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martedì 15 aprile 2025

Voglia di Tenerezza (Terms of Endearment, 1983)

 Ci sono film che ti entrano dentro piano, come una conversazione con un vecchio amico, e poi ti lasciano con il cuore pieno e gli occhi umidi. Voglia di Tenerezza (Terms of Endearment, 1983) di James L. Brooks è uno di questi. È una storia che parla di amore, ma non solo quello romantico: è l’amore complicato tra una madre e una figlia, tra sogni infranti e speranze ritrovate, tra la vita che ti travolge e il coraggio di rialzarsi. Preparatevi, perché questo film non è solo un dramma: è un viaggio umano, con risate, litigi e momenti che vi faranno stringere il cuscino.

Una storia che respira autenticità
Al centro di tutto c’è il rapporto tra Aurora Greenway (Shirley MacLaine) ed Emma (Debra Winger), madre e figlia che si amano tanto quanto si scontrano. Aurora è una donna elegante, pungente, che sogna grandi cose per la figlia ma finisce per giudicarla con durezza. Emma, invece, è una ribelle che sceglie una vita semplice, sposando Flap (Jeff Daniels), un insegnante che Aurora considera "non abbastanza". La loro relazione è un campo minato di battute al vetriolo, silenzi carichi di significato e momenti di tenerezza che esplodono quando meno te l’aspetti.
Il film segue le loro vite parallele: da un lato, Emma naviga il suo matrimonio altalenante, illuminato dalla nascita di due figli; dall’altro, Aurora scopre una nuova leggerezza grazie a Garrett (Jack Nicholson), un ex astronauta e vicino di casa che vive di charme e whisky. La loro amicizia, che diventa qualcosa di più, è un raggio di sole in una storia che non ha paura di mostrare le ombre. Quando la vita di Emma prende una piega tragica con la diagnosi di un tumore, il film cambia passo, portandoci verso un finale che è un pugno allo stomaco, ma anche un abbraccio caldo.
Perché guardarlo oggi?
Voglia di Tenerezza non è solo un film degli anni ’80: è universale. Parla di cosa significa essere famiglia, di come l’amore possa essere disordinato, e di come si possa trovare bellezza anche nel dolore. La regia di Brooks è delicata ma potente, con un equilibrio perfetto tra commedia e dramma. Le scenografie, ispirate ai quadri di Norman Rockwell, danno un tocco di nostalgia americana che rende ogni scena come un ricordo d’infanzia.
E poi ci sono le performance. Shirley MacLaine è un tornado: la sua Aurora è snob, vulnerabile, esasperante e adorabile. Debra Winger le tiene testa con un’interpretazione cruda e vera, che rende Emma una di noi. Jack Nicholson, con quel sorriso sornione, ruba ogni scena in cui appare, regalandoci un Garrett che è il perfetto mix di cinismo e cuore. Non a caso, il film ha portato a casa cinque Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura, attrice protagonista (MacLaine) e attore non protagonista (Nicholson).
Curiosità succose
Dietro le quinte, Voglia di Tenerezza era un set infuocato. Si dice che MacLaine e Winger avessero un rapporto teso, con scontri alimentati dalle difficoltà personali di Winger, all’epoca alle prese con problemi di droga. Ironia della sorte, entrambe furono candidate all’Oscar come migliore attrice, ma fu MacLaine a vincere, battendo la sua “figlia”. E pensare che il ruolo di Emma era stato scritto per Sissy Spacek!

lunedì 14 aprile 2025

Inside Gwyneth Paltrow's Closet: Sweater Edition

REDS

 Pensate a un film che intreccia amore, politica e storia con una potenza visiva e narrativa capace di catturare l’anima. Reds, diretto da Warren Beatty nel 1981, è esattamente questo: un kolossal di oltre tre ore che racconta la vita di John "Jack" Reed, il giornalista americano che ha vissuto e narrato la Rivoluzione d’Ottobre, lasciando un’impronta indelebile con il suo libro I dieci giorni che sconvolsero il mondo. Ma non lasciatevi ingannare: Reds non è solo un film storico. È una storia profondamente umana, che parla di sogni, libertà e il costo di credere in qualcosa più grande di noi stessi.

Una storia più grande della vita
Reds segue Jack Reed (interpretato da un carismatico Warren Beatty, che è anche regista e produttore) e Louise Bryant (una straordinaria Diane Keaton), due spiriti ribelli che si incontrano in un’America ancora lontana dalla modernità culturale. Jack è già un giornalista noto, reduce dai reportage sulla rivoluzione di Pancho Villa in Messico; Louise, invece, è intrappolata in un matrimonio soffocante e sogna una vita più grande. Il loro incontro a Portland è l’inizio di una relazione tanto intensa quanto complicata, che li porta a New York, cuore pulsante della bohème americana, e poi in Europa, fino alla Russia del 1917, dove la Rivoluzione d’Ottobre è in pieno fermento.
Qui, Reds si trasforma in un affresco epico. Reed e Bryant non sono semplici spettatori: partecipano attivamente alle sommosse, travolti dall’euforia di un mondo che sembra sul punto di cambiare. Tornati in America, cercano di portare quegli ideali nel loro paese, contribuendo alla nascita del Partito Comunista Americano. Ma il sogno si incrina quando Jack torna in Russia e scopre che la rivoluzione ha tradito se stessa, soffocata dalla burocrazia e dal controllo del partito unico. La sua disillusione è il cuore emotivo del film: un uomo che ha dato tutto per un ideale, solo per vederlo sgretolarsi.
Un cast stellare e momenti indimenticabili
Reds è un trionfo di recitazione. Warren Beatty offre una performance complessa, rendendo Jack Reed un misto di carisma, ingenuità e tormento. Diane Keaton è altrettanto magnetica, dando a Louise una profondità che va oltre il ruolo di “musa”: è una donna in cerca della propria voce in un mondo dominato dagli uomini. Il cast di supporto è altrettanto impressionante: Jack Nicholson, nei panni del drammaturgo Eugene O’Neill, regala una performance intensa e ambigua, mentre Maureen Stapleton, come l’attivista Emma Goldman, si aggiudica l’Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista con una presenza scenica indimenticabile.
Uno degli aspetti più affascinanti del film è la sua autenticità. Reds include interviste reali a persone che hanno conosciuto Reed e Bryant, chiamate “Witnesses” (Testimoni), che aggiungono un tocco documentaristico alla narrazione. E poi c’è quella poesia: un momento tenero in cui il personaggio di Nicholson regala a quello di Keaton versi scritti davvero da Jack Nicholson per il film, un dettaglio che rende la scena ancora più intima.
Un capolavoro tecnico e artistico
Reds non è solo una storia potente, ma anche un trionfo visivo. Il film si è aggiudicato l’Oscar per la Miglior Fotografia grazie al lavoro di Vittorio Storaro, che cattura l’atmosfera caotica della rivoluzione con colori caldi e dinamici. Fun fact: Reds è stato il primo film a utilizzare un nuovo processo di colorazione delle pellicole, inventato da artisti italiani, che ha dato alla pellicola una qualità visiva unica per l’epoca. La regia di Beatty, premiata con l’Oscar, bilancia sapientemente l’intimità dei momenti personali con la grandiosità delle scene di massa.
E poi c’è la storia delle nomination: Reds è stato l’ultimo film (fino ad oggi) a ottenere candidature agli Oscar in tutte e quattro le categorie attoriali (Miglior Attore, Attrice, Attore Non Protagonista, Attrice Non Protagonista). Un’impresa che testimonia la forza del suo ensemble.
Perché guardarlo oggi?
Reds è un film che parla al cuore di chi ha mai creduto in qualcosa con tutto se stesso, solo per scoprire che la realtà è più complicata dei sogni. È una riflessione sulla passione, sull’amore e sul prezzo dell’idealismo, temi che risuonano ancora oggi in un mondo polarizzato e in cerca di significato. La storia di Jack e Louise ci ricorda che le rivoluzioni – personali o collettive – sono sempre un atto di coraggio, anche quando finiscono in disillusione.
E poi, diciamocelo: è un film che ti cattura. Tra le scene romantiche, i dibattiti infuocati e le sequenze epiche della rivoluzione, non c’è un momento di noia. È il tipo di film che ti fa venir voglia di leggere I dieci giorni che sconvolsero il mondo o di approfondire la storia del XX secolo, ma anche di riflettere sulla tua vita e sulle tue battaglie.
Se non l’avete mai visto, preparatevi a un’esperienza intensa. Reds richiede attenzione – non è un film da guardare distratti – ma ripaga ogni minuto con emozioni forti e immagini memorabili.

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