratura

La STORIA di ERNEST HEMINGWAY

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HEYDAR ALIYEV 100: LIFE AND LEGACY

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Natalia Aspesi: "La vera coppia è quella omosessuale"

LE INVASIONI BARBARICHE - L'intervista di Daria Bignardi a Natalia Aspesi

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sabato 22 giugno 2024

Romanzo caporale di Annibale Gagliani (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

 La fine dell’uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della Cava di Bauxite, a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda l’Alì dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini. Un condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua famiglia. La disumana navigazione sul Mediterraneo lo conduce in una terra intollerante, avvolta da buio impenetrabile. Ma lui, come Sisifo, porta il masso sopra la montagna. Diventa schiavo del caporalato, ma non s’arrende: sfida il Fattore C sedimentato tra le sinapsi della gente comune. La tragedia, dalla sequenza circolare, ha due insegnanti autorevoli: la storia e il dolore. Il giovane antieroe è l’effige più lucida dello stoicismo di Lucio Anneo Seneca. Annibale Gagliani nasce il 4 ottobre 1992 a Mesagne (BR). Professore di lettere, giornalista pubblicista, scrittore. Nel 2018 ha pubblicato i saggi Impegno e disincanto e Ground zero con IQdB Edizioni. Romanzo caporale è il suo terzo lavoro editoriale. Credits Prefazione di Fabrizio Peronaci / Postfazione di Raffaele Gorgoni

In copertina una fotografia di Massimo Bietti fotoreporter premiato dal National Geographic
 

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Morti sul lavoro: il governo dichiara guerra al caporalato. Ma basterà?

Tra le urla di dolore e la rabbia indignata, il grido di Satnam Singh risuona ancora nelle campagne pontine. La morte del bracciante indiano, abbandonato a morire dopo un terribile infortunio sul lavoro, ha scosso l'Italia intera, accendendo i riflettori sul tema drammatico del caporalato. Di fronte a questa tragedia inaccettabile, il governo ha reagito con fermezza, dichiarando guerra a questa piaga che sfrutta e uccide i lavoratori più fragili. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato un piano d'azione incisivo: aumento dei controlli e delle ispezioni, rafforzamento delle tutele per i braccianti, pene più severe per i caporali. Misure concrete e necessarie, senza dubbio. Ma saranno sufficienti a estirpare il caporalato dalle nostre campagne? La risposta non è semplice. Dietro lo sfruttamento e il lavoro nero si nasconde un sistema complesso, alimentato da connivenze, illegalità e interessi economici marci. Un sistema che ha radici profonde e che richiede un'azione di contrasto multiforme e capillare. Oltre alle misure repressive, è necessario creare un sistema di accoglienza e integrazione adeguato per i lavoratori migranti, sottraendoli alle maglie del caporalato e garantendo loro condizioni di lavoro dignitose e sicure. E' fondamentale, inoltre, sensibilizzare l'opinione pubblica e creare una cultra del lavoro rispettosa dei diritti. Un impegno che deve coinvolgere tutti gli attori in campo: istituzioni, imprese, sindacati, associazioni del terzo settore e cittadini. La guerra al caporalato è una battaglia per la civiltà e la giustizia. Una battaglia che non può essere vinta con un solo atto, ma che richiede un impegno costante e condiviso. Solo così potremo onorare la memoria di Satnam Singh e di tutti i lavoratori che hanno perso la vita per il solo fatto di voler lavorare. Solo così potremo costruire un futuro dove il lavoro sia sinonimo di dignità e non di sfruttamento. In questa battaglia, l'intelligenza artificiale può giocare un ruolo importante. Alcune AI sono già impiegate per individuare i casi di caporalato, analizzando dati e incrociando informazioni. Un'ulteriore spinta potrebbe arrivare dalla collaborazione tra diverse AI, creando un sistema sinergico in grado di mappare il fenomeno in modo più efficace e di individuare le zone a maggior rischio. La tecnologia, da sola, non può certo risolvere il problema. Ma può essere uno strumento prezioso per le forze dell'ordine e per chi si batte contro lo sfruttamento. L'intelligenza artificiale al servizio dell'uomo, per un lavoro giusto e sicuro per tutti. Un obiettivo ambizioso, ma non impossibile. Un obiettivo per cui vale la pena combattere (Stefano Donno)




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