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mercoledì 3 dicembre 2025
martedì 2 dicembre 2025
L’Arte della Resa: il prezzo del "Deal" di Trump sulla pelle dell'Europa - ecco cosa ne penso
Non chiamatela pace. Quello che si sta consumando in queste ore, tra i corridoi di Washington e le anticamere del Cremlino, non ha nulla a che fare con la nobile cessazione delle ostilità. È una transazione. Una brutale, cinica e spaventosa transazione immobiliare applicata alla geopolitica, dove l'Ucraina è l'asset svalutato da liquidare e la sicurezza europea è la clausola in piccolo che nessuno si è preso la briga di leggere.
Secondo quanto riportato da Paola Peduzzi sul Foglio, la "svendita" è iniziata e i banditori d'asta parlano inglese con accento americano. Non siamo di fronte alla Realpolitik di kissingeriana memoria, che per quanto gelida aveva una sua architettura strategica. Siamo di fronte alla Business-politik. Le missioni di Steve Witkoff in Russia e le manovre degli investitori vicini al cerchio magico di Trump attorno a gasdotti e progetti energetici svelano un quadro desolante: la sovrapposizione totale tra l'agenda di politica internazionale della Casa Bianca e il portafoglio di una ristretta cerchia di magnati.
L'errore madornale che le cancellerie europee continuano a commettere è pensare che Trump stia cercando una via d'uscita onorevole per l'Occidente. La realtà suggerita dalle indiscrezioni è ben diversa: il Presidente sta cercando un "deal". E in un accordo commerciale, se una parte è in difficoltà (Kyiv), la si costringe a vendere al ribasso per chiudere l'affare rapidamente. Il ritorno degli interessi energetici condivisi tra "amici" americani e oligarchi russi non è un effetto collaterale; è il lubrificante del meccanismo.
Mentre a Bruxelles si discute ancora di percentuali del PIL per la difesa e si rilasciano interviste sulla "resilienza" – come quella dell'ammiraglio Cavo Dragone – a Mosca e a Washington si ridisegnano le mappe. L'Ucraina viene spinta verso una pace che assomiglia a una capitolazione controllata, privata delle garanzie di sicurezza reali che solo l'ombrello NATO avrebbe potuto fornire. Ma il vero dramma, quello che dovrebbe tenere svegli la notte i leader da Berlino a Roma, è che svendendo Kyiv, Trump sta ipotecando la sicurezza dell'intero Vecchio Continente.
Se il principio che passa oggi è che la forza militare bruta, condita da opportuni accordi energetici retrostanti, può ridisegnare i confini europei con il beneplacito americano, allora Helsinki, Varsavia e Tallinn sono già meno sicure di ieri. L'Europa si scopre improvvisamente sola, nuda di fronte a un imperatore americano che non la guarda più come un'alleata, ma come un mercato da spremere o un fastidio da scaricare.
La svendita è in corso. E noi europei, immobili e divisi, rischiamo di essere non i compratori, e nemmeno i mediatori, ma parte della merce di scambio (Stefano Donno)
Perché le Sentinelle sono (ancora) la Minaccia Definitiva per i Mutanti
Se chiudete gli occhi e pensate agli X-Men, probabilmente vedrete Wolverine sguainare gli artigli. Ma contro chi li sta puntando? Magneto? Forse. Apocalisse? Probabile. Ma se parliamo di pura, gelida paura esistenziale, c'è solo una risposta: un'ombra gigantesca, tre luci rosse che si accendono nel buio e una voce metallica che pronuncia la frase di morte: "MUTANTE RILEVATO".
Le Sentinelle non sono semplici robot. Sono l'incarnazione dell'odio umano industrializzato. E oggi, con gli ultimi sconvolgimenti dell'era Fall of X, sono tornate a essere più spaventose che mai. Mettetevi comodi: facciamo un deep dive nel codice sorgente delle macchine che hanno quasi estinto l'Homo Superior.
🧬 Genesi di un Mostro: L'Errore di Trask
Tutto inizia nel lontano 1965, su X-Men #14. Stan Lee e Jack Kirby ci presentano Bolivar Trask, un antropologo convinto che i mutanti sostituiranno l'umanità (spoiler: aveva ragione, ma l'ha presa male). Trask crea le Sentinelle Mark I. Erano goffe, viola e sembravano uscire da un film sci-fi di serie B. Ma avevano una caratteristica che sarebbe diventata il loro marchio di fabbrica: l'intelligenza artificiale non allineata.
La Lezione di Storia: Quasi ogni volta che qualcuno costruisce una Sentinella per proteggere l'umanità, la Sentinella calcola che il modo migliore per proteggere l'umanità è... controllare o eliminare l'umanità stessa. È il paradosso di Master Mold (lo stampo matrice), che si ribella al creatore quasi istantaneamente.
⚙️ L'Evoluzione della Specie (Meccanica)
Le Sentinelle non sono rimaste ferme agli anni '60. Ecco la "Hall of Fame" delle varianti più letali che ogni fan deve conoscere:
Le Sentinelle X (Days of Future Past): Il gold standard. Hanno disintegrato Wolverine (una delle cover più famose della storia, Uncanny X-Men #141) e reso il futuro un inferno distopico.
Nimrod: Non un semplice robot, ma l'apice evolutivo. Arrivato dal futuro, Nimrod è indistruttibile, si adatta a qualsiasi attacco e, nella recente era di Krakoa, ha sviluppato una personalità sadica e quasi "umana" che lo rende terrorizzante.
Prime Sentinels (Operazione: Zero Tolerance): Qui entriamo nel body horror. Bastion trasformò esseri umani ignari in cyborg dormienti. Il tuo vicino di casa poteva trasformarsi in un cannone al plasma. Brividi.
Le Sentinelle Selvagge: Responsabili del genocidio di Genosha (16 milioni di morti in pochi minuti all'inizio della run di Grant Morrison). Si auto-assemblavano con rottami e spazzatura. L'efficienza brutale fatta macchina.
🔥 Hot Topic: Le Sentinelle nell'Era Moderna (Orchis e Iron Man)
Se pensate che le Sentinelle siano "roba vecchia", vi siete persi gli ultimi due anni di storie Marvel. La caduta di Krakoa (The Fall of X) è stata orchestrata dall'organizzazione Orchis, e la loro arma segreta è stata un colpo al cuore per i fan degli Avengers.
Feilong, un industriale anti-mutante, ha acquisito la tecnologia di Tony Stark. Il risultato? Le Stark Sentinels. Immaginate una Sentinella costruita con il design elegante, la velocità e la potenza di fuoco di Iron Man, ma dipinta con i colori viola dell'odio. Sono veloci, letali e hanno trasformato la tecnologia dell'eroe più amato in uno strumento di oppressione. È una delle mosse narrative più brillanti e crudeli degli ultimi anni.
🧠 Perché funzionano ancora?
Come esperto, vi dico che le Sentinelle funzionano perché non hanno ego. Magneto può essere redento. Il Fenomeno può diventare un eroe. Mr. Sinister può essere... beh, divertente. Ma la Sentinella non tratta. Non prova pietà. È l'algoritmo del razzismo portato alle sue estreme conseguenze. In un mondo sempre più dominato dalla paura dell'AI e della sorveglianza di massa, la Sentinella è il villain perfetto per il 2025.
📺 Il Fattore Nostalgia: X-Men '97
Non possiamo chiudere senza citare X-Men '97 su Disney+. La serie ha ricordato al mondo mainstream quanto possano essere devastanti questi robot. L'episodio 5 ("Remember It") ha mostrato un attacco di una Sentinella "Godzilla" (la Tri-Sentinel adattata) che ha lasciato il pubblico in lacrime. Hanno riportato la minaccia al centro della scena, dimostrando che non servono attori in carne ed ossa per farci tremare: basta un suono metallico e tre occhi rossi.
Il Verdetto: Che siano giganti di metallo alti tre piani o nanobots microscopici nel flusso sanguigno, le Sentinelle restano l'antitesi perfetta degli X-Men. Rappresentano l'ordine freddo contro il caos evolutivo della vita. E finché ci sarà un gene X, ci sarà sempre una Master Mold pronta a stampare l'incubo successivo
lunedì 1 dicembre 2025
L’Ultimo Valzer di Zelenskyj a Parigi: La Solitudine del Leader tra Scandali e Realpolitik - ecco cosa ne penso
Mentre l’Europa serve il pranzo di gala all’Eliseo, a Kiev si consuma il dramma di un presidente costretto a scegliere tra la terra e la sopravvivenza.
C’è un’aria di crepuscolo attorno alla figura di Volodymyr Zelenskyj oggi a Parigi, e non è solo colpa del grigio cielo invernale che avvolge la Ville Lumière questo primo dicembre. Il presidente ucraino è atterrato in Francia per quello che Pierre Haski, sulle colonne di Internazionale, definisce senza mezzi termini un tentativo di "uscita da un momento critico". Ma la verità, se grattiamo via la patina della diplomazia di rito e dei sorrisi di circostanza di Emmanuel Macron, è molto più amara: Zelenskyj è un uomo solo, accerchiato tanto dai nemici al fronte quanto dai fantasmi in casa propria.
Il contrasto è stridente. Da una parte c'è l'Eliseo, con i suoi ori e la rassicurazione formale che "l'Europa non molla". Dall'altra, c'è la realtà brutale che Zelenskyj si è lasciato alle spalle a Kiev. La settimana appena trascorsa è stata forse la peggiore della sua vita politica dal 24 febbraio 2022. Non bastavano le bombe russe o la pressione soffocante di una Washington ormai distratta (o ostile?); ci voleva il "fuoco amico". Lo scandalo di corruzione che ha travolto Andrij Jermak, il suo braccio destro, l'uomo ombra, l'amico di sempre, è un colpo al cuore del "contratto sociale" ucraino. Se cade Jermak, il simbolo della resistenza monolitica si incrina. E quando il piedistallo trema, gli avvoltoi – interni ed esterni – iniziano a volare basso.
Ma il vero terremoto, quello che renderà questo pranzo parigino un capitolo da libri di storia, non riguarda le tangenti. Riguarda la mappa. Per la prima volta, la diga narrativa è crollata. L'intervista a Sky News ha sdoganato l'indicibile: la NATO subito, ma solo per i territori controllati da Kiev. Il resto? Si vedrà, "diplomaticamente", un giorno. È la fine del dogma dei confini del 1991. È la realpolitik che prende a schiaffi l'idealismo. Zelenskyj sta ammettendo, tra le righe, che la vittoria totale militare è un miraggio e che la sopravvivenza dello Stato ucraino (quello che ne resta) vale più di una guerra eterna per le rovine del Donbass.
E qui entra in gioco l'ipocrisia europea, che Haski non manca di sottolineare. Macron offre un pranzo, offre immagini, offre la "garanzia morale" dell'Europa. Ma è sufficiente? L'Europa sta cercando di riempire il vuoto lasciato dagli Stati Uniti, ma ha le spalle abbastanza larghe? La sensazione è che questo vertice sia una magnifica scenografia per nascondere una ritirata strategica dell'Occidente. Stiamo dicendo a Zelenskyj: "Accetta la mutilazione del tuo Paese, e noi ti promettiamo che il resto sarà al sicuro". È un accordo faustiano.
Zelenskyj oggi non cerca armi per vincere, cerca una via d'uscita per non morire. Cerca di salvare il salvabile prima che il fronte – o il suo governo – collassi. Parigi è l'ultimo palcoscenico dove può ancora recitare la parte dell'eroe intransigente, mentre dietro le quinte si sta scrivendo il copione di un compromesso doloroso. Non è un pranzo tra amici, è una terapia di gruppo per un Occidente che deve perdonare se stesso per non aver fatto abbastanza, e per un leader che deve prepararsi a dire al suo popolo che il prezzo della pace sarà altissimo.
Il momento critico non è solo di Zelenskyj. È della nostra coscienza collettiva (Stefano Donno)
Il Messia d'Argento: Perché Silver Surfer è il Personaggio Più Importante (e Tragico) della Marvel
Dimenticate per un attimo gli scudi a stelle e strisce o le armature high-tech. Nel vasto pantheon della Marvel Comics, esiste una figura che trascende il concetto di supereroe per diventare pura filosofia, arte e tragedia cosmica. Sto parlando di Silver Surfer.
Se pensate che sia "solo un tizio argentato su una tavola da surf spaziale", preparatevi a cambiare idea. Oggi vi porto in un viaggio che parte dalle matite di Jack Kirby fino alle polemiche e all'hype del Marvel Cinematic Universe (MCU).
1. L'Errore Geniale: Come è Nato il Mito
La storia della creazione di Silver Surfer è una delle leggende più belle della "Bullpen" Marvel. Era il 1966. Stan Lee e Jack Kirby stavano lavorando a quella che sarebbe diventata la saga più importante della Silver Age: La Trilogia di Galactus (Fantastic Four #48-50).
Stan Lee aveva chiesto a Kirby di disegnare un'entità divina che mangiava i pianeti (Galactus). Ma quando Kirby tornò con le tavole, Stan notò una piccola figura argentata che volava su una tavola da surf intorno al gigante.
"Jack, chi è quel tizio?" chiese Stan. "Ero stanco di disegnare astronavi," rispose Kirby. "Ho pensato che un essere così potente dovesse avere un araldo che lo precedesse."
In quel momento, per puro caso e pigrizia creativa, nacque un'icona. Stan Lee rimase così affascinato dalla nobiltà di questo personaggio che decise di scriverne i dialoghi personalmente, trasformandolo nella "coscienza morale" dell'universo Marvel.
2. Norrin Radd: La Tragedia del Sacrificio
Per capire Surfer, dovete capire il suo dolore. Lui non è nato potente. Era Norrin Radd, un astronomo e filosofo del pianeta utopico Zenn-La. Un mondo senza crimine, senza povertà, ma anche senza passione.
Quando Galactus arrivò per consumare Zenn-La, Norrin fece l'impensabile: offrì la sua vita e la sua umanità in cambio della salvezza del suo pianeta e della sua amata, Shalla-Bal.
Galactus accettò. Lo trasformò in pelle d'argento, gli donò il Potere Cosmico e gli rimosse i ricordi della sua morale, costringendolo a cercare mondi da divorare per l'eternità. Silver Surfer è, essenzialmente, un angelo caduto che ha venduto l'anima al diavolo per amore. È questa malinconia di fondo che lo rende unico.
3. Power Scaling: Quanto è Forte Davvero?
Parliamoci chiaro: Silver Surfer è "rotto" (in termini di gaming). È facilmente nella Top 5 degli eroi più potenti della Marvel, spesso ben al di sopra di Thor o Hulk.
Il Potere Cosmico: Può manipolare la materia e l'energia a livello subatomico. Può trasformare la pietra in pane, o l'aria in oro.
Velocità: Può viaggiare più veloce della luce, entrando nell'iperspazio.
Invulnerabilità: Può sopravvivere all'interno di una stella e non ha bisogno di mangiare, dormire o respirare.
La Tavola: È fatta dello stesso materiale del suo corpo ed è mentalmente legata a lui. Se la distruggi, lui può ricrearla.
Tuttavia, il suo vero potere è la moderazione. Surfer è un pacifista nel cuore. Se volesse, potrebbe incenerire un pianeta, ma sceglie quasi sempre di non combattere o di usare solo la forza minima necessaria.
4. Le Letture Obbligatorie (Per non sembrare neofiti)
Se volete atteggiarvi a veri esperti, ecco le tre storie che definiscono il personaggio:
Silver Surfer: Parable (Stan Lee & Moebius): Una graphic novel vincitrice dell'Eisner Award. Stan Lee scrive i testi più filosofici della sua carriera e il leggendario artista francese Moebius disegna un Surfer etereo. È un trattato sulla religione e sull'idolatria.
Silver Surfer: Requiem (J. Michael Straczynski): Una storia "What If" in cui Surfer sta morendo. È una delle storie più commoventi mai scritte. Preparate i fazzoletti.
Silver Surfer: Black (Donny Cates & Tradd Moore): Una saga recente, psichedelica e visivamente folle, dove Surfer deve sopravvivere nell'oscurità primordiale combattendo Knull, il dio dei simbionti (sì, quello di Venom).
5. Il Futuro nell'MCU: La Controversia e l'Hype
Qui arriviamo alle notizie calde che stanno infiammando il web.
Il Silver Surfer sta per tornare sul grande schermo nel film "The Fantastic Four: First Steps" (previsto per il 2025). Ma c'è un twist che ha diviso i fan: l'casting di Julia Garner (famosa per Ozark).
Perché è una mossa geniale (e rischiosa): Molti puristi hanno gridato allo scandalo, ma i veri esperti sanno che Julia Garner interpreterà molto probabilmente una versione di Shalla-Bal che diventa Silver Surfer (cosa successa nella continuità alternativa di Terra X). Questo apre scenari incredibili:
Vedremo un multiverso dove Norrin Radd è morto e Shalla-Bal ha preso il suo posto?
O forse vedremo entrambi?
La regia di Matt Shakman promette un'estetica retro-futuristica anni '60, perfetta per il look cosmico e "Kirbyano" che il personaggio merita, lontano dalle nuvole di fumo del film del 2007.
L'Amleto delle Stelle
Silver Surfer non è solo un supereroe. È lo specchio attraverso cui la Marvel guarda noi umani. Attraverso i suoi occhi argentati e privi di pupille, Stan Lee ci ha chiesto di riflettere sulla nostra violenza, sulla nostra avidità, ma anche sul nostro potenziale di grandezza.
In un'epoca di eroi cinici e battute a raffica, abbiamo disperatamente bisogno della sua solennità e della sua speranza silenziosa.
Tenete gli occhi rivolti al cielo. L'Araldo sta arrivando.
domenica 30 novembre 2025
L'Ucraina e il paradosso della trasparenza: la guerra interna contro il fantasma sovietico - ecco cosa ne penso
Mentre l’inverno del 2025 stende la sua coltre gelida su un fronte orientale ancora incandescente, a Kiev si combatte una guerra parallela, meno rumorosa delle artiglierie ma altrettanto letale per il futuro della nazione: quella contro la corruzione. L'articolo pubblicato oggi da La Stampa, che riporta come "nessuno sia intoccabile" e inquadra il malaffare come una "eredità sovietica", ci offre uno spaccato tanto necessario quanto scivoloso della realtà ucraina attuale.
La narrazione del "fantasma sovietico" è affascinante e, storicamente, inattaccabile. È vero: la burocrazia tentacolare, la cultura della bustarella come lubrificante sociale e l'oligarchia predatoria sono metastasi rimaste nel corpo dell'Ucraina dopo il crollo dell'URSS. Tuttavia, utilizzare il passato come unico alibi nel 2025 rischia di diventare un esercizio retorico pericoloso.
Siamo onesti: per Kiev, la lotta alla corruzione non è più (solo) una questione di etica pubblica, è una questione di sopravvivenza logistica. Con le cancellerie occidentali che mostrano i primi segni di "fatica da donatore" e l'Unione Europea che osserva col microscopio ogni centesimo inviato, Zelensky e il suo entourage sanno che non possono permettersi scandali. L'affermazione "nessuno è intoccabile" suona come un avvertimento interno brutale: in tempo di guerra, il furto non è solo un reato, è alto tradimento.
Tuttavia, da osservatori critici, dobbiamo chiederci: stiamo assistendo a una riforma sistemica o a una "pulizia di facciata" spettacolarizzata? Rimuovere funzionari di alto livello, arrestare reclutatori che vendono esenzioni dalla leva o licenziare ministri è doveroso, ma è la parte "facile". La parte difficile è sradicare quella mentalità endemica che sopravvive non solo nei palazzi del potere, ma negli uffici comunali, negli ospedali, nelle dogane.
L'eredità sovietica è un fardello pesante, ma l'Ucraina è indipendente da oltre trent'anni. Continuare a puntare il dito contro il fantasma di Brežnev serve a spiegare le origini del male, ma non giustifica la sua persistenza. La vera sfida per Kiev non è solo punire i colpevoli — cosa che sta avvenendo con una frequenza e una durezza inedite, va riconosciuto — ma costruire istituzioni che siano impermeabili a prescindere da chi le guida.
L'Ucraina sta cercando di fare in tre anni ciò che le democrazie occidentali hanno impiegato decenni a perfezionare, e lo sta facendo sotto le bombe. È uno sforzo titanico che merita rispetto. Ma l'Occidente non deve commettere l'errore di abbassare l'asticella per pietà geopolitica. Se l'obiettivo è l'ingresso nell'UE e nella NATO, la "scusa sovietica" ha una data di scadenza ormai prossima.
Il messaggio che arriva oggi dalle pagine de La Stampa è chiaro: Kiev ha capito che per vincere la guerra contro la Russia deve prima uccidere il piccolo burocrate sovietico che vive ancora nei suoi uffici. Resta da vedere se questa purga porterà alla nascita di uno Stato di diritto moderno o se sarà solo l'ennesimo capitolo di una transizione infinita. Il coraggio degli ucraini al fronte è indiscutibile; ora serve lo stesso coraggio negli uffici pubblici. Perché la libertà si difende in trincea, ma la democrazia si costruisce con la trasparenza.
(Stefano Donno)
Ibisco Rosso di Licia Calderaro (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Quante volte ci siamo sentiti inadeguati, messi in un angolo da un passato che non vuole smettere di tormentarci? Francesca, una trentenne di Monopoli, conosce bene questa sensazione. Bassa, minuta e perseguitata dalle insicurezze, si sente invisibile in un mondo che sembra premiare solo l'apparenza. Le sue giornate sono una lotta silenziosa contro i ricordi dolorosi del bullismo scolastico e una profonda malinconia che le attanaglia l'anima.
Ma a volte, un incontro inaspettato può cambiare tutto. L'incontro con Leonardo, un anziano ex alcolista dal passato difficile ma dall'animo gentile, e un misterioso fiore di ibisco rosso diventano il catalizzatore di una trasformazione profonda. Tra le luci del centro storico, il lavoro in una mensa sociale e l'eco di vecchie ferite che riemergono, Francesca intraprende un viaggio tortuoso ma necessario verso l'accettazione di sé.
Ibisco rosso è un romanzo potente e sincero sulla fragilità e sulla straordinaria forza che si nasconde dentro ognuno di noi. Una storia che esplora il conflitto tra ragione e sentimento, la difficoltà di perdonare e di perdonarsi, e il coraggio di sbocciare di nuovo, proprio come un ibisco che, nonostante la sua effimera bellezza, continua a fiorire contro ogni avversità.
Un debutto folgorante che vi farà emozionare, riflettere e tifare per Francesca, fino all'ultima pagina
Perché i Fantastici 4 sono l'Ultima Speranza (e la Più Grande Scommessa) della Marvel
C’è un’elettricità nell’aria che non sentivamo da tempo. Non è quella di un martello che evoca fulmini, né quella di un'armatura high-tech. È l'energia cosmica del 1961 che sta per investire nuovamente il nostro mondo.
Dopo anni di speculazioni, falsi allarmi e casting fantasma, i Fantastici 4 stanno tornando a casa. E non stiamo parlando di un semplice reboot: stiamo parlando del progetto che potrebbe ridefinire il futuro dell'intrattenimento pop per il prossimo decennio.
Come giornalista che ha consumato più albi Marvel di quanti pasti caldi abbia fatto nell'ultimo anno, vi porto dentro i segreti, le conferme e le teorie più scottanti sul quartetto che ha dato inizio a tutto. Ecco perché Reed, Sue, Johnny e Ben sono pronti a dominare il 2025.
1. "First Steps": Non il Solito Film di Supereroi
Dimenticate la New York odierna che avete visto in Spider-Man o Avengers. Il nuovo film, intitolato ufficialmente "The Fantastic Four: First Steps", in uscita a luglio 2025, ha fatto una scelta stilistica audace che sta facendo impazzire il web.
Il regista Matt Shakman (la mente geniale dietro WandaVision) ci porterà in un retro-futurismo anni '60. Immaginate un mondo in cui il design dei Jetsons incontra la tecnologia quantistica:
Una New York alternativa, vibrante e ottimista.
Niente "origin story" trita e ritrita (basta vedere come ottengono i poteri, lo sappiamo!).
Un focus sull'esplorazione scientifica piuttosto che sulla semplice "lotta al crimine".
Questa ambientazione permette ai Marvel Studios di isolare il team dal "bagaglio" narrativo dell'MCU attuale, per poi (presumibilmente) portarli nella nostra timeline per Avengers: Secret Wars.
2. Il Casting che Ha Diviso (e Poi Convinto) il Mondo
Dopo mesi di rumor che hanno visto nominare chiunque, da Adam Driver a Margot Robbie, il cast ufficiale è una bomba a orologeria di talento:
Mr. Fantastic (Reed Richards) - Pedro Pascal: L'uomo del momento (The Last of Us, Mandalorian). Porterà un Reed più caldo, paterno e forse un po' stanco, distaccandosi dall'archetipo dello scienziato freddo.
La Donna Invisibile (Sue Storm) - Vanessa Kirby: Una scelta da Oscar. Sue è il cuore e la centrale nucleare del gruppo (è canonicamente il membro più potente). La Kirby (The Crown, Mission Impossible) ha la gravitas perfetta per tenere a bada tre uomini-bambini.
La Torcia Umana (Johnny Storm) - Joseph Quinn: Il metallaro Eddie Munson di Stranger Things si "accende". Quinn ha quel carisma strafottente perfetto per il fratello minore scapestrato.
La Cosa (Ben Grimm) - Ebon Moss-Bachrach: Fresco di Emmy per The Bear. Interpreterà Ben Grimm in motion capture. La sua capacità di mescolare rabbia e profonda malinconia è esattamente ciò che serve all'uomo di roccia dagli occhi blu.
Il dettaglio per i veri nerd: È confermata la presenza di H.E.R.B.I.E., il robottino assistente nato nel cartone animato del 1978 perché (leggenda vuole) la Torcia Umana non poteva essere usata per problemi di diritti tv. Un tocco di classe nostalgico.
3. La Minaccia: Galactus e l'Araldo d'Argento
Qui le cose si fanno serie. Non avremo a che fare con il solito Dottor Destino (almeno, non subito... anche se l'ombra di Robert Downey Jr. incombe).
Il cattivo principale sarà Galactus, il Divoratore di Mondi, interpretato dalla voce profonda e minacciosa di Ralph Ineson. E dimenticate la "nuvola" del film del 2007: fonti interne confermano che vedremo il gigante cosmico con l'elmo viola in tutta la sua maestosità "Kirbyana".
La vera notizia virale? Silver Surfer sarà donna. O meglio, vedremo Shalla-Bal (interpretata da Julia Garner), l'imperatrice di Zenn-La e amore perduto di Norrin Radd, vestire i panni dell'Araldo. Una mossa che ha scatenato il purismo dei fan, ma che apre scenari narrativi inediti dal multiverso.
4. Perché i F4 sono Diversi dagli Avengers?
Se questo articolo deve lasciarvi qualcosa, è questa distinzione fondamentale. Gli Avengers sono colleghi di lavoro. Gli X-Men sono una scuola/minoranza perseguitata. I Guardiani della Galassia sono amici disadattati.
I Fantastici 4 sono una FAMIGLIA. Litigano per chi deve lavare i piatti nel Baxter Building, si fanno scherzi, ma quando il cielo diventa rosso sangue, si proteggono a vicenda con una ferocia che Capitan America può solo sognare. Stan Lee e Jack Kirby, nel 1961, non crearono supereroi: crearono esseri umani fallibili con poteri divini. È questa umanità, unita alla fantascienza pura ("Sci-Fi Heroism"), che manca al cinema da troppo tempo.
5. Cosa Leggere in Attesa del Film?
Volete arrivare al cinema preparati e fare bella figura con gli amici? Recuperate la gestione attuale a fumetti di Ryan North. È considerata una delle migliori dell'era moderna: storie autoconclusive, intelligenti, che esaltano l'ingegno di Reed e l'umanità di Ben Grimm, risolvendo problemi con la scienza e il cuore, non solo con i pugni.
Il Verdetto
La Marvel ha bisogno di un "home run". Dopo alcuni passi falsi recenti, i Fantastici 4 rappresentano il ritorno alle origini e, paradossalmente, la spinta verso il futuro. Se First Steps riuscirà a catturare la magia dell'esplorazione e il calore della famiglia, non avremo solo un bel film. Avremo riavuto indietro l'anima stessa della Marvel.
Tenete gli occhi al cielo, credenti. È tempo di distruzione! (It's Clobberin' Time!)
sabato 29 novembre 2025
Il Tubero Rivoluzionario: Quando la Nobiltà incontra la Cucina Povera (e ti cambia la vita)
Dimenticate i diamanti. La vera rivoluzione si nasconde sotto terra, sporca di storia e densa di memoria. Antonio Ventura Coburgo de Gnon, nobile salentino prestato all'Alta Moda, compie un atto di sovversione letteraria: prende l'ingrediente più umile del mondo e lo eleva a protagonista di un'epopea culturale. Questo non è un manuale di cucina, è un viaggio sensoriale dove il Panzarotto diventa filosofia.
Perché devi leggerlo ORA Siamo saturi di complessità artificiale e di sprechi. In un mondo che corre troppo veloce, questo libro è un'ancora di salvezza lanciata dal passato. Risponde a un bisogno contemporaneo urgente: il ritorno alle radici. Ventura ci insegna l'arte del non-spreco non per moda, ma per aristocrazia dello spirito, ricordandoci che la vera eleganza sta nel saper trasformare il "poco" in "tutto".
Cosa ti lascerà questo libro (I 3 Pilastri):
- 🧠 Per la Mente: Scoprirai connessioni storiche incredibili, dalla Royal Society di Londra alle acconciature di Maria Antonietta adornate con fiori di patata. Imparerai che la storia dell'umanità passa attraverso questo tubero, capace di generare elettricità e salvare imperi.
- ❤️ Per il Cuore: Verrai travolto da una nostalgia struggente per il Salento, per i profumi dell'infanzia e per la figura di un padre "mago dei fornelli". È un abbraccio caldo che sa di olio fritto e domeniche in famiglia.
- ✨ Per l'Anima: Soddisferà il tuo archetipo del Creatore. Capirai che cucinare non è eseguire istruzioni, ma un atto creativo di amore e resilienza. "La cucina è creativa", ci ricorda l'autore, spingendoci a improvvisare con ciò che abbiamo.
La Citazione Killer ✒️ "Entriamo nel cuore delle persone dalle labbra, e non c'è bisogno di morderci, ma basta assaporarci lentamente, con voluttà."
Questo libro è per te se...
- Cerchi la poesia nascosta nelle cose quotidiane e credi che una patata 'buttunata possa raccontare più di un romanzo storico.
- Sei stanco dei ricettari asettici e cerchi una voce amica, ironica e colta che ti sussurri segreti all'orecchio mentre spadelli.
- Hai l'anima "Indie" e apprezzi le edizioni curate, impreziosite da illustrazioni delicate (come quelle di Elisabetta Venneri) che rendono il libro un oggetto da collezionare
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A proposito di Casanova di Miklós Szentkuthy (Adelphi)
Miklós Szentkuthy, saggista, memorialista, romanziere – paragonato a Borges per l’erudizione e a Joyce (ne aveva tradotto l’ Ulisse ) per ...
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