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martedì 9 settembre 2025
lunedì 8 settembre 2025
I padroni dell'AI. Microsoft, Google, Meta e la corsa all'intelligenza artificiale di Gary Rivlin (Apogeo)
L’intelligenza artificiale sta trasformando il mondo a una velocità senza precedenti: da quando ChatGPT ha fatto la sua comparsa sulla scena a fine 2022, in un batter d'occhio l'AI è diventata un affare che ci coinvolge tutti. Ma chi detiene il vero potere in questa rivoluzione? Gary Rivlin, giornalista vincitore del premio Pulitzer, ci porta dietro le quinte della corsa multimiliardaria tra Microsoft, Google, Meta e le altre Big Tech che investono cifre astronomiche per dominare questa tecnologia. Nel corso di oltre un anno, l'autore ha seguito da vicino founder e venture capitalist osservando i giochi di potere, le strategie e le tensioni interne che agitano questa nuova frontiera. Grazie a Ried Hoffman, cofondatore di LinkedIn, investitore di primo piano e mente visionaria, Rivlin ha avuto accesso ad alcune delle aziende più all'avanguardia nella ricerca sull'intelligenza artificiale come Inflection AI, la società che Hoffman stesso ha co-fondato nel 2022, e OpenAI di Sam Altman, la startup con sede a San Francisco che ha dato il via a tutto. Attraverso una narrazione avvincente, costellata dai nomi di personaggi come Musk, Zuckerberg, Gates, I padroni dell'AI racconta come questi giganti stiano riscrivendo le regole del mercato, facendo emergere sfide etiche, economiche e geopolitiche. Un libro essenziale per comprendere chi e come sta scrivendo il futuro dell’AI, e a quale prezzo
domenica 7 settembre 2025
Vita interactiva. Da Homo sapiens all’universo digitale di Pietro Montani (Einaudi)
Il termine «interattività» si è imposto come una parola chiave dei nostri tempi grazie al crescente espandersi della rete e delle sue risorse nella nostra vita quotidiana. Ciò a cui fa riferimento, tuttavia, poggia su un’idea molto più generale e impegnativa: quella secondo cui la relazione interattiva in quanto tale esercita un primato rispetto agli elementi che vengono relazionati. Il modo in cui questo primato si fa valere, per di più, è sempre nuovo, le sue forme ci spiazzano, la sua creatività talvolta ci disorienta. Dei fondamenti dell’essere interattivo e delle sue tante varianti questo libro propone una ricognizione scandita in quattro movimenti. Il primo ne esamina le strategie di base: dagli espedienti che la vita biologica sa escogitare per conservarsi, evolvere e differenziarsi fino alle metamorfosi con cui l’interattività modella le dinamiche culturali tipiche degli esseri umani. Il secondo analizza la principale tra le tecnologie simboliche della nostra specie, il linguaggio verbale, e la sua capacità di generare prassi interattive che non sarebbero potute sorgere in sua assenza. Il terzo offre un’ampia rassegna della vocazione intimamente interattiva delle arti. Il quarto movimento, infine, prova a fare il punto sugli originali processi interattivi implementati dal digitale, aprendo un confronto spregiudicato tra le sue potenzialità liberatorie e le sue minacce regressive. Il quadro che ne deriva offre una motivazione coerente al fatto che il nostro tempo sembra più di altri destinato a rimodulare quella “vita activa”, che per Hannah Arendt qualificava, in generale, la «condizione umana», come “vita interactiva”
sabato 6 settembre 2025
La stagione che non c'era di Elvira Mujcic (Guanda)
Elvira Mujčić, che durante le guerre jugoslave era una bambina come Eliza, racconta i destini individuali attraverso cui si muove il destino di un Paese intero, animato dagli stessi sogni dei suoi protagonisti, che inevitabilmente si scontrano con la fine delle proprie utopie. La Jugoslavia diventa così il simbolo di ciò che accade quando il culto del passato si esaspera e si trasforma in violenza, teatro di paure e inquietudini così simili a quelle del nostro presente.
«Nene si domandava se fosse possibile catturare il momento esatto in cui una storia cambia radicalmente e quel che pareva un tranquillo susseguirsi di eventi si trasforma in un ruzzolone giù per il dirupo con la prospettiva di uscirne con le ossa rotte.»
venerdì 5 settembre 2025
Monica Messa, Una pistola al Luna Park (RPlibri)
La raccolta di Monica Messa, Una pistola al Luna Park, è un attraversamento di vite sospese, di infanzie scheggiate, di corpi vulnerabili che si muovono come figure di un teatro marginale. Il titolo stesso indica un meccanismo inceppato: la pistola che non spara nel luna park, emblema di un divertimento che si trasforma in frustrazione, di una felicità negata. L’autrice costruisce un paesaggio poetico che oscilla tra il reale e l’onirico, popolato da personaggi emblematici — Samir, la bambina di rame e di miele, Geremina Merdaoro, Bice — ognuno portatore di un frammento di destino, di un dolore che si fa parola. Il libro vive di contrasti: il tono apparentemente lieve, a tratti ironico, cela fenditure profonde, ferite familiari, memorie che bruciano. La lingua procede per immagini taglienti e improvvise accensioni visionarie, come se le scene quotidiane — la stazione, il supermercato, le case di periferia — si aprissero d’improvviso su un abisso. Dentro questo spazio poetico si intrecciano la memoria del padre, figura di mare e di versi lasciati in bottiglia, e la memoria materna, che appare come un sonno infinito, un respiro mai del tutto afferrabile. Messa lavora sulla concretezza del dettaglio — il pane e il fumo, le tabelline, il cruciverba della nonna, le scarpe al contrario della bambina — trasformandolo in segno universale. Così la vita minuta diventa parabola di una condizione umana fragile, esposta, segnata da assenze e piccoli naufragi. Non c’è sentimentalismo, ma piuttosto una ferocia tenera, un linguaggio che non risparmia ma sa accarezzare, che riconosce nella ferita un luogo di verità.
Una pistola al Luna Park è, infine, un libro corale: non una voce sola, ma un mosaico di voci, di presenze che si fanno simbolo. E in questo coro, la poetessa sembra cercare una sorta di salvezza laica, fatta di poesia come unico argine contro la dissolvenza del tempo e del dolore. È un’opera che non si lascia chiudere in definizioni semplici, perché resta viva, pulsante, come il paese che racconta: ruvido, sognante, sempre sull’orlo di una rivelazione.
E.M.
Monica Messa, Una pistola al Luna Park
RPlibri, 2024
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