Ulisse, il simbolo della virtú e della conoscenza in Dante, torna per indicarci la rotta e per aiutarci a non naufragare in questi tempi burrascosi. Siamo convinti che la conoscenza salvi dalle pericolose correnti dei nostri problemi civili e politici. Ma è davvero cosí? Davvero la conoscenza può tanto?
Il canto di Ulisse, nell'Inferno dantesco, è
probabilmente il testo piú celebre di tutta la letteratura italiana. E
non solo, perché è proprio in questi versi che nasce l'immagine di
Ulisse viaggiatore ed eroe della conoscenza. Impossibile, insomma,
sottovalutare l'importanza e l'influenza di questa figura, nel corso dei
secoli e ancora oggi. Eppure, tanto rimane da dire su quello che questi
versi hanno da raccontarci, apparentemente cosí lontani e in realtà
cosí vicini. Il viaggio e il naufragio di Ulisse sono una metafora
potentissima per pensare la nostra condizione in questi tempi di crisi e
incertezza. In fondo, tutto gira intorno a una tensione ineliminabile
tra la conoscenza e la politica, come avrebbe visto Friedrich Nietzsche,
un altro amante dei viaggi, reali e immaginari. Dove sono il bene e il
male? Siamo convinti che la conoscenza salvi, aiutandoci a fare ordine
nel nostro mondo. È davvero cosí?
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