Se c’è un film che incarna lo spirito crudo, visionario e ribelle della New York di fine anni ’70, quello è I Guerrieri della Notte (The Warriors, 1979) di Walter Hill. Non è solo un film sulle gang, ma un’epopea urbana che mescola guerra, mito e coreografie quasi danzanti, trasformando le strade della Grande Mela in un campo di battaglia tribale. È un cult che ancora oggi, a oltre quarant’anni dalla sua uscita, continua a catturare l’immaginazione di chi cerca storie viscerali e senza tempo.
Una premessa che sa di leggenda
Immaginate una New York notturna, lontana dai riflettori di Broadway, dove le gang dominano i quartieri come antichi guerrieri. Nel Bronx, Cyrus, il carismatico leader dei Riffs, sogna di unire tutte le bande sotto un’unica bandiera per conquistare la città. Ma il suo discorso, che vibra di speranza e ambizione, si spegne con un colpo di pistola. L’omicidio, orchestrato dai Rogues, viene però addossato agli Warriors, una piccola banda di Coney Island. Da qui parte la loro odissea: otto giovani, disarmati, senza il loro leader Swan (arrestato durante un raid), devono attraversare una metropoli ostile per tornare a casa. Ogni fermata della metropolitana diventa una prova, ogni angolo un agguato.
Un viaggio tra tribù e rituali
Ciò che rende I Guerrieri della Notte unico è il suo tono mitologico. Le gang non sono semplici delinquenti: sono tribù con codici, colori e divise che le distinguono, come i Baseball Furies, con le loro mazze da baseball e i volti dipinti, o le Lizzies, un gruppo tutto al femminile che usa la seduzione come arma. Walter Hill trasforma New York in un labirinto epico, dove ogni scontro è coreografato come una danza violenta, un mix tra un film di guerra e un musical oscuro. La metropolitana, con le sue gallerie e i suoi vagoni sferraglianti, diventa il filo conduttore di questa Odissea moderna, mentre la città notturna osserva in silenzio.
Le scene di inseguimento sono pura adrenalina: gli Warriors corrono, si nascondono, combattono, affrontando agguati e tradimenti. Ogni gang che incontrano ha un’identità distinta, quasi caricaturale, che dà al film un tocco di surrealismo. Eppure, nonostante la violenza sia il cuore pulsante della storia, il film è sorprendentemente poco cruento. Non c’è sangue che scorre a fiumi, e l’unica morte significativa è quella di un guerriero schiacciato sotto la metro. Come ha detto lo stesso Hill, “guardate un telegiornale oggi e poi ditemi se questo film è davvero violento”. È un’osservazione che colpisce, perché I Guerrieri della Notte non glorifica la violenza, ma la usa per raccontare una lotta per la sopravvivenza.
Un cast di facce vere e un regista visionario
Walter Hill, con il suo stile diretto e senza fronzoli, dà al film un’atmosfera cruda ma stilizzata. La sua idea originale era di avere una banda di Warriors interamente composta da neri, per riflettere meglio la realtà delle gang newyorkesi dell’epoca, ma la produzione impose un cast più “misto” per paura di alienare il pubblico. Nonostante questo compromesso, il film mantiene una forza autentica, grazie a un cast di attori semi-sconosciuti che sembrano usciti direttamente dalle strade di Brooklyn o del Bronx. Michael Beck (Swan) e James Remar (Ajax) spiccano per il loro carisma ruvido, mentre la regia di Hill, con il suo uso di luci al neon e ombre lunghe, trasforma ogni scena in un dipinto urbano.
Un aneddoto curioso? La scena della mega-rissa iniziale, dove tutte le gang si riuniscono per ascoltare Cyrus, richiese cinque giorni di riprese. È un momento iconico, che fissa subito il tono del film: un caos organizzato, un’esplosione di energia giovanile e ribellione.
Un film degli anni ’80… nato nel ’79
Uscito nel 1979, I Guerrieri della Notte è arrivato in Italia nel 1980, guadagnandosi un posto d’onore tra i classici degli anni ’80. Non è solo una questione di date: il film incarna lo spirito di quel decennio, con la sua estetica audace, la sua musica pulsante (la colonna sonora di Barry De Vorzon è un gioiello) e il suo ritratto di una gioventù in rivolta contro un mondo che non li capisce. È un precursore di tanti temi che avrebbero dominato il cinema successivo, dal racconto delle sottoculture urbane all’esplorazione della città come personaggio.
Perché guardarlo oggi?
Se non avete mai visto I Guerrieri della Notte, vi aspetta un’esperienza che è al tempo stesso un tuffo nel passato e una storia senza età. È un film che parla di lealtà, sopravvivenza e del desiderio di trovare un posto nel mondo, anche quando tutto sembra remare contro. La scena finale, sulla spiaggia di Coney Island, con i sei Warriors superstiti che affrontano i Rogues mentre l’alba illumina il cielo, è pura poesia visiva. E quando i Riffs scoprono la verità sull’omicidio di Cyrus, il cerchio si chiude con una soddisfazione catartica.
Non è un film perfetto: alcuni dialoghi sono un po’ datati, e il ritmo a tratti può sembrare ripetitivo. Ma è proprio la sua imperfezione a renderlo così affascinante, come un vinile che scricchiola ma che non smetti di ascoltare. Se amate il cinema che osa, che mescola generi e che racconta storie di outsider, I Guerrieri della Notte è una corsa che non potete perdervi.
E tu, sei pronto a combattere per tornare a casa?