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sabato 25 ottobre 2025

40 anni dal 1985: l'anno di Super Mario e di Ritorno al Futuro

 Amsterdam, 24 ottobre 2025 – Sono passati ormai 40 anni dal 1985. Un anno in cui gli appassionati di videogames hanno potuto toccare con mano per la prima volta il NES, Nintendo Entertainment System la rivoluzionaria console a cartucce (che dal 1983 era disponibile solo in Giappone). È anche l’anno in cui è uscito nelle sale il primo capitolo della saga di Ritorno al Futuro, che ha visto anche la nascita dello Studio Ghibli e l’inizio di una serie di capolavori dell’animazione: tre pilastri culturali che hanno trasformato il mondo del gaming, del cinema e dell’animazione.

Immagine che contiene muro, orologio, arredo, interno

Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.
Dal primo salto di Mario, ai viaggi nel tempo della DeLorean di Marty McFly al primo film di Ghibli, questi tre momenti hanno segnato in maniera indelebile il mondo del collezionismo. Per celebrare il 40° anniversario dell’arrivo sul mercato globale del Nintendo Entertainment SystemCatawiki, il principale marketplace online per oggetti speciali, ospita un’ asta Nintendo curata ad hoc che sarà aperta fino al prossimo 2 novembre in cui saranno a disposizione degli appassionati collezionisti numerosi giochi, diverse console e accessori vari.
Anche l’interesse per la saga di Ritorno al Futuro è alle stelle: le ricerche su Catawiki sono aumentate del 27% nel primo semestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e il 31 ottobre verrà lanciata sulla piattaforma un’asta speciale dedicata a Ritorno al Futuro, con oggetti esclusivi come una replica altamente dettagliata della DeLorean Time Machine di 72 cm e una replica dell’hoverboard autografata da Michael J. Fox e Christopher Lloyd, le star del film.
 
1985, una supernova della cultura pop
Situato all’incrocio tra cambiamenti post-industriali, accelerazione digitale e ascesa dei media globali, il 1985 ha dato origine ad artefatti che hanno superato la loro epoca diventando “icone” della cultura pop. Non semplicemente giocattoli o film ma elementi distintivi di appartenenza. E la lista è lunga: da “The Breakfast Club” che ha catturato l’ansia adolescenziale, I Goonies hanno reso l’avventura cinematografica e We Are the World ha unito gli artisti per una causa comune. È stato un anno da ricordare. “Quando si parla di Cultura Pop, il 1985 non è stato semplicemente un buon anno, è stato un punto di svolta culturale,” - spiega Toby Wickwire, esperto di giochi di Catawiki. “Quell’anno rappresenta la soglia in cui gli artefatti mediatici sono diventati artefatti della memoria, quando ciò che possedevi ha iniziato a contare come parte della tua identità. Il NES, ad esempio, così come le prime opere di Miyazaki e Ritorno al Futuro, erano molto più che intrattenimento: erano punti di riferimento per identità e comunità in un mondo in rapida trasformazione.”
 
    
 
La “nostalgia” in numeri
Su Catawiki, la nostalgia non è solo emozione, è anche un concetto misurabile:
  • Le vendite di videogiochi sono aumentate del 22% nel primo semestre del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024.
  • La categoria Film & TV è cresciuta del 15% negli ultimi tre mesi.
  • La nuova categoria d’asta “Animazione giapponese”, introdotta all’inizio dell’anno, ha già visto triplicare le sue vendite.
 “Colpisce il fatto che, nell’anno in cui il Nintendo Entertainment System compie 40 anni, le vendite di videogiochi su Catawiki continuino a crescere,” - afferma Toby WickwireEsperto di giochi di Catawiki. “Il NES ha contribuito a gettare le basi del gaming moderno, e vedere questa passione resistere dopo quattro decenni dimostra quanto queste prime esperienze risuonino ancora profondamente: non è solo nostalgia ma una testimonianza di quanto il gioco sia radicato nella nostra cultura.”
 

La strada giovane di Antonio Albanese (Feltrinelli)

Ispirato a una storia familiare, La strada giovane è il primo romanzo di Antonio Albanese, che rivela un talento per la narrazione tesa, a tratti drammatica, venata di tenerezza. Nino è un protagonista struggente e vero, di cui è impossibile non innamorarsi.

«Addentandolo, Nino non riuscì più a trattenere il pianto, perché quello, per quanto secco, era pane vero, il primo che mangiava da settimane, da mesi, da prima di finire internato. Non sapeva ancora di casa, quel pane, ma almeno non sapeva di cenere.»

Nino, giovane panettiere siciliano, viene catturato dopo l'8 settembre. Dell'armistizio non ha capito granché, credeva che i tedeschi lo rispedissero a casa dalla sua famiglia, nelle Madonie, invece quel treno lo ha portato in un campo di prigionia in Austria, a patire fame, freddo e paura. Nino è un IMI, un internato militare, senza nemmeno i diritti di un prigioniero. Qualche conforto gli viene dall'amicizia con Lorenzo, un giovane toscano colto e spigliato, che con lui lavora nelle cucine governate dal Piemontese, un gigantesco macellaio. Insieme, i tre colgono l'occasione dello scompiglio per i festeggiamenti di capodanno del '44 per fuggire. Ma fuori il freddo, la fame e la paura non mordono meno: orientarsi non è semplice, trovare cibo e riparo è un'impresa, e la gente è terrorizzata e feroce. La Sicilia sembra irraggiungibile e Nino lascia sul terreno, chilometro dopo chilometro, innocenza e giovinezza. Eppure, a sorreggerlo nel suo interminabile viaggio attraverso i territori occupati dai nazisti, dove combattono le bande partigiane e continuano i bombardamenti, e poi nella devastazione di un Sud martoriato dall'avanzata degli Alleati, c'è il ricordo della bellezza, il calore degli affetti. Mentre si nutre con le lumache rosse che emergono dal terreno dopo la pioggia, emergono anche le sue memorie: la festa del Santo a Ferragosto, il profumo di burro e vaniglia dei biscotti preparati dal padre, il sapore dei babaluci in umido, l'emozione della Targa Florio, la celebre corsa automobilistica. E il calore dei baci di Maria Assunta che, forse, lo sta ancora aspettando e che lui desidera riabbracciare a ogni costo.




OFFICIAL Comic Book Trailer | The Nephilim Indiecomic

venerdì 24 ottobre 2025

Thunder in Paradise la serie Trash con Hulk Hogan

La Manovra della Smentita: il Governo contro se stesso sul "Decreto Svista" - ecco cosa ne penso

 La Legge di Bilancio è, per definizione, l'atto politico più rilevante di un esecutivo. È la mappa con cui si intende navigare l'anno a venire. Eppure, osservando il "teatrino" della maggioranza non appena la Manovra 2026 ha varcato la soglia del Consiglio dei Ministri per approdare in Parlamento, la sensazione non è quella di una rotta tracciata, ma di un equipaggio in ammutinamento prima ancora di salpare.

Quello a cui assistiamo non è il fisiologico dibattito parlamentare, ma una surreale "governance della smentita", dove i ministri sconfessano oggi ciò che loro stessi hanno approvato ieri.

Il caso più emblematico, che sfiora la commedia dell'arte, è lo scontro aperto tra i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Il pomo della discordia? Molteplice.

Da un lato, il leader di Forza Italia veste i panni dell'oppositore interno e attacca frontalmente il collega della Lega sui tagli ai trasporti. Tajani chiede a Salvini, titolare del MIT, di "rimediare" ai definanziamenti per la Metro C di Roma e la M4 di Milano. Una mossa politicamente astuta: Forza Italia si intesta la difesa delle grandi aree urbane, lasciando a Salvini l'imbarazzo di un ministero che, a quanto pare, subisce tagli senza che il suo ministro se ne accorga.

Ma il capolavoro della confusione si raggiunge sulla tassa sugli affitti brevi. Qui, Tajani e Salvini si ritrovano magicamente alleati nel criticare un aumento della cedolare secca che entrambi hanno appena votato in CdM. Come è possibile? Semplice: è stata una "svista", una "distrazione".

I due vicepremier, di fatto, ammettono di aver approvato un testo a loro "insaputa", come ironicamente sottolineato dalle opposizioni.

Questo scenario apre la porta al più classico degli sport nazionali: lo scaricabarile. Se la politica vota provvedimenti che non condivide, la colpa di chi è? Ovviamente dei tecnici. Tajani non perde occasione per sferrare un attacco ai "grand commis" del Ministero dell'Economia, rei di voler "punire" i cittadini con nuove tasse. Un messaggio chiaro: la politica è buona, è la burocrazia (del MEF, ministero guidato dal leghista Giorgetti) ad essere cattiva.

In questo caos calcolato, l'unico a tentare di tenere la barra dritta sembra proprio il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, costretto a difendere non solo i conti pubblici, ma anche l'onorabilità dei suoi stessi tecnici dagli attacchi dei suoi alleati di governo.

La verità è che questa Manovra, prima ancora di essere emendata dal Parlamento, è già stata "emendata" dalle dichiarazioni alla stampa dei suoi stessi proponenti. È la dimostrazione di una maggioranza che governa come se fosse in perenne campagna elettorale, dove ogni partito non difende la linea dell'esecutivo, ma marca il territorio in vista del prossimo sondaggio.

Mentre alleati minori, come Lupi, ricordano candidamente a Tajani che a quel vertice "ha condiviso tutto", la domanda sorge spontanea: se i vicepremier non leggono, o non capiscono, o sconfessano ciò che votano, chi sta davvero guidando il Paese? (Stefano Donno)







Ritratto senza somiglianza di Georgij Ivanov - contiene il saggio Da Puskin agli specchi di Ivanov di Carmelo Claudio Pistillo (La Vita Felice)

Ritratto senza somiglianza è un libro che lascia il segno, una confessione deformata in versi. D’altra parte che tipo di somiglianza ci si può aspettare da un autore come Ivànov, che nelle descrizioni dei poeti fatte in alcune memorie e frammenti di ricordi, li raffigurava provocatoriamente con evidenti alterazioni? 
Il poeta non è esattamente un testimone oculare, un trascrittore, un fotografo o un nastro magnetico.
Il poeta, nel ricostruire quanto vissuto, ripensa a ciò che ha visto, talvolta confondendo le immagini e sovrapponendole allo scopo di mettere in luce ciò che più gli preme, la sua verità, che non è mai la verità storica e oggettiva, ma la sua verità poetica, uscita faticosamente dall’oscurità, mai dalla luce. Con la poesia la realtà muta come mutano i venti e le stagioni


Georgij Vladimirovič Ivànov: (Governatorato di Kovno 1894 - Hyères 1958), scrittore e poeta russo, è considerato uno dei più grandi poeti dell’emigrazione russa. Dopo essersi diplomato all’Accademia militare di San Pietroburgo, Ivanov cominciò a collaborare con l’importante rivista letteraria «Apollon», sostituendo il poeta e critico Gumilëv. Nel 1923 emigrò a Parigi, dove collaborò con varie riviste in qualità di poeta, giornalista e critico. Nel 1943, trasferitosi a Biarritz con la moglie, subì l’esproprio dei beni da parte dei nazisti occupanti. Dall’inizio del febbraio 1955 fino alla sua morte egli visse nella più completa miseria nell’ospizio di Hyères, vicino a Nizza




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giovedì 23 ottobre 2025

Robocop in versione femminile Made in JAPAN !

Il Paradosso Meloni: Governare l'Italia Attaccando l'Europa. Il Manuale Trump sbarca a Bruxelles. - ecco cosa ne penso

C'è un'arte sottile nel populismo moderno, un manuale non scritto che Donald Trump ha trasformato in vangelo politico: candidarsi contro il sistema, governare contro il sistema, e non smettere mai di attaccare il sistema, anche quando quel sistema sei tu. L'analisi che emerge dal dibattito attuale, e che paragona la strategia europea di Giorgia Meloni alla "America anti-americana" di Trump, non è solo una provocazione intellettuale. È la diagnosi esatta della più grande contraddizione del potere sovranista.

La tesi è affilata: Meloni non vuole un'Italexit. Quella è roba vecchia, un'opzione rozza, da prima della classe. La strategia odierna, molto più sofisticata, è costruire un'"Europa anti-europea".

Non si tratta più di abbattere il palazzo, ma di occuparne i piani alti per lamentarsi delle fondamenta.

Il parallelismo con Trump è perfetto. L'ex (e forse futuro) presidente USA ha costruito una carriera politica convincendo l'America profonda che il nemico fosse Washington D.C., il "deep state", le élite federali. Lo ha fatto dal Bureau Ovale. Ha delegittimato l'FBI, la CIA, il Dipartimento di Giustizia, ovvero l'architrave stessa del governo che presiedeva. Ha creato un'America ostile alla propria stessa struttura di potere.

Giorgia Meloni sta applicando lo stesso copione, con le dovute traduzioni. Il suo nemico non è (più) l'Euro in sé, ma la "burocrazia di Bruxelles", i "tecnocrati senz'anima", i "poteri forti" che minacciano la nostra identità. E lo fa dal pulpito di Palazzo Chigi, lo stesso pulpito da cui annuncia i successi nell'ottenimento dei fondi del PNRR, fondi che sono l'Europa.

Questa è la grande illusione del "sovranismo 2.0". Si partecipa ai vertici, si stringono mani, si negoziano accordi, e un minuto dopo si torna in patria per denunciare quegli stessi vertici come un covo di nemici. È una strategia politicamente geniale per il consenso interno: ogni successo è merito del governo nazionale, ogni fallimento – dall'inflazione alla crisi migratoria – è colpa dell'Europa.

Ma qui sta il punto critico, l'inganno che un giornalismo serio ha il dovere di smascherare. L'America di Trump, per quanto divisa, resta un'unica nazione sovrana. L'Unione Europea, invece, è un patto volontario tra ventisette Stati. Giocare a fare Trump a Bruxelles ha conseguenze infinitamente più pericolose.

Quando si attacca il "sistema americano" dall'interno, si logora la fiducia nelle istituzioni nazionali. Quando si attacca il "sistema Europa" dall'interno, si logora l'unica vera rete di sicurezza economica e geopolitica che l'Italia possiede. Non si può chiedere solidarietà allo spread alla BCE e contemporaneamente dipingere Francoforte come un avversario. Non si può implorare una soluzione comune sui migranti e definire l'UE un'entità ostile.

La strategia dell'"Europa anti-europea" è un gioco di prestigio retorico. È un tentativo di avere i benefici della stabilità comunitaria (i soldi, il mercato unico, lo scudo politico) senza pagarne il prezzo in termini di cessione di sovranità, o quantomeno di lealtà.

È una performance per la platea nazionale, ma il rischio è che, a forza di recitare, il teatro crolli davvero. E sotto le macerie, a differenza dell'autosufficiente America, l'Italia si ritroverebbe tragicamente sola. (Stefano Donno)




Ivo Ceci vince a Lascia o Raddoppia 16.03.1989 - Bugatti Automobili Campogalliano

L'albero della libertà di William Wall (Aboca Edizioni)

Irlanda del Sud, 1969. Due fratelli, Liam Óg e Seán, vivono in un piccolo villaggio costiero. La loro infanzia è caratterizzata dalla libertà, dall’amore per la natura e dalle avventure sulla spiaggia di Cannavee, dove scoprono un grande albero trasportato dalle maree, che diventa il fulcro delle loro fantasie e dei loro giochi. Il paesaggio costiero, il mare e l’albero rappresentano per loro un rifugio sicuro, un luogo di immaginazione e libertà. Il padre dei ragazzi è un giornalista inviato a coprire gli eventi legati ai Troubles (la violenza politica nell’Irlanda del Nord), e attraverso i notiziari e le lettere della madre, i ragazzi iniziano a percepire la tensione che attraversa il paese. L’incontro con Monica, una ragazza la cui casa è stata incendiata durante gli scontri settari, porta Liam e Seán a confrontarsi più direttamente con la violenza del mondo adulto. Monica parla loro di un conflitto che prima sembrava distante... Mentre la vita quotidiana scorre tra esplorazioni e nuove amicizie, la realtà della guerra civile irlandese diventa sempre più presente. Un romanzo che combina elementi poetici e malinconici con la cruda realtà storica, creando un ritratto vivido di un’epoca e di una generazione che si trova al confine tra sogno e disillusione. Ma anche uno splendido romanzo generazionale che cattura il passaggio dall’innocenza dell’infanzia alla consapevolezza della complessità e della brutalità del mondo adulto




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mercoledì 22 ottobre 2025

L'asilo di Kharkiv: l'innocenza nel mirino. Questo non è un incidente, è un messaggio - ecco cosa ne penso

Non chiamatelo "danno collaterale". Non osate archiviarlo come un tragico, inevitabile errore nel caos della battaglia. Il drone russo che ha colpito un asilo a Kharkiv, in pieno giorno, è l'ultima, agghiacciante firma di una strategia che ha superato da tempo i confini del conflitto convenzionale per abbracciare il terrore puro.

Quando il presidente Zelensky parla di "uno sputo in faccia alla pace", coglie solo una frazione della verità. Quello a cui abbiamo assistito non è solo un attacco alla flebile speranza di negoziati; è un attacco deliberato alla normalità, alla resilienza e al futuro stesso dell'Ucraina.

Analizziamo i fatti con la freddezza che la politica internazionale richiede. Un asilo non è un obiettivo militare. Non ospita batterie di missili, non è un centro di comando. È, per definizione, un santuario di innocenza. Colpirlo in pieno giorno non massimizza il danno strategico-militare; massimizza il terrore psicologico.

Il Cremlino, con questa azione (l'ultima di una lunga serie), sta inviando un messaggio multiplo, e nessuno di questi è rivolto ai soldati al fronte.

Il primo messaggio è per la popolazione di Kharkiv: "Nessun luogo è sicuro. Non i vostri ospedali, non le vostre case, nemmeno le culle dei vostri figli. Arrendetevi, perché la vostra resistenza quotidiana vi costerà ciò che avete di più caro". È la logica della mafia applicata alla geopolitica.

Il secondo messaggio è per l'Occidente. In un momento in cui i dibattiti politici a Washington, Bruxelles e nelle capitali europee si concentrano sulla sostenibilità degli aiuti, sull'aumento dei costi e sulla "stanchezza da guerra", Mosca alza la posta della brutalità. Sta testando i nostri limiti morali. Sta scommettendo sul fatto che la nostra indignazione sarà temporanea, che un comunicato stampa di condanna della Casa Bianca o della Commissione UE sarà seguito dall'inazione.

Il drone su Kharkiv è la dimostrazione plastica che ogni appello alla "moderazione" russa, ogni ingenua speranza di un "cessate il fuoco" basato sulla buona volontà, è fumo negli occhi. Non si può negoziare la pace con chi usa i bambini come leva militare. Qualsiasi trattativa che inizi senza il presupposto del ritiro totale e della responsabilità per questi atti non è diplomazia, è un invito alla prossima atrocità.

L'attacco all'asilo di Kharkiv non è un dettaglio della cronaca di guerra. È il riassunto della guerra stessa. È la disumanizzazione dell'avversario portata al suo estremo logico.

Se la risposta internazionale si limiterà al solito, stanco copione di condanne formali, se non accelereremo il supporto necessario a Kiev per difendere i propri cieli, allora quello "sputo in faccia" descritto da Zelensky non sarà rivolto solo alla pace. Sarà rivolto anche a noi, alla nostra apatia e alla nostra paralisi strategica. L'orrore di oggi è il prezzo della nostra indecisione di ieri




Biennale d'Arte Contemporanea 2025, Casagiove CE, BUONO

Cromatismi di Paulo Scott (Tulemond)

 Dove si stabilisce il confine tra una sfumatura di colore e quella immediatamente successiva? E se la differenza intercorre tra i colori della pelle di due fratelli? Federico vive a Brasilia. Ha preso parte a una commissione governativa, nata per discutere l’ideazione di un software capace di stabilire, attraverso biometrie facciali degli studenti, chi è ‘abbastanza nero’ da meritare uno dei posti riservati nelle Università. Durante i lavori, un’improvvisa richiesta d’aiuto da parte del fratello Lourenço lo riporta nella sua città natale, Porto Alegre. Seguendo le loro storie, Paulo Scott intreccia le tematiche dell’autoidentificazione etnica, dell’ingiustizia sociale e del razzismo strutturale in Brasile. Paulo Scott è nato nel 1966 a Porto Alegre: prima di dedicarsi alla scrittura è stato avvocato e docente di Diritto. Scrittore, sceneggiatore e giornalista, ha pubblicato opere di narrativa, poesia e una graphic novel




I Promessi Sposi 4ª Parte A Sordi, D Quinn, B Lancaster, F Nero, H Berger REGIA di S Nocita

Pasta pronta in 10 MINUTI - Ricetta facile e super 🐷 #cucinandomelagodo

TUDOR SI SFOGA E ALZA LA VOCE: "SENZA ARBITRO DI VERONA E CON CALENDARIO DIVERSO SAREMMO PRIMI"

SERIE A TOP e FLOP 7° Giornata | La rinascita di Leao? Conte vs Baroni

RENTAL FAMILY (2026) Trailer ITA | Brendan Fraser | Film Commedia Drammatica

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Puscifer - "Self Evident" (Official Music Video)

La langue double, de Ivan Pozzoni poète italien. Édition Ralm. #poème

Trump contro l'Europa: Un Isolazionismo Pericoloso o una Sveglia Necessaria? - ecco cosa ne penso

  In un mondo già segnato da tensioni globali, il documento sulla nuova National Security Strategy di Donald Trump, rilasciato in questi gio...