Immaginate una Plymouth Fury del 1957, rossa e bianca, lucida come uno specchio, che ruggisce per le strade di una cittadina americana. Non è solo un’auto: è Christine, la protagonista di uno dei film più iconici degli anni ’80, diretto dal maestro dell’horror John Carpenter e tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King. Se siete appassionati di cinema e serie TV, preparatevi a un viaggio tra brividi, nostalgia e un tocco di genio cinematografico.
Un’Auto con un’Anima… Diabolica
La storia si apre a Detroit, 1957, sulla catena di montaggio della Plymouth Fury. Qui, fin dalla nascita, Christine sembra portare sventura: due incidenti, uno mortale, segnano la sua “infanzia”. Ventun anni dopo, nel 1978, la troviamo ridotta a un rottame, ma ancora capace di ammaliare Arnie Cunningham, un nerd goffo e insicuro, il classico ragazzo che tutti prendono in giro. Arnie non vede l’auto come un mucchio di ferraglia: per lui è amore a prima vista. La battezza Christine e si dedica a restaurarla con una devozione quasi ossessiva.
Ma Christine non è un’auto qualunque. Si accende da sola, sceglie la musica alla radio (sempre rock’n’roll anni ’50, ovviamente) e, soprattutto, è gelosa. Guai a chi si mette tra lei e Arnie: dagli amici che lo prendono in giro ai bulli che osano sfregiarla, Christine non perdona. La scena in cui si autoripara dopo un raid vandalico, con i fari che si riaccendono e il metallo che si rimodella, è puro spettacolo visivo, un mix di effetti pratici che ancora oggi tiene testa alla CGI moderna. E poi c’è la vendetta: Christine diventa un’implacabile macchina da guerra, lasciando dietro di sé una scia di sangue.
La storia si tinge di tragedia quando Leigh, la ragazza di Arnie, scopre che Christine è legata a eventi oscuri del passato, come il suicidio di un’intera famiglia. Ma Arnie, ormai succube del fascino maligno dell’auto, non vuole ascoltare. Il finale è un crescendo di tensione, con un detective che cerca di fermare la furia di Christine e un epilogo che lascia un brivido: anche ridotta a un cubo di metallo, un lieve movimento del cofano suggerisce che il male non è stato davvero sconfitto.
Un Film che È un Pezzo di Storia
Christine non è solo un horror: è un ritratto dell’America degli anni ’70, con i suoi drive-in, le rivalità tra adolescenti e quel fascino intramontabile per le muscle car. John Carpenter, reduce dal successo di Halloween, dirige con mano sicura, trasformando un’auto in un personaggio a tutto tondo. La colonna sonora, un mix di brani rock’n’roll e score originale dello stesso Carpenter, è un altro protagonista, capace di farvi venire i brividi ogni volta che sentite “Bad to the Bone” di George Thorogood.
Curiosità? Il film è nato in un momento d’oro per Stephen King, tanto che la produzione iniziò prima ancora che il romanzo uscisse in libreria! Kevin Bacon avrebbe dovuto essere Arnie, ma preferì Footloose, lasciando il ruolo a Keith Gordon, perfetto nella sua vulnerabilità. E poi c’è la censura: per attirare un pubblico adolescente, i produttori aggiunsero qualche “fuck” nei dialoghi, portando il rating da PG a R. Scelta azzeccata? Forse sì, visto che Christine è diventato un cult.
Perché Guardarlo Oggi?
Se amate i film che mescolano horror, dramma e una buona dose di nostalgia, Christine è un must. È un film che parla di ossessione, di quel confine sottile tra amore e follia, ma è anche una storia universale, che ti cattura come un amico che racconta una leggenda metropolitana. Gli effetti pratici, la regia di Carpenter e l’atmosfera anni ’80 lo rendono un gioiello che non invecchia. E poi, diciamolo: chi non ha mai guardato con sospetto la propria auto dopo aver visto questo film?
Voi cosa ne pensate? Avete mai avuto un oggetto che sembrava avere “una vita propria”? E se non avete ancora visto Christine, correte a recuperarlo: ma attenzione, potreste non guardare il vostro garage allo stesso modo!
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