Giovanni Pascoli (San Mauro Pascoli, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912) è stato un poeta e critico letterario italiano, uno dei più importanti della letteratura italiana di fine Ottocento e inizio Novecento.
Pascoli nacque a San Mauro Pascoli, in provincia di Forlì, da una famiglia di origine contadina. Il padre, Ruggero Pascoli, fu assassinato da un gruppo di contadini anarchici nel 1867, quando Giovanni aveva solo 12 anni. Questo evento ebbe un profondo impatto sulla vita e sulla poesia di Pascoli, che fu sempre ossessionato dalla morte.
Pascoli studiò a Bologna e a Firenze, dove si laureò in Lettere. Insegnò poi nelle scuole secondarie di Pisa, Livorno e Bologna. Nel 1904 fu eletto all'Accademia d'Italia.
Pascoli iniziò a scrivere poesie fin da giovanissimo. La sua prima raccolta di poesie, Myricae, fu pubblicata nel 1891. Myricae è una raccolta di brevi liriche che celebrano la natura e la vita contadina. In queste poesie, Pascoli usa un linguaggio semplice e diretto per evocare immagini vivide della campagna romagnola.
Le altre opere poetiche più importanti di Pascoli sono Canti di Castelvecchio (1903), Poemetti (1904), Odi e inni (1906) e Laudi del cielo (1907).
Pascoli è stato anche un importante critico letterario. Ha scritto diversi saggi su Dante, Leopardi e altri poeti italiani.
Pascoli morì a Bologna nel 1912. È considerato uno dei più importanti poeti italiani del Novecento.
Le tematiche della poesia di Pascoli
Le tematiche della poesia di Pascoli sono la natura, la morte, il dolore, la nostalgia, la fede.
La natura è una presenza costante nella poesia di Pascoli. Egli celebra la bellezza della campagna romagnola, con i suoi campi, i suoi boschi, i suoi animali. La natura è per Pascoli un luogo di pace e di tranquillità, dove l'uomo può trovare rifugio dal dolore e dalla morte.
La morte è un'altra tematica importante nella poesia di Pascoli. La morte è sempre presente nella sua vita, a causa dell'assassinio del padre e della morte prematura di molti dei suoi familiari. La morte è per Pascoli una forza misteriosa e affascinante, che lo attrae e lo spaventa allo stesso tempo.
Il dolore è un'altra tematica importante nella poesia di Pascoli. Pascoli ha vissuto un'infanzia e un'adolescenza segnate dal dolore, a causa della morte del padre e della morte prematura di molti dei suoi familiari. Il dolore è per Pascoli una presenza costante nella sua vita, che lo rende un poeta sensibile e compassionevole.
La nostalgia è un'altra tematica importante nella poesia di Pascoli. Pascoli ha sempre sentito nostalgia della sua infanzia, trascorsa a San Mauro Pascoli, nella campagna romagnola. La nostalgia è per Pascoli un sentimento di dolcezza e malinconia, che lo riporta ai tempi felici della sua giovinezza.
La fede è un'altra tematica importante nella poesia di Pascoli. Pascoli era un uomo di fede, e la sua fede cristiana è presente nelle sue poesie. La fede è per Pascoli una fonte di conforto e di speranza, che gli permette di affrontare il dolore e la morte.
La lingua della poesia di Pascoli
La lingua della poesia di Pascoli è semplice e diretta. Pascoli usa un linguaggio quotidiano, che è però capace di evocare immagini vivide e suggestive. La lingua di Pascoli è anche ricca di simboli e di metafore, che gli permettono di esprimere i suoi pensieri e i suoi sentimenti in modo profondo e intenso.
L'influenza della poesia di Pascoli
La poesia di Pascoli ha avuto una grande influenza sulla poesia italiana del Novecento. Pascoli è stato uno dei poeti più importanti della sua epoca, e le sue opere sono ancora oggi lette e apprezzate da molti lettori.