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venerdì 10 ottobre 2025

La recente, amara denuncia della tennista Aryna Sabalenka ... Intervento di Stefano Donno

 Apparso su Dialoghi Scomodi a cura di Leonardo Elia


La recente, amara denuncia della tennista Aryna Sabalenka non è una semplice nota a margine nella cronaca sportiva. È il sintomo lancinante di una patologia del nostro tempo: la trasformazione di ogni arena pubblica – campi da gioco inclusi – in un'aula di tribunale geopolitico, dove gli atleti diventano capri espiatori di colpe non loro. Leggere di una campionessa che, anziché concentrarsi su un dritto o un rovescio, è costretta a schermarsi da "cose terribili" scritte da anonimi inquisitori digitali, dovrebbe farci riflettere. Sabalenka, in quanto bielorussa, è diventata un bersaglio simbolico. Non importa la sua posizione individuale, le sue dichiarazioni passate o la sua evidente distanza dalla politica attiva; la sua nazionalità è diventata la sua condanna, un marchio d'infamia da esibire per una platea che confonde il tifo con la propaganda e la critica politica con l'odio personale. Il punto nevralgico della questione è questo: dove finisce la legittima richiesta di una presa di posizione morale e dove inizia la crudele e sterile caccia alle streghe? È ingenuo pensare che lo sport possa essere un'isola felice, avulsa dalle tensioni del mondo. Ma è altrettanto pericoloso trasformarlo nel prolungamento del campo di battaglia, dove a essere colpita non è una nazione o un governo, ma una persona in carne e ossa, la cui unica "colpa" è eccellere nella propria disciplina sotto una bandiera sgradita. L'odio online che sommerge figure come Sabalenka non serve la causa ucraina, non indebolisce il regime di Minsk, non sposta di un millimetro gli equilibri internazionali. Serve solo a nutrire la spirale di rabbia e a creare martiri involontari, semplificando brutalmente una realtà complessa. Chiediamo agli atleti di essere eroi sportivi, modelli di comportamento e, ora, anche fini analisti geopolitici pronti a immolarsi sull'altare dell'opinione pubblica. È un carico insostenibile. Il caso Sabalenka è uno specchio che riflette un'immagine deformata di noi stessi: una società che ha perso la capacità di distinguere l'individuo dal suo passaporto, il dissenso dalla disumanizzazione. Prima di puntare il dito e scagliare la prossima pietra digitale, dovremmo chiederci chi sia il vero avversario. Spesso, non è dall'altra parte della rete.



1987 Raidue "Indietro tutta" puntata del 24 dicembre. La Tombola

Casa, dolce casa di Andrea Kerbaker (Guanda)

 «E lì seduto sul grande sasso quadrato ridi, e ridi, e l'umorismo compensa la mancanza di energie che ti impedisce di alzarti e ripartire. Pazienza, le forze torneranno e tu riprenderai a correre, perché ormai lo sai bene: c'è una sola cosa fondamentale, ed è andare via, via via.»


Da tempo George, quasi novant'anni, vedovo, due figlie sparse per il mondo, la memoria che viene e va, è ospite in una casa di riposo inglese. Per quanto il posto sia gradevole e a suo modo accogliente, e lui dotato di un senso dell'ironia che lo aiuta a sopportare qualsiasi situazione, George si sente solo, prigioniero di una realtà che non gli corrisponde. Ha un unico desiderio: fare ritorno a casa, per ritrovare la libertà. Perciò architetta una fuga articolata e precisa. Quando finalmente riesce a mettere in atto il piano, il breve viaggio verso la casa, dolce casa, si rivelerà ricco di incontri imprevedibili e sorprendenti. A volte allegri, quasi goliardici, in altri casi più malinconici; per fortuna, l'umorismo sostiene George in tutte le tappe. E la libertà che assapora durante la fuga ha il gusto prezioso dell'avventura



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giovedì 9 ottobre 2025

Scritture segrete. Le donne che hanno cambiato il mondo con la parola di Dacia Maraini (Rizzoli)

 Un viaggio inaspettato e intimo che attraversa e reinterpreta la storia della letteratura, da Vibia Perpetua a Michela Murgia, intrecciandola alle vite ordinarie o straordinarie delle donne che hanno fatto della scrittura uno strumento di libertà, cambiando il nostro modo di guardare il mondo.


A lume di candela o su un prato fiorito, in cucina o - le più fortunate - in una stanza tutta per sé, le donne hanno sempre letto. E fintanto che i loro occhi si posavano su libri scelti dagli uomini, non hanno mai fatto troppa paura. Così, per secoli, le donne hanno conosciuto solo gli scritti dei padri, gli stessi che fin da bambina anche Dacia Maraini ha divorato, e che hanno nutrito la sua fantasia. Poi, da adolescente, con la curiosità ribelle di chi per leggere ha spesso rinunciato a giochi e gite in spiaggia, si è chiesta dove fossero i libri delle madri: perché faticava a trovarli in biblioteca? Perché la critica se ne occupava quasi con condiscendenza? Lo avrebbe scoperto presto, la ragazzina che sarebbe diventata scrittrice: le madri esistevano eccome e non avevano nulla da invidiare ai padri, ma la Storia le aveva dimenticate, censurate, o più spesso ignorate. Tra le pagine di questo libro, Dacia Maraini ce le racconta, disegnando attraverso le loro storie e le loro parole una mappa luminosa e appassionata delle scrittrici che hanno abitato la sua immaginazione, che ha amato, studiato o incontrato: dalle mistiche alle cortigiane, dalle monache disobbedienti alle rivoluzionarie, passando per le romanziere dell'Ottocento, le teoriche del femminismo novecentesco e le vincitrici di Premi Nobel



Intervento apparso nella rubrica Lettere de La Gazzetta del Mezzogiorno di oggi 09/10/2025

 La detassazione della tredicesima, presentata dal governo come una misura epocale a sostegno dei redditi, rischia di rivelarsi l'ennesimo pannicello caldo su una ferita ben più profonda: l'agonia del ceto medio italiano. Analizziamo i fatti con lucidità, al di là degli slogan. L'intervento, così come prospettato, si tradurrebbe in un beneficio netto modesto, poche decine di euro che verrebbero rapidamente erosi dall'inflazione e dal caro-vita.

Il punto non è il "quanto", ma il "come" e il "perché". Questa misura, pur apparentemente vantaggiosa, agisce come un'aspirina somministrata a un paziente che necessiterebbe di un intervento chirurgico strutturale. Il vero problema del nostro Paese non è la tredicesima, ma un sistema fiscale vorace e iniquo che comprime i salari per undici mesi all'anno, una burocrazia asfissiante e una crescita economica stagnante che non genera ricchezza da redistribuire.

Invece di interventi spot, che hanno il sapore della propaganda elettorale, servirebbe il coraggio di una riforma fiscale organica, che riduca drasticamente il cuneo fiscale e contributivo in modo permanente. Solo così si può restituire potere d'acquisto alle famiglie, stimolare i consumi e ridare ossigeno alle imprese.

La politica seria non si misura sull'entità del bonus una tantum, ma sulla capacità di creare un benessere duraturo. Continuare con queste micro-mance significa semplicemente illudere i cittadini, trattandoli non come motori della ripresa, ma come destinatari di una concessione temporanea, utile più a chi la elargisce che a chi la riceve. È ora di pretendere visione, non solo palliativi (Stefano Donno)




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mercoledì 8 ottobre 2025

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La dieta termodinamica. Perché ingrassiamo, perché le diete falliscono e come dimagrire veramente di Dario Bressanini (Mondadori)

Con la sua verve ironica unita al rigore scientifico, Bressanini smaschera le teorie senza fondamento e riconosce gli approcci che, invece, hanno una solida base scientifica e possono funzionare, aiutandoci a capire come dobbiamo cambiare il modo di alimentarci dopo che siamo dimagriti, come dovremmo mangiare per vivere più a lungo e in salute e perché, quando si parla di peso e dimagrimento, non esistono formule - né pillole - magiche. Non uno dei tanti manuali che promettono miracoli, quindi, ma una bussola indispensabile per navigare il mondo delle diete con più consapevolezza e meno sensi di colpa.


Perché ingrassiamo? Facile: perché mangiamo più di quanto consumiamo. Ma la vera domanda è: serve un libro per dimostrare questa semplice verità, sancita dalle leggi della fisica? Evidentemente sì. Dario Bressanini lo ha scoperto quando, quasi per scherzo, ha scritto sui social di essere dimagrito seguendo una «dieta termodinamica» e si è ritrovato sommerso da domande e molta incredulità. Incredulità che, invece, non viene riservata a chi propone formule prodigiose - poco scientifiche e per nulla efficaci - per perdere peso. Da lì ha capito che era ora di rimettersi a scrivere. In questo saggio, perciò, prende in esame le diete del momento, dal digiuno intermittente alla chetogenica, mettendone in luce gli apparenti pregi e i reali difetti. Lo fa dopo averle provate personalmente tutte, con fatti e cifre alla mano, ma anche con argomenti basati sulla logica anziché sulle mode e l'emotività. Il racconto parte da lontano, dai clamorosi fallimenti delle pillole dimagranti del passato, per arrivare fino al cuore del dibattito moderno sulla demonizzazione dei carboidrati, il ruolo controverso dell'insulina, l'oscuro mondo delle anfetamine e le nuove speranze per il trattamento dell'obesità. Un viaggio che ci porta a esplorare perché alcune diete funzionano (almeno all'inizio) e altre sono destinate a fallire, e perché quasi sempre si finisce per riprendere il peso perso.



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