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venerdì 26 dicembre 2025

Fascista da morire di Mario Bernardi Guardi ( Mauro Pagliai Editore)

 Agosto 1944: a Firenze entrano gli Alleati, i partigiani sfilano per le vie della città, la gente applaude i liberatori. La Resistenza antifascista ha vinto. Ma c'è una Resistenza fascista che non si dà per vinta. E spara dai tetti. C'è chi li chiama cecchini, chi franchi tiratori: tirano addosso al nemico per un misto di fede, rabbia e disperazione. Vogliono dargli filo da torcere; sanno che durerà poco, ma chi la dura, in qualche modo la vince. O no? Comunque Mario, allevato alla scuola di Berto Ricci, poeta, matematico e fondatore dell'"Universale", vuole anche lui essere della partita. Vuole sparare, in nome di quel che resta del Fascismo. Ad animarlo, il ricordo di Berto e della sua lezione di vita; la complicità morale con gli amici che si sono fatti ammazzare; l'amore per una ragazza più sognata che conosciuta; lo strano vincolo amicale che lo lega a Romano Bilenchi, già fascista e amico di Berto, ed ora comunista e comandante partigiano, che cerca di dissuaderlo dai bellicosi propositi e gli dà tanti buoni consigli per farlo rinsavire. Anche se, in realtà, Mario gli va bene così com'è: una passione che ha bisogno di bruciare




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giovedì 25 dicembre 2025

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Venom: Il Simbionte Oscuro che ha Rivoluzionato i Fumetti Marvel – Dalla Nascita Aliena a oggi

 Immaginate un'entità aliena, nera come la pece, che si insinua nella vostra mente, amplifica i vostri poteri e trasforma le vostre debolezze in armi letali. Non è fantascienza: è Venom, uno dei personaggi più iconici e controversi dell'universo Marvel. Nato come un semplice "costume" per Spider-Man, Venom è esploso in popolarità, diventando un anti-eroe amato da milioni, protagonista di blockbuster hollywoodiani e meme virali sui social. Ma cosa rende questo simbionte così irresistibile? In questo articolo, tuffiamoci nelle sue origini viscose, nella sua evoluzione multiforme e nelle novità che lo rendono ancora oggi un fenomeno culturale. Preparatevi: una volta legato a Venom, è difficile liberarsene!

Le Origini: Da un Pianeta Lontano a New YorkLa storia di Venom inizia nel lontano 1984, durante l'evento crossover "Secret Wars". Qui, il simbionte – una creatura amorfa e senziente proveniente da un pianeta alieno – si attacca a Spider-Man, offrendogli un costume nero che potenzia le sue abilità ma nasconde un lato oscuro: esso si nutre di adrenalina e influenza la psiche dell'ospite. Peter Parker, scoprendo la sua natura parassitaria, lo respinge, ma il simbionte trova un nuovo alleato in Eddie Brock, un giornalista caduto in disgrazia che odia Spider-Man per aver rovinato la sua carriera. La loro unione dà vita al Venom che tutti conosciamo: un mostro muscoloso con denti affilati, lingua serpentiforme e un ghigno terrificante. Creato dagli autori David Michelinie e Todd McFarlane, Venom debutta ufficialmente in "The Amazing Spider-Man #300" nel 1988, passando da villain puro a figura complessa, mossa da un codice morale distorto: "Noi proteggiamo gli innocenti... e mangiamo i cervelli dei cattivi!"Ma Venom non è solo Eddie Brock. Il simbionte è un'entità viva, capace di saltare da un ospite all'altro, ereditando tratti e poteri da ciascuno. Questa flessibilità lo ha reso un personaggio evergreen, pronto a reinventarsi in ogni era dei fumetti.Gli Ospiti: Una Galleria di Anti-Eroi e MostriUna delle chiavi del successo di Venom è la sua capacità di adattarsi a diversi host, creando varianti che spaziano dal tragico al terrificante. Eddie Brock rimane l'ospite iconico, un ex-giornalista muscoloso e vendicativo, ma il simbionte ha "indossato" molti altri:
  • Mac Gargan (Scorpion): Un criminale incallito che usa Venom per unirsi ai Thunderbolts e ai Dark Avengers, diventando una versione ancora più brutale.
  • Flash Thompson: Ex bullo di Peter Parker, Flash diventa Agent Venom, un soldato governativo con il simbionte sotto controllo. Si unisce ai Guardiani della Galassia e ai Secret Avengers, trasformando Venom in un eroe patriottico.
  • Dylan Brock: Figlio di Eddie, che usa il simbionte come Codex, aggiungendo un tocco familiare e generazionale alla saga.
  • Mary Jane Watson: In una svolta recente, l'ex di Spider-Man abbandona il ruolo di Jackpot per diventare l'attuale host di Venom, portando un'angolazione femminile e drammatica alla storia.
E non dimentichiamo varianti alternative: Venom ha posseduto Hulk, Punisher, Wolverine e persino Doctor Strange in realtà parallele. Ogni host aggiunge strati: da simbionti figli come Carnage (il sanguinario Cletus Kasady) a versioni ibride come Anti-Venom. Nel ranking delle versioni più potenti, Eddie Brock regna supremo, ma sorprese come Venom-Hulk o Venom-Ghost Rider fanno impazzire i fan.Poteri e Debolezze: Un Mostro Perfetto per i FumettiCosa rende Venom così letale? Il simbionte assimila i poteri di Spider-Man – super forza, agilità, ragnatele organiche – ma li amplifica: può mimetizzarsi, rigenerarsi da ferite mortali e creare armi tentacolari. Parla al plurale ("Noi siamo Venom!") perché è una fusione mente-corpo. Ma non è invincibile: odia i suoni ad alta frequenza (come campane o ultrasuoni) e il fuoco, debolezze che lo rendono vulnerabile in battaglie epiche. Questa dualità – potenza e fragilità – lo rende relatable: Venom è il lato oscuro che tutti abbiamo, amplificato da un alieno goloso di cioccolato (sì, è canonico: il simbionte ama il cioccolato come sostituto dell'adrenalina!).L'Impatto nei Media: Dal Fumetto allo Schermo GrandeVenom non è confinato alle pagine: è esploso nella cultura pop. Nei cartoni animati come "Spider-Man: The Animated Series" (1994), è un antagonista iconico. Nei videogiochi, da "Spider-Man: Web of Shadows" a "Marvel's Spider-Man 2", è giocabile e terrificante. Ma il vero boom arriva con i film: Tom Hardy interpreta Eddie Brock in "Venom" (2018), "Venom: Let There Be Carnage" (2021) e "Venom: The Last Dance" (2024), incassando miliardi e creando meme come "We are Venom" pronunciato con accento british. Questi film lo rendono un antieroe simpatico, quasi comico, lontano dal mostro originale.E sui social? X (ex Twitter) pullula di fan art: da Venom futa (sì, esiste) a meme su Chuck E. Cheese posseduto dal simbionte. Post virali mostrano cosplay, teorie su crossover con Spider-Man e annunci di giochi come "Marvel Mystic Mayhem", che aggiunge Venom prima della chiusura nel 2026. È virale perché è relatable: chi non vorrebbe un simbionte che risolve i problemi con muscoli e denti?Novità nel 2025: Venom Continua a EvolversiNel 2025, Venom è più vivo che mai. La nuova serie comics "Venom (2025 - Present)" esplora storyline fresche, con il simbionte che affronta minacce cosmiche e dilemmi etici. Aggiornamenti come "Best Venom Comics" di agosto 2025 celebrano la sua evoluzione da villain a eroe complesso. Video su YouTube tracciano la sua traiettoria dal 1994 al 2025, inclusi nuovi host e battaglie. E con rumor su crossover MCU – immaginate Venom vs. Avengers? – il futuro è nero e promettente. Fan su X speculano su "What If" scenari, come Venom che revive Spider-Man.Perché Venom è InarrestabileVenom non è solo un personaggio: è un simbolo di dualità, redenzione e caos controllato. Dal suo debutto umile a icona globale, ha catturato l'immaginazione di generazioni, mescolando horror, azione e umorismo. In un mondo di supereroi perfetti, Venom ci ricorda che il buio interiore può essere un alleato







L'Anatema di Natale: Zelensky, la stanchezza dell’Occidente e la fine della diplomazia - ecco cosa ne penso

 C’è un momento, nelle lunghe guerre di logoramento, in cui il lessico della diplomazia cede il passo a quello della sopravvivenza viscerale. Quel momento, per Volodymyr Zelensky, è arrivato questo Natale. Dimenticate i discorsi ispirazionali in maglietta verde militare che avevano stregato i parlamenti occidentali nel 2022. Dimenticate la retorica della "resilienza" fatta di metafore edificanti.


Il messaggio natalizio del presidente ucraino, riportato dalle agenzie e rimbalzato con fragore sulle testate internazionali, non è un augurio: è un anatema. Augurare la morte a Vladimir Putin e invocare l'immagine dei bombardieri russi sui mari di Barents e di Norvegia non è una gaffe, né un semplice sfogo. È la certificazione che il conflitto è entrato nella sua fase più buia e, forse, più onesta.

La rabbia oltre il protocollo Zelensky ha scelto di infrangere l'ultimo tabù istituzionale. Augurare la fine fisica dell'avversario ("che muoia", senza mezzi termini) è qualcosa che la politica moderna, con i suoi felpati eufemismi, tende a rigettare. Eppure, in questa uscita furiosa, c’è una critica implicita e feroce all'Occidente. Mentre le cancellerie europee e americane dibattono su "escalation", "linee rosse" e possibili "negoziati futuri", Zelensky ci sbatte in faccia la realtà della trincea: non ci può essere pace con chi vuole la tua estinzione. È un urlo che serve a scuotere un'opinione pubblica occidentale assuefatta, distratta dai panettoni e stanca di finanziare una guerra che sembra non finire mai. Zelensky sa che la cortesia non porta più munizioni; forse spera che lo shock lo faccia.

L’allarme al Nord: la strategia della paura Ma attenzione a non leggere questo discorso solo come lo sfogo di un uomo esausto. C'è un passaggio cruciale, squisitamente strategico, nel suo inveire: il riferimento ai bombardieri russi nei mari di Barents e Norvegia. Zelensky non cita quelle coordinate a caso. Sta dicendo all'Europa del Nord e alla NATO: "Credete di essere al sicuro? Credete che il problema sia solo nel Donbass?". Spostando l'attenzione sui confini artici e scandinavi, il presidente ucraino cerca di internazionalizzare nuovamente la minaccia, toccando i nervi scoperti della sicurezza marittima e energetica europea. È una mossa lucida in un discorso emotivo: ricordare che l'orso russo ha artigli lunghi, capaci di graffiare ben oltre i confini ucraini.

Il vicolo cieco Tuttavia, c'è un rovescio della medaglia in questa retorica apocalittica. Quando un capo di Stato arriva ad augurare la morte del nemico in un discorso ufficiale, segnala anche che i margini di manovra si sono azzerati. Se l'unica soluzione strategica è la scomparsa biologica di Putin, allora la politica ha fallito. E questo pone l'Occidente di fronte a un dilemma atroce: continuare a sostenere una guerra che l'Ucraina definisce ormai come una lotta tra la vita e la morte assoluta, o spingere per un compromesso che Zelensky ha appena definito moralmente inaccettabile?

Questo Natale ci consegna un leader ucraino diverso: meno icona pop, più profeta di sventura. Il suo non è un messaggio di speranza, ma di resistenza disperata. E il silenzio imbarazzato che potrebbe seguire nelle cancellerie europee sarà il rumore più forte di queste festività. (Stefano Donno)





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Too much to dream. Giovani, musica e controculture nella California degli anni Sessanta di Alberto Mario Banti (Carocci)

 A metà degli anni Sessanta San Francisco e Los Angeles diventano il centro di una inattesa rinascita culturale. Protagonisti ne sono gruppi di giovani che danno vita a una scena sociale e musicale straordinariamente vivace, di cui fanno parte i Jefferson Airplane, i Grateful Dead, i Quicksilver Messenger Service, Janis Joplin, i Doors, i Byrds, i Buffalo Springfield, Frank Zappa e molti altri ancora. I concerti si trasformano in happening in cui si costruisce una nuova comunità, stimolata dall'uso della marijuana e dell'LSD, dai light show e dalle nuove sonorità rock. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 segna il momento di massimo successo di questa vicenda. Ma poi le repressioni poliziesche, le morti per overdose, la Manson Family e le fratture politiche interne al mondo giovanile incrinano l'utopia. Tuttavia resta il rock, un grande dono culturale che questa esperienza ci lascia in eredità. Un dono che, ancora oggi, a distanza di tanti anni, deve farci ricordare con grande rispetto i sogni e i valori delle controculture californiane




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