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venerdì 23 maggio 2025

Gli Intoccabili: un’epopea senza tempo tra criminalità e giustizia

Se c’è un film che incarna l’essenza del cinema epico, quello è Gli Intoccabili (1987) di Brian De Palma. Ambientato nella Chicago degli anni ’30, durante il Proibizionismo, il film non è solo un gangster movie, ma una parabola sulla moralità, il coraggio e la lotta contro un sistema corrotto. Con un cast stellare, una regia virtuosa e momenti che hanno scolpito la storia del cinema, Gli Intoccabili rimane un kolossal che non invecchia, capace di emozionare e inchiodare lo spettatore allo schermo, come un bicchiere di whisky di contrabbando che brucia ma soddisfa.
Una Chicago sotto il regno di Al Capone
La Chicago degli anni ’30 è una città in ostaggio. Il Proibizionismo, invece di estirpare il crimine, ha trasformato i gangster in re, e nessuno regna più incontrastato di Al Capone, interpretato da un Robert De Niro larger-than-life. Con la sua parlantina suadente e un ghigno che nasconde una ferocia spietata, De Niro dà vita a un Capone che è al contempo carismatico e terrificante. La scena in cui, mazza da baseball alla mano, “spiega” ai suoi uomini il valore della fiducia durante una cena è da brividi: un mix di tensione hitchcockiana e brutalità che ti fa quasi dimenticare di respirare. De Niro, per calarsi nel ruolo, non ha badato a spese: si dice che sia venuto in Italia per una dieta a base di lasagne e bistecche, pur di avvicinarsi al fisico corpulento del boss. E i suoi abiti? Cuciti su misura, ispirati ai veri vestiti di Capone. Dettagli che fanno la differenza.
Dall’altra parte della barricata c’è Eliot Ness, un Kevin Costner al suo apice, che porta sullo schermo un idealismo incrollabile ma non stucchevole. Ness, agente federale, decide di sfidare l’impero di Capone formando una squadra di “intoccabili”: uomini incorruttibili in una città dove tutto ha un prezzo. Al suo fianco, un formidabile Sean Connery nei panni di Jim Malone, un poliziotto irlandese ruvido ma saggio, che regala al film alcune delle battute più memorabili, come l’iconico “Sei solo chiacchiere e distintivo!”. Completano il quartetto Andy Garcia, un George Stone dalla mira letale e dal sangue freddo, e Charles Martin Smith, un Oscar Wallace tanto mite quanto geniale, il contabile che intuisce il tallone d’Achille di Capone: le frodi fiscali.
Un gioco di strategia e adrenalina
La forza di Gli Intoccabili sta nel suo equilibrio tra tensione drammatica e azione mozzafiato. De Palma, maestro del suspense, costruisce il film come una partita a scacchi: Ness e i suoi devono pensare fuori dagli schemi per colpire Capone, che si muove come un re intoccabile, protetto da un esercito di pedine corrotte. L’intuizione di Wallace di perseguire Capone per evasione fiscale, piuttosto che per i suoi crimini più evidenti, è il colpo di genio che dà al film una svolta quasi procedurale, senza mai perdere ritmo.
E poi c’è quella scena: la sparatoria alla Union Station. Un omaggio dichiarato alla sequenza della scalinata di Odessa de La corazzata Potemkin di Eisenstein (sì, proprio quella che faceva sbadigliare Fantozzi), questa scena è un capolavoro di regia. De Palma rallenta il tempo, gioca con gli sguardi, fa rotolare una carrozzina giù per le scale mentre proiettili volano e il cuore dello spettatore batte all’impazzata. È cinema puro, che ti fa sentire il peso di ogni decisione e il costo di ogni sacrificio.
Un cast leggendario e curiosità dietro le quinte
Il casting di Gli Intoccabili è una di quelle storie che fanno amare il cinema. Kevin Costner non era la prima scelta per Ness: Mel Gibson e Harrison Ford rifiutarono il ruolo, lasciando spazio a un Costner che, all’epoca, stava ancora costruendo la sua fama. Per il ruolo di Capone, De Palma aveva contattato Bob Hoskins, convinto che De Niro non avrebbe accettato. Quando invece De Niro disse sì, la produzione pagò a Hoskins 200.000 dollari per “il disturbo” – non male per non aver girato nemmeno una scena! E poi c’è Sean Connery, che con il suo Malone ruba la scena e si guadagna un Oscar come miglior attore non protagonista, con un’interpretazione che mescola durezza, umorismo e umanità.
Perché Gli Intoccabili è ancora un capolavoro
Gli Intoccabili non è solo un film di gangster, ma una riflessione sul prezzo della giustizia. Ness e i suoi affrontano perdite devastanti – Malone e Wallace pagano il prezzo più alto – eppure il loro sacrificio porta alla caduta di un titano come Capone. È una storia che parla di resilienza, di principi che non si piegano, e lo fa con uno stile che non ha paura di essere grande, epico, a tratti persino melodrammatico. La colonna sonora di Ennio Morricone, con le sue note solenni e incalzanti, amplifica ogni emozione, trasformando il film in un’esperienza che ti resta dentro.
Se non l’hai mai visto, o se è passato troppo tempo, fai un favore a te stesso: recupera Gli Intoccabili. È un viaggio nella Chicago degli anni ’30, ma anche un promemoria universale: anche quando tutto sembra corrotto, c’è sempre spazio per chi non si arrende. E tu, sei pronto a scendere in campo con Ness o preferisci il fascino oscuro di Capone?




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