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giovedì 24 luglio 2025

Elisabetta Montaldo ricorda suo padre Giuliano al Modernissimo

Giuliano Montaldo parla del film Tempo di uccidere del 1989

Intervista a Giuliano Montaldo in occasione del restauro di Tiro al piccione

Tarzan, Re della Giungla: Un Eroe Senza Tempo

 Immagina di essere un bambino, sdraiato sul divano di casa, con il suono di un urlo selvaggio che esplode dalla TV. È l’urlo di Tarzan, un grido che non è solo un richiamo della giungla, ma un simbolo di libertà, forza e legame con la natura. Negli anni ’60, la serie Tarzan (trasmessa dal 1966 al 1968 con Ron Ely nel ruolo principale) ha portato questo eroe leggendario nelle case di milioni di spettatori, trasformando un mito letterario in un’icona televisiva. Ma cosa rende questa serie così speciale, anche a distanza di decenni?

Tarzan, creato da Edgar Rice Burroughs, non è solo un uomo che vive tra le scimmie. È un ponte tra due mondi: quello selvaggio della giungla e quello “civilizzato” degli uomini, spesso più brutale della natura che pretende di dominare. La serie degli anni ’60 cattura proprio questa dualità, mostrando un Tarzan maturo, nel pieno del suo “regno” come re della giungla. Non più solo un sopravvissuto, ma un giudice saggio, un protettore che difende l’equilibrio della natura da bracconieri, trafficanti e avventurieri senza scrupoli. Ogni episodio è un’avventura standalone, un mix di azione, morale ecologica e un pizzico di ingenuità che oggi ci fa sorridere, ma che allora teneva incollati allo schermo.Uno dei cuori pulsanti della serie è il rapporto tra Tarzan e i suoi compagni. C’è Cheetah, la scimmietta dispettosa che ruba la scena con i suoi gesti quasi umani e il suo talento per mettersi nei guai. Cheetah non è solo una spalla comica: è il simbolo della connessione di Tarzan con la giungla, un’amica che parla il linguaggio del cuore più che delle parole. Poi c’è Jai, il giovane orfano adottato da Tarzan, un riflesso della sua stessa storia. Jai porta un tocco di vulnerabilità e calore familiare, mostrando un Tarzan non solo guerriero, ma anche mentore e figura paterna. “La giungla non è solo un luogo, è una famiglia,” sembra dirci la serie, e questo messaggio risuona ancora oggi.“Un eroe non si misura dalla forza, ma dal coraggio di proteggere ciò che ama,” potrebbe aver detto Ron Ely, il cui Tarzan incarnava un mix di fisicità imponente e sensibilità sorprendente. A differenza delle versioni cinematografiche, questa serie dà spazio alla complessità del personaggio: Tarzan non è solo muscoli e liane, ma un uomo che riflette, che sceglie di combattere per la giustizia in un mondo che spesso non comprende. Gli episodi, pur semplici nella struttura, affrontano temi come la conservazione della natura e il rispetto per le culture indigene, precorrendo di decenni il dibattito sull’ecologia.Perché riguardare Tarzan oggi? Per la nostalgia, certo, ma anche per riscoprire un eroe che parla a tutte le età. È un viaggio in un’epoca in cui le serie TV erano più ingenue, ma non per questo meno potenti. Puoi trovare alcuni episodi su piattaforme di streaming come <a href="https://www.amazon.com" target="_blank">Amazon Prime</a> o acquistare i DVD per un tuffo nel passato. Se sei curioso di conoscere meglio il mito, visita <a href="https://www.edgarriceburroughs.com" target="_blank">il sito ufficiale di Burroughs</a> per approfondire la genesi del personaggio.Vuoi rivivere l’avventura? Cerca Tarzan online o tra i vecchi nastri di famiglia. 


mercoledì 23 luglio 2025

Fantasilandia: Il Resort dei Sogni Dove Ogni Desiderio Ha un Prezzo

 Immagina un’isola dove i tuoi sogni più nascosti possono prendere vita. Vuoi rivivere un momento del tuo passato per cambiarne l’esito? O magari impersonare un eroe del Far West, un re medievale o il protagonista di una storia d’amore impossibile? A Fantasilandia (o Fantasy Island, per i puristi), tutto questo è possibile, ma non senza un costo e non parlo solo dei 50.000 dollari richiesti per il biglietto d’ingresso. Questo telefilm, un gioiello della televisione americana degli anni ‘70 e ‘80, è molto più di una serie nostalgica: è un viaggio nei desideri umani, nei loro rischi e nelle loro lezioni. Pronto a scoprire perché Fantasilandia merita un posto d’onore nella tua lista di classici da riscoprire?


Un’Isola Fuori dal TempoCorreva l’anno 1977 quando Fantasilandia debuttò sugli schermi americani, creato da Gene Levitt per la ABC. Al centro della storia c’è il misterioso signor Roarke, interpretato con carisma magnetico da Ricardo Montalbán. Elegante, enigmatico, con un sorriso che nasconde segreti, Roarke è il padrone di casa di un esclusivo resort tropicale dove i sogni diventano realtà. Al suo fianco, il piccolo Tattoo (Hervé Villechaize), il suo assistente dal cuore grande e dalla battuta pronta, che accoglie gli ospiti con il celebre grido: “L’aereo! L’aereo!”. Insieme, orchestrano esperienze surreali per chiunque possa permettersi il prezzo non solo in dollari, ma in emozioni e conseguenze.Ogni episodio è un’antologia: due o tre ospiti arrivano sull’isola, ciascuno con una fantasia unica. Una donna d’affari vuole vedere il proprio funerale per capire chi la ricorderà. Due amici sognano di essere Butch Cassidy e Sundance Kid, sparatorie incluse. Un idraulico desidera regnare come un sovrano. Un altro vuole un harem. Sembra un’offerta irresistibile, no? Ma qui sta il genio di Fantasilandia: ogni desiderio, per quanto allettante, porta con una lezione. Come in Ai Confini della Realtà, la serie a cui si ispira, i sogni si trasformano spesso in esperienze che sfidano le aspettative, spingendo gli ospiti a rivalutare ciò che davvero conta.
Perché Fantasilandia Funziona Ancora OggiGuardare Fantasilandia nel 2025 è come aprire una capsula del tempo. La serie, trasmessa in Italia solo parzialmente (e spesso in orari improbabili), ha un fascino che resiste al passare degli anni. Ecco perché:
  1. Un Mix di Generi: Ogni episodio è una storia a sé, che spazia dal dramma alla commedia, dal thriller al fantasy. Vuoi un western? C’è. Un racconto gotico? Eccolo. Questa versatilità tiene incollati allo schermo, perché non sai mai cosa aspettarti.
  2. L’Umanità dei Desideri: I sogni degli ospiti sono universali. Chi non ha mai desiderato cambiare un errore del passato o vivere una vita diversa, anche solo per un giorno? La serie ci ricorda che i desideri più profondi sono spesso specchi delle nostre insicurezze.
  3. Roarke, l’Enigma: Ricardo Montalbán rende Roarke un personaggio indimenticabile. È un angelo? Un diavolo? Un semplice impresario con un tocco di magia? La sua ambiguità è il cuore della serie, e ogni suo monologo è una lezione di carisma.
  4. Lezioni Morali Senza Moralismi: A differenza di altre serie dell’epoca, Fantasilandia non giudica i suoi personaggi. Gli ospiti sbagliano, imparano, crescono o a volte no. Ma il messaggio è chiaro: i sogni più grandi possono essere pericolosi, ma anche rivelatori.
“Su quest’isola, ogni desiderio è una porta verso la verità,” dice Roarke in un episodio, con quel suo tono che mescola saggezza e mistero. Non è una citazione ufficiale, ma potrebbe esserlo cattura perfettamente lo spirito della serie.
Non Tutto È PerfettoNon fraintendermi: Fantasilandia non è esente da difetti. Gli effetti speciali, per gli standard odierni, sono datati, e alcune storie possono sembrare ingenue. In Italia, poi, la trasmissione frammentaria non ha aiutato a costruirne il mito. Eppure, il suo cuore pulsante l’esplorazione dei desideri umani è universale. La serie originale, andata in onda dal 1977 al 1984, ha generato un revival nel 1998 e un film horror nel 2020, ma nulla batte il fascino rétro dell’originale.