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domenica 16 novembre 2025
Bartitsu. L'arte marziale di Sherlock Holmes di Edward William Barton-Wright (Mediterranee)
Quando Sherlock Holmes lottò con il professor Moriarty riuscì per miracolo a salvarsi grazie alla sua certa conoscenza di un sistema di autodifesa molto in voga nella Gran Bretagna vittoriana. In quell’epoca camminare per le vie cittadine e di campagna era piuttosto rischioso, si diffuse così un notevole interesse per la difesa personale che non sfuggì all’attenzione di sir Arthur Conan Doyle. Nacquero scuole di autodifesa in tutta Londra, tra le quali quella del Bartitsu di E.W. Barton-Wright. Il principio chiave di questo metodo era sbilanciare l’avversario e bloccarlo manipolando le sue articolazioni. Anche l’uso del bastone da passeggio consentiva di avere la meglio su un aggressore. Questo manuale unico insegna a difendersi utilizzando un cappotto, un bastone o un ombrello, o anche brandendo la bicicletta contro un malintenzionato
sabato 15 novembre 2025
Il Generale Inverno, l'ultimo (e più crudele) alleato di Putin - ecco cosa ne penso
Non cercate la prossima "offensiva" di Vladimir Putin sulle mappe militari. Non la troverete nelle trincee fangose del Donbass o nelle manovre corazzate. Come emerge chiaramente dalle ultime analisi strategiche (tra cui quella dettagliata da Il Messaggero), la vera offensiva d'inverno del Cremlino è già iniziata, e non mira ai soldati, ma ai civili.
L'arma è il gelo. L'obiettivo è il blackout totale.
Siamo di fronte a un cambio di paradigma che è, in realtà, un tragico ritorno. Incapace di ottenere uno sfondamento militare decisivo sul campo – dove la guerra si è trasformata in un brutale logoramento – Putin riattiva l'arma più antica e spietata a disposizione della Russia: il "Generale Inverno".
Ma questa volta, l'inverno non serve a difendere la "Madre Russia", come contro Napoleone o Hitler. Serve ad attaccare, a terrorizzare, a spezzare la resilienza di una nazione.
La strategia del gelo
Chiamiamo le cose con il loro nome: questa non è guerra convenzionale; è terrorismo infrastrutturale. La strategia, come delineato, è spietata nella sua semplicità: colpire sistematicamente e senza sosta le infrastrutture critiche ucraine.
Blackout energetici: L'obiettivo primario sono le centrali elettriche, le sottostazioni e le reti di distribuzione. Non si tratta di attacchi casuali, ma di una campagna mirata a smantellare la capacità dell'Ucraina di produrre e trasportare elettricità. Senza elettricità, collassa tutto: gli ospedali, le comunicazioni, l'industria bellica.
Paralisi dei trasporti: Il secondo pilastro è il sabotaggio logistico. Colpire i nodi ferroviari e i ponti non serve solo a rallentare i rifornimenti militari al fronte, ma anche a impedire il trasporto di carbone, gas e aiuti umanitari verso le città.
Il freddo come arma: Il risultato combinato è un'equazione mortale. Senza elettricità non funzionano le pompe dell'acqua. Senza trasporti non arriva il combustibile per il riscaldamento. Milioni di civili vengono condannati a un inverno al buio e al gelo, in una morsa progettata per indurre il collasso psicologico e sociale.
La doppia scommessa del Cremlino
Questa strategia del "congelamento" rivela la vera posta in gioco. Putin sta facendo una doppia scommessa, e solo una delle due riguarda direttamente Kiev.
La prima scommessa è sul morale ucraino. Il Cremlino spera che un popolo stremato, terrorizzato dal freddo e dall'oscurità, prima o poi si arrenda. Spera che la sofferenza civile faccia pressione sul governo Zelensky per accettare un negoziato alle condizioni di Mosca. È un calcolo cinico, che finora si è dimostrato errato: la brutalità russa non ha fatto altro che cementare l'identità e la resistenza ucraina.
La seconda scommessa, la più pericolosa, è sulla nostra stanchezza. Putin non sta bombardando solo le centrali elettriche di Kiev; sta bombardando la pazienza dell'Occidente. Sa che le nostre democrazie sono volatili, che la nostra attenzione è labile, che i costi energetici e militari logorano il consenso pubblico in Europa e negli Stati Uniti.
Mentre l'Ucraina chiede disperatamente sistemi di difesa aerea (come i Patriot) per proteggere le sue città, l'Occidente dibatte, ritarda, invia aiuti con il contagocce. Putin scommette che la nostra volontà politica si congelerà prima delle tubature di Kharkiv.
Il vero fronte
L'inverno sta arrivando e, ancora una volta, sarà il vero arbitro di questa guerra. La resilienza ucraina è fuori discussione, ma non è infinita. Non si può fermare un missile ipersonico con il coraggio.
L'Europa e gli Stati Uniti devono capire che questa offensiva energetica non è un fronte secondario: è il fronte. Ogni generatore inviato, ogni sistema anti-drone, ogni batteria missilistica fornita ora è importante quanto un carro armato in prima linea.
Se permetteremo che la strategia del blackout totale abbia successo, non sarà solo una vittoria tattica per Putin. Sarà una nostra sconfitta morale. Sarà la dimostrazione che, di fronte alla brutalità pianificata, la nostra solidarietà si è raffreddata molto prima di quanto sperassimo.
(Stefano Donno)
L'Occhio Segreto dell'Universo Marvel: Chi è Davvero Nick Fury?
Da veterano di guerra incallito a fondatore degli Avengers cinematografici, pochi personaggi Marvel hanno avuto un'evoluzione così complessa e affascinante come Nick Fury. Se chiedete a un fan occasionale chi sia, vi descriverà Samuel L. Jackson con una benda sull'occhio. Ma per noi lettori di lunga data, la storia è molto, molto più complessa.
Sono qui per portarvi dietro le quinte, nelle zone d'ombra dello S.H.I.E.L.D., per svelare l'uomo che è, ed è stato, il vero "Man on the Wall" dell'Universo Marvel.
🕵️♂️ L'Originale: Il Sergente della Seconda Guerra Mondiale
Dimenticate per un attimo il trench di pelle e le portaerei volanti. Il Nick Fury originale (Terra-616) ha debuttato nel 1963 in "Sgt. Fury and his Howling Commandos".
Questo Fury era un italo-americano (Nicholas Joseph Fury), bianco, con i capelli scuri, un sigaro perennemente in bocca e un carattere d'acciaio. Era il capo di un'unità d'élite multietnica durante la Seconda Guerra Mondiale. Era l'equivalente Marvel di un "war hero" classico, un uomo d'azione rude e carismatico.
Il passaggio all'era moderna avvenne negli anni '60, grazie al genio psichedelico di Jim Steranko. In "Strange Tales", Steranko trasformò Fury da soldato a super-spia. Divenne il Direttore dello S.H.I.E.L.D. (Strategic Hazard Intervention Espionage Logistics Directorate), un'agenzia hi-tech in stile James Bond, ma con più L.M.D. (Life Model Decoys) e minacce cosmiche.
✨ Curiosità #1: La Formula Infinito
Come ha fatto un veterano della Seconda Guerra Mondiale a essere ancora in perfetta forma per dirigere lo S.H.I.E.L.D. nell'era moderna?
La risposta non è il Siero del Super-Soldato (quello è di Capitan America), ma la "Formula Infinito" (Infinity Formula). Durante la guerra, Fury fu gravemente ferito da una mina. Per salvarlo, gli fu iniettato questo siero sperimentale che, pur non donandogli superpoteri, ha rallentato drasticamente il suo processo di invecchiamento. Questo è il "segreto" della sua longevità e il motivo per cui è rimasto il burattinaio della Marvel per decenni.
🕶️ L'Era Moderna: L'Ultimate Fury e l'MCU
Negli anni 2000, la Marvel lanciò l'universo "Ultimate" (Terra-1610), una rivisitazione moderna dei suoi eroi. In questa continuità, lo scrittore Mark Millar e il disegnatore Bryan Hitch dovevano reintrodurre Nick Fury.
La loro ispirazione? L'attore più "cool" che potessero immaginare: Samuel L. Jackson.
✨ Curiosità #2: Il Casting prima del Casting
Questa è la storia più famosa legata a Fury. Nelle prime apparizioni di "Ultimate Nick Fury", il personaggio non solo era afroamericano e pelato, ma era esplicitamente disegnato con le fattezze di Samuel L. Jackson, senza che l'attore ne sapesse nulla.
Quando Jackson (che è un fan di fumetti) scoprì la cosa, invece di fare causa alla Marvel, contattò l'editore e disse, in sostanza: "Grazie per avermi usato. Ora, se mai farete un film su questo personaggio, io sarò l'unico a interpretarlo."
Il resto è storia del cinema. L'MCU ha adottato l'estetica dell'universo Ultimate, e la performance di Jackson ha ridefinito Nick Fury per un'intera generazione, rendendolo il collante del Marvel Cinematic Universe.
🧬 Il Dilemma della Continuità: I Due Fury
Il successo straripante dell'MCU ha creato un problema per i fumetti "classici" (Terra-616): il Nick Fury che tutti vedevano al cinema era radicalmente diverso dal Nick Fury bianco e con i capelli brizzolati che dirigeva lo S.H.I.E.L.D. nei fumetti.
Come ha risolto la Marvel? Con un classico "retcon" (revisione della continuità).
✨ Curiosità #3: L'Arrivo di Nick Fury Jr.
Durante la miniserie "Battle Scars" (2012), è stato introdotto un nuovo personaggio: Marcus Johnson. Un ranger dell'esercito che, nel corso della storia, scopre la verità sulle sue origini.
Si scopre che Marcus è il figlio segreto e illegittimo del Nick Fury originale. Durante uno scontro, perde un occhio (ovviamente!) e, alla fine della storia, si rade la testa, adotta il nome di suo padre—Nick Fury Jr.—e si unisce allo S.H.I.E.L.D.
Questo ha permesso alla Marvel di avere la sua "torta e mangiarsela": il Nick Fury Jr. (identico alla versione MCU) è diventato il principale agente Fury nei fumetti moderni, mentre il Fury originale poteva essere messo da parte.
✨ Curiosità #4: La Fine del Fury Originale (The Unseen)
E cosa ne è stato del Nick Fury originale? Non poteva semplicemente andare in pensione.
Nell'evento "Original Sin" (2014), viene rivelato che per decenni Fury ha agito come il difensore segreto della Terra, commettendo omicidi e atti moralmente discutibili per proteggere l'umanità da minacce aliene. Era il vero "Man on the Wall".
Durante l'evento, Fury uccide Uatu, l'Osservatore (The Watcher). Come punizione per questo crimine cosmico, i poteri degli Osservatori lo trasformano. Il Nick Fury originale viene incatenato sulla Luna, condannato a diventare il nuovo Osservatore della Terra, ma senza poteri e senza la capacità di intervenire. Ora è conosciuto solo come "The Unseen" (Colui che non viene visto). Una fine tragica e poetica per la più grande spia dell'universo.
Nick Fury, in entrambe le sue versioni principali, non è mai stato l'eroe più forte. Non vola e non spara raggi dagli occhi. La sua vera forza risiede nella sua paranoia, nella sua preparazione e nella sua incrollabile (e spesso terrificante) convinzione che solo lui sappia cosa è necessario fare per salvare il mondo. È l'ombra che permette agli eroi di brillare nella luce
Brividi e fiabe. La televisione di Lamberto Bava a cura di Marco Chiani (Shatter)
La critica italiana ha gli armadi pieni di scheletri in merito al cinema di Lamberto Bava, figuriamoci in merito alla sua televisione. Nonostante l'aurea di maestro del terrore che oggi circonfonde l'interessato, gli scheletri continuano ad essere stipati, gli uni sugli altri, anno dopo anno. "Brividi e Fiabe - La televisione di Lamberto Bava" vuole evitare le trappole dell'opinione sommaria e delle stellette da attribuire ai singoli film tipiche delle recensioni, raccogliendo punti di vista e approcci analitici differenti sulla vasta produzione televisiva di un narratore di razza che ha ugualmente terrorizzato e incantato il pubblico del piccolo schermo. Curata da Marco Chiani, la monografia raccoglie saggi di Antonio Fabio Familiari, Eugenio Ercolani e Gian Giacomo Petrone, Giulio Olesen e Martina Genovese. Completano il volume le interviste a Lamberto e Roy Bava
venerdì 14 novembre 2025
La Sicilia prima del Grand Tour. Cronache di viaggiatori inglesi e scozzesi tra Cinquecento e Seicento di Alessandro Abbate (Carocci)
Il volume propone una prospettiva innovativa sul tema classico del viaggio in Sicilia, distinguendosi nettamente dall'approccio tradizionale che privilegia i grandi protagonisti del Grand Tour del XVIII e XIX secolo, i cui resoconti hanno spesso contribuito a veicolare una rappresentazione artificiosa della realtà siciliana. L'autore, al contrario, volge la sua attenzione a una vasta e diversificata gamma di fonti odeporiche, sino a ora mai esaminate in maniera sistematica, redatte da viaggiatori inglesi e scozzesi che visitarono l'isola nel Cinquecento e nel Seicento. L'analisi di questi testi non si concentra sulla loro dimensione letteraria, ma li considera come strumenti attraverso i quali far emergere gli interessi dei visitatori e la qualità delle loro interazioni con il territorio. Da essi, infatti, scaturisce un mosaico di testimonianze eterogenee, caratterizzate da filtri interpretativi e percorsi esplicativi complessi e talvolta divergenti, che permettono di cogliere i diversi orizzonti culturali, socio-economici e politici dai quali i travellers britannici della prima età moderna guardarono alla principale isola del Mediterraneo
L'Europa sonnambula e la sveglia gelata di Ian Bremmer
Se c’era ancora qualcuno a Bruxelles o nelle cancellerie europee che sperava che il secondo mandato di Donald Trump fosse solo una versione...
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Milano, 20 aprile 1814: la notizia dell’abdicazione di Napoleone re d’Italia porta una folla inferocita a invadere il Palazzo del Senato p...
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Stefano De Martino, sui social il video intimo con la fidanzata Caroline Tronelli: gli hacker violano le webcam di casa | Corriere.it
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Meloni-Orbán: l'amicizia di comodo e il "Patto del Diavolo" che logora l'Europa - ecco cosa ne pensoC'è un gioco delle parti che va in scena a Bruxelles e nelle capitali europee, e i due protagonisti più discussi sono, ancora una volta,...




