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giovedì 31 luglio 2025

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Furia: Il Legame Indissolubile tra un Ragazzo e il Suo Stallone Nero

Non posso fare a meno di provare un tuffo al cuore ripensando a Furia, la serie TV che negli anni '50 ha conquistato il pubblico con le sue storie avventurose e il legame profondo tra un ragazzo e il suo cavallo. Trasmessa negli Stati Uniti su NBC dal 1955 al 1960 con il titolo originale Fury (e in syndication come Brave Stallion), questa serie western per ragazzi ha saputo intrecciare emozioni, valori e azione in un modo che ancora oggi risuona come un inno all’amicizia e al coraggio. Con oltre 160 episodi, Furia non è solo la storia di un cavallo e del suo giovane amico Joey, ma un viaggio nella semplicità e nella potenza dei legami umani e animali, ambientato nella suggestiva cornice della Broken Wheel Ranch (o "Broken Arrow" in alcune traduzioni italiane, probabilmente un errore di adattamento).

Un’Eredità Western per Giovani SpettatoriFuria si inserisce nel filone delle serie per ragazzi degli anni '50, un’epoca in cui la televisione americana stava esplorando il potenziale narrativo dei legami tra giovani protagonisti e animali straordinari, come Lassie o Le avventure di Rin Tin Tin. Ma Furia si distingue per il suo approccio unico: al centro della storia non c’è un cane fedele, ma un maestoso stallone nero, selvaggio e indomabile, che accetta di essere cavalcato solo dal giovane Joey Clark Newton (interpretato da Bobby Diamond). Questo rapporto esclusivo tra il ragazzo e il cavallo diventa il cuore pulsante della serie, un simbolo di fiducia e lealtà che cattura l’immaginazione di intere generazioni.La trama si sviluppa attorno alla Broken Wheel Ranch, gestita da Jim Newton (Peter Graves), un vedovo che adotta Joey, un orfano problematico, dandogli una nuova casa e una nuova famiglia. Qui, Joey incontra Furia, un cavallo selvaggio che nessuno riesce a domare, tranne lui. La loro connessione è immediata e profonda: Furia non è solo un animale, ma un compagno che capisce Joey, lo protegge e lo accompagna in avventure che spaziano dalla cattura di banditi al salvataggio di persone in difficoltà. Ogni episodio, della durata di circa 25 minuti, è una piccola lezione di vita, intrecciata con azione western e un pizzico di morale senza risultare mai stucchevole.La Magia di Furia: Un Cavallo Più Umano di Molti UmaniCiò che rende Furia così memorabile è la personalità del suo protagonista equino. Furia, interpretato dal magnifico stallone saddlebred Highland Dale (soprannominato “Beaut” dal suo addestratore Ralph McCutcheon), è un personaggio a tutti gli effetti. Non è solo un cavallo che esegue ordini: Furia è intelligente, astuto, capace di “stuzzicare” i malintenzionati o di galoppare attraverso valli e canyon per portare aiuto. In un episodio celebre, Joey cade in un pozzo, e Furia corre a cercare soccorsi, un momento così iconico da essere erroneamente associato a Lassie nell’immaginario collettivo. Questo fraintendimento dimostra quanto Furia fosse un eroe al pari dei protagonisti umani, se non di più.La serie gioca abilmente sull’idea che Furia sia un cavallo “selvaggio” nel cuore, che permette solo a Joey di avvicinarsi o cavalcarlo, a meno che qualcuno non dimostri di meritare la sua fiducia con un gesto nobile. Questa dinamica crea momenti di tensione drammatica – come quando i cattivi cercano di domarlo, solo per essere respinti con un’impennata – e sottolinea il tema della fiducia guadagnata, un messaggio potente per il pubblico giovane.Un Cast che Fa la DifferenzaAccanto a Joey e Furia, il cast umano di Furia è altrettanto ben delineato. Peter Graves, che in seguito sarebbe diventato celebre per Mission: Impossible, porta una presenza calma e autorevole nei panni di Jim Newton, il padre adottivo che guida Joey con pazienza e saggezza. William Fawcett, come Pete Wilkey, il burbero ma affettuoso ranch hand, aggiunge un tocco di umorismo e calore familiare. Nelle ultime due stagioni, l’introduzione di Roger Mobley come Packy Lambert, amico di Joey, rinfresca la dinamica senza mai offuscare il rapporto centrale tra Joey e Furia.La serie ospita anche guest star di rilievo, come Denver Pyle, Shelley Fabares e Lee Van Cleef, che arricchiscono gli episodi con personaggi memorabili, da villain a figure di supporto. Questi cameo, spesso girati sul leggendario Iverson Movie Ranch in California, conferiscono a Furia un’aura cinematografica che eleva la serie oltre il semplice intrattenimento per ragazzi.Un’Influenza Culturale DuraturaFuria non è solo un prodotto del suo tempo, ma un fenomeno che ha lasciato un segno nella cultura popolare. In Italia, dove la serie è arrivata negli anni ‘60 sulla TV Svizzera e poi sulla Rai con il titolo Furia o Furia cavallo del West, il telefilm è stato reso indimenticabile dalla sigla cantata da Mal, scritta da Luigi Albertelli con Guido e Maurizio De Angelis. La canzone, con il suo ritmo accattivante, ha contribuito a rendere Furia un’icona anche per il pubblico italiano, tanto che negli anni ‘70 fu distribuito un film di montaggio, Le nuove avventure di Furia, composto da episodi ri-editati.La serie ha influenzato anche altre opere: il nome della band tedesca Fury in the Slaughterhouse si dice sia ispirato al nostro stallone nero, anche se i membri hanno poi smentito. Inoltre, Furia ha aperto la strada a storie di amicizia tra ragazzi e animali, diventando un precursore di narrazioni moderne che esplorano temi simili.Perché Furia è Ancora RilevanteGuardare Furia oggi significa immergersi in un’epoca in cui la televisione insegnava valori come il coraggio, l’amicizia e il rispetto per la natura senza bisogno di effetti speciali o trame complesse. La semplicità della serie – le avventure di un ragazzo e del suo cavallo in un ranch polveroso – è la sua forza. Ogni episodio, che si tratti di affrontare un ladro di bestiame o di partecipare a una gara di go-kart, trasmette un messaggio universale: il legame tra esseri viventi può superare qualsiasi ostacolo.Per un appassionato di cinema e TV, Furia rappresenta anche un esempio precoce di come il mezzo televisivo possa raccontare storie universali con un budget limitato ma con grande cuore. La fotografia in bianco e nero, le ambientazioni naturali dell’Iverson Ranch e la regia dinamica catturano l’essenza del West americano, mentre la chimica tra Bobby Diamond e Highland Dale dà vita a un’amicizia che sembra autentica in ogni frame.Un Invito a Riscoprire un ClassicoSe non hai mai visto Furia o se vuoi rivivere un pezzo della tua infanzia, ti consiglio di cercarlo su piattaforme come Prime Video o Tubi, dove sono disponibili alcune stagioni, alcune persino colorizzate per un tocco nostalgico-modernizzato. È una serie che parla a chi ama le storie di crescita, i western senza tempo e, soprattutto, il potere di un’amicizia che non conosce confini, nemmeno quelli tra specie diverse. Come direbbe Joey, chiamando il suo stallone nella prateria: “Furia, vieni qui!” – e il galoppo di quel cavallo nero è ancora capace di far battere il cuore


A proposito di Casanova di Miklós Szentkuthy (Adelphi)

  Miklós Szentkuthy, saggista, memorialista, romanziere – paragonato a Borges per l’erudizione e a Joyce (ne aveva tradotto l’ Ulisse ) per ...