Irlanda del Sud, 1969. Due fratelli, Liam Óg e Seán, vivono in un piccolo villaggio costiero. La loro infanzia è caratterizzata dalla libertà, dall’amore per la natura e dalle avventure sulla spiaggia di Cannavee, dove scoprono un grande albero trasportato dalle maree, che diventa il fulcro delle loro fantasie e dei loro giochi. Il paesaggio costiero, il mare e l’albero rappresentano per loro un rifugio sicuro, un luogo di immaginazione e libertà. Il padre dei ragazzi è un giornalista inviato a coprire gli eventi legati ai Troubles (la violenza politica nell’Irlanda del Nord), e attraverso i notiziari e le lettere della madre, i ragazzi iniziano a percepire la tensione che attraversa il paese. L’incontro con Monica, una ragazza la cui casa è stata incendiata durante gli scontri settari, porta Liam e Seán a confrontarsi più direttamente con la violenza del mondo adulto. Monica parla loro di un conflitto che prima sembrava distante... Mentre la vita quotidiana scorre tra esplorazioni e nuove amicizie, la realtà della guerra civile irlandese diventa sempre più presente. Un romanzo che combina elementi poetici e malinconici con la cruda realtà storica, creando un ritratto vivido di un’epoca e di una generazione che si trova al confine tra sogno e disillusione. Ma anche uno splendido romanzo generazionale che cattura il passaggio dall’innocenza dell’infanzia alla consapevolezza della complessità e della brutalità del mondo adulto
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