In un universo fumettistico affollato di divinità asgardiane, mutanti perseguitati e miliardari in armatura, c'è un personaggio che si erge come un faro morale: Captain America, Steve Rogers. Non è un supereroe per caso, ma un ideale vivente, un uomo comune trasformato in icona dal siero del super-soldato e da una fede incrollabile nella giustizia. Nato dalle penne di Joe Simon e Jack Kirby nel lontano marzo del 1941, con Captain America Comics #1, Cap ha debuttato scaraventando un pugno in piena faccia a Adolf Hitler – un gesto audace in un'America ancora neutrale nella Seconda Guerra Mondiale. Quel fumetto vendette quasi un milione di copie in un mese, e da allora, Steve Rogers è diventato sinonimo di eroismo puro, un ponte tra il patriottismo innocente degli anni '40 e le complessità morali del XXI secolo.
Ma non illudetevi: Captain America non è un reliquiario polveroso. Nel 2025, con l'uscita della nuova serie omonima da parte di Chip Zdarsky e Valerio Schiti, Cap sta vivendo una delle sue rinascite più entusiasmanti. Questa run, etichettata come Captain America Vol. 14, non è solo un reboot: è una dissezione cruda dell'eredità di Steve, ambientata immediatamente dopo il suo risveglio dal ghiaccio. Immaginate: il nostro eroe, appena scongelato nel mondo moderno, si scontra con il suo primo grande nemico post-guerra, Doctor Doom, in un arco che ridefinisce le alleanze e le minacce globali. È come se Marvel avesse deciso di premere "reset" sul mito fondante, rendendolo fresco e rilevante per un'era di crisi geopolitiche e superpotenze instabili.Le Origini: Da Ragazzo di Brooklyn a Soldato PerfettoPer capire Cap, dobbiamo tornare al cuore pulsante della Golden Age dei comics. Creato durante l'ascesa del nazismo, Steve Rogers era un adolescente mingherlino di Brooklyn, respinto dall'esercito per la sua salute fragile. Volontario per il Progetto Rinascimento, un esperimento top-secret, riceve il siero del super-soldato, che amplifica le sue capacità umane al massimo: forza sovrumana, agilità felina, un metabolismo che lo rende quasi immortale. Ma il twist tragico? L'unico altro volontario muore, e Steve resta l'unico "superuomo" americano. Con lo scudo indistruttibile – un prototipo di vibranio, come scopriremo decenni dopo – e il costume stellato, Cap combatte i nazisti al fianco di Bucky Barnes, il suo fidato sidekick, in storie zeppe di propaganda ma anche di genuino ottimismo.Fatto curioso: quel primo numero del 1941 fu così controverso da attirare minacce di morte da parte di simpatizzanti nazisti negli USA. Simon e Kirby dovettero assumere guardie del corpo! Eppure, Cap vendicò la morte di Bucky (apparentemente dilaniato da una bomba nel 1945) diventando un vendicatore solitario, fino al suo "ritorno" negli anni '60, grazie a Stan Lee e Jack Kirby. Avengers #4 (1964) lo scongelò dal permafrost artico, introducendolo nel Marvel Universe moderno. Da lì, è stato tutto un susseguirsi di saghe epiche: dalla Guerra Civile contro Iron Man nel 2006, al controverso "Hydra Cap" di Secret Empire (2017), dove una versione malvagia di Steve tradisce i suoi ideali – un colpo al cuore per i fan, ma un capolavoro di narrazione morale.L'Evoluzione: Da Icona Bellica a Eroe ContestatoNegli anni, Captain America ha incarnato i cambiamenti sociali. Negli anni '70, sotto Steve Englehart, Cap smaschera corruzione governativa e complotti, riflettendo lo scandalo Watergate. Negli '80 e '90, Mark Gruenwald lo fa lottare contro il governo USA, rinunciando persino al suo nome per diventare "The Captain" in Captain America #350 (1988) – un'allegoria del rifiuto del militarismo cieco. E non dimentichiamo le eredità: Sam Wilson (Falcon) prende il mantello nel 2014, diventando il primo Cap afroamericano, esplorando temi razziali e identità.Ma è il 2025 a segnare un punto di svolta. La serie di Zdarsky e Schiti, lanciata a settembre, reimmagina il "post-risveglio" di Steve con un sliding timescale audace: eventi come il volo spaziale dei Fantastici Quattro sono ora solo 15 anni nel passato, comprimendo la timeline per rendere Cap più "contemporaneo". L'arco iniziale culmina in Captain America #4 (ottobre 2025), dove il destino di Latveria – il regno di Doom – pende da un filo, con Steve che naviga intrighi diplomatici e battaglie titaniche. Poi, in #5 (in uscita proprio oggi, 19 novembre!), assistiamo a "A Tale of Two Captains": Steve si scontra con il suo ex-alleato Dave Colton, un altro super-soldato, rivelando la vera natura della sua missione in Latveria. È un dramma shakespeariano in calzamaglia, che esplora le fratture dell'amicizia in tempo di guerra.E non è finita: Marvel ha annunciato cambiamenti last-minute per reintrodurre S.H.I.E.L.D., l'agenzia spionistica che ha definito tante storie di Cap. In Captain America #6 (gennaio 2026), inizia "Road to Armageddon", un arco che riporta Nick Fury e i suoi agenti al centro della scena, con Cap come fulcro di una minaccia apocalittica. Critici e fan stanno impazzendo: questa run è già acclamata come "la migliore di sempre" per il suo mix di azione viscerale (grazie ai layout dinamici di Schiti) e introspezione filosofica.Impatto Culturale e Perché Cap SopravviveCaptain America non è solo inchiostro su carta; è un mirror della società. Dal film Captain America: The First Avenger (2011) con Chris Evans, che ha incassato oltre 370 milioni di dollari, al merchandise che invade Comic-Con, Cap simboleggia resilienza. Eppure, non è immune a controversie: il "Hydra Cap" ha diviso i fan, accusato di tradire l'essenza anti-fascista del personaggio. Ma è proprio questa capacità di evolversi – da guerriero WWII a critico del potere – che lo rende eterno.Nel 2025, con tensioni globali come quelle in Europa dell'Est che echeggiano le vecchie paure naziste, Cap ci ricorda: l'eroe non è invincibile, ma incrollabile. Che siate veterani della Silver Age o novellini attratti dal MCU, questa nuova era di Zdarsky promette di ridefinire il Capitano per la prossima generazione. Afferrate Captain America #1-5 e unitevi alla lotta – lo scudo vi aspetta.Per aggiornamenti, seguite Marvel.com o la serie su digital platforms. Prossimo appuntamento: #6 a gennaio, dove il mondo potrebbe finire... o salvarsi.