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lunedì 8 settembre 2025

I padroni dell'AI. Microsoft, Google, Meta e la corsa all'intelligenza artificiale di Gary Rivlin (Apogeo)

 L’intelligenza artificiale sta trasformando il mondo a una velocità senza precedenti: da quando ChatGPT ha fatto la sua comparsa sulla scena a fine 2022, in un batter d'occhio l'AI è diventata un affare che ci coinvolge tutti. Ma chi detiene il vero potere in questa rivoluzione? Gary Rivlin, giornalista vincitore del premio Pulitzer, ci porta dietro le quinte della corsa multimiliardaria tra Microsoft, Google, Meta e le altre Big Tech che investono cifre astronomiche per dominare questa tecnologia. Nel corso di oltre un anno, l'autore ha seguito da vicino founder e venture capitalist osservando i giochi di potere, le strategie e le tensioni interne che agitano questa nuova frontiera. Grazie a Ried Hoffman, cofondatore di LinkedIn, investitore di primo piano e mente visionaria, Rivlin ha avuto accesso ad alcune delle aziende più all'avanguardia nella ricerca sull'intelligenza artificiale come Inflection AI, la società che Hoffman stesso ha co-fondato nel 2022, e OpenAI di Sam Altman, la startup con sede a San Francisco che ha dato il via a tutto. Attraverso una narrazione avvincente, costellata dai nomi di personaggi come Musk, Zuckerberg, Gates, I padroni dell'AI racconta come questi giganti stiano riscrivendo le regole del mercato, facendo emergere sfide etiche, economiche e geopolitiche. Un libro essenziale per comprendere chi e come sta scrivendo il futuro dell’AI, e a quale prezzo





Meredith Monk - Turtle Dreams, fixed audio

"Faremo Foresta": il libro di Ilaria Bernardini

Paolo Roversi (scrittore): "Il taccuino di una sbronza" e il ricordo di Charles Bukowski

Intervista a Luca Vergoni | Il mio personaggio di Orfeo | HOT CORN

Director Darren Aronofsky Breaks Down His Most Iconic Films

Nicolas Slonimsky on Frank Zappa

MEET THE ARTIST: NATHALIE DU PASQUIER

Discoring 1979 - 1983

domenica 7 settembre 2025

Vita interactiva. Da Homo sapiens all’universo digitale di Pietro Montani (Einaudi)

 Il termine «interattività» si è imposto come una parola chiave dei nostri tempi grazie al crescente espandersi della rete e delle sue risorse nella nostra vita quotidiana. Ciò a cui fa riferimento, tuttavia, poggia su un’idea molto più generale e impegnativa: quella secondo cui la relazione interattiva in quanto tale esercita un primato rispetto agli elementi che vengono relazionati. Il modo in cui questo primato si fa valere, per di più, è sempre nuovo, le sue forme ci spiazzano, la sua creatività talvolta ci disorienta. Dei fondamenti dell’essere interattivo e delle sue tante varianti questo libro propone una ricognizione scandita in quattro movimenti. Il primo ne esamina le strategie di base: dagli espedienti che la vita biologica sa escogitare per conservarsi, evolvere e differenziarsi fino alle metamorfosi con cui l’interattività modella le dinamiche culturali tipiche degli esseri umani. Il secondo analizza la principale tra le tecnologie simboliche della nostra specie, il linguaggio verbale, e la sua capacità di generare prassi interattive che non sarebbero potute sorgere in sua assenza. Il terzo offre un’ampia rassegna della vocazione intimamente interattiva delle arti. Il quarto movimento, infine, prova a fare il punto sugli originali processi interattivi implementati dal digitale, aprendo un confronto spregiudicato tra le sue potenzialità liberatorie e le sue minacce regressive. Il quadro che ne deriva offre una motivazione coerente al fatto che il nostro tempo sembra più di altri destinato a rimodulare quella “vita activa”, che per Hannah Arendt qualificava, in generale, la «condizione umana», come “vita interactiva”





Spider-Man 2: Lotta con Doc Ock sul treno (ALFRED MOLINA, TOBEY MAGUIRE 4K HD CLIP) | Con Captions

Thor vs Hulk - Fight Scene - The Avengers (2012) Movie Clip HD

Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

George Lucas in the background of some random documentary

Sabrina Impacciatore Had an Awkward Moment While Meeting Jason Momoa, Talks The Paper (Extended)

Bob Dylan - Hurricane (Official Audio)

Carmine Recano per #JägermeisterMANIFEST

La vida en rosa EDITH PIAF Marion Cotillard

Paroliamo - 1 - Morassi vs De Toffoli.avi

sabato 6 settembre 2025

La stagione che non c'era di Elvira Mujcic (Guanda)

Elvira Mujčić, che durante le guerre jugoslave era una bambina come Eliza, racconta i destini individuali attraverso cui si muove il destino di un Paese intero, animato dagli stessi sogni dei suoi protagonisti, che inevitabilmente si scontrano con la fine delle proprie utopie. La Jugoslavia diventa così il simbolo di ciò che accade quando il culto del passato si esaspera e si trasforma in violenza, teatro di paure e inquietudini così simili a quelle del nostro presente.

«Nene si domandava se fosse possibile catturare il momento esatto in cui una storia cambia radicalmente e quel che pareva un tranquillo susseguirsi di eventi si trasforma in un ruzzolone giù per il dirupo con la prospettiva di uscirne con le ossa rotte.»


Jugoslavia, 1990. L’aria è tesa, le voci dei nazionalisti si fanno sempre più insistenti. Ma c’è ancora tempo, c’è ancora spazio per scongiurare gli allarmi che arrivano dalle zone di confine. In questa atmosfera elettrica, due giovani fanno ritorno alla loro cittadina nella Bosnia orientale. Nene è un artista ossessionato dall'eventualità che il suo Paese possa d’improvviso non esistere più, che nessuno ricordi più cosa significa essere jugoslavi, e immagina di realizzare un’opera che testimoni il mondo in cui la sua generazione è cresciuta. Merima, l’amica degli anni della scuola, crede nella politica, nel sogno di «fratellanza e unità» dei popoli, e cerca di contrastare i venti burrascosi che soffiano nel Paese, sperando così anche di distrarsi da una ferita d’amore. E poi c’è Eliza, la figlia di Merima, una bambina di otto anni che sta pianificando un viaggio per raggiungere il padre che non ha mai conosciuto e di cui conserva solo un biglietto di auguri




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BIS - 5 ottobre 1981, la prima puntata

venerdì 5 settembre 2025

Monica Messa, Una pistola al Luna Park (RPlibri)

 La raccolta di Monica Messa, Una pistola al Luna Park, è un attraversamento di vite sospese, di infanzie scheggiate, di corpi vulnerabili che si muovono come figure di un teatro marginale. Il titolo stesso indica un meccanismo inceppato: la pistola che non spara nel luna park, emblema di un divertimento che si trasforma in frustrazione, di una felicità negata. L’autrice costruisce un paesaggio poetico che oscilla tra il reale e l’onirico, popolato da personaggi emblematici — Samir, la bambina di rame e di miele, Geremina Merdaoro, Bice — ognuno portatore di un frammento di destino, di un dolore che si fa parola. Il libro vive di contrasti: il tono apparentemente lieve, a tratti ironico, cela fenditure profonde, ferite familiari, memorie che bruciano. La lingua procede per immagini taglienti e improvvise accensioni visionarie, come se le scene quotidiane — la stazione, il supermercato, le case di periferia — si aprissero d’improvviso su un abisso. Dentro questo spazio poetico si intrecciano la memoria del padre, figura di mare e di versi lasciati in bottiglia, e la memoria materna, che appare come un sonno infinito, un respiro mai del tutto afferrabile. Messa lavora sulla concretezza del dettaglio — il pane e il fumo, le tabelline, il cruciverba della nonna, le scarpe al contrario della bambina — trasformandolo in segno universale. Così la vita minuta diventa parabola di una condizione umana fragile, esposta, segnata da assenze e piccoli naufragi. Non c’è sentimentalismo, ma piuttosto una ferocia tenera, un linguaggio che non risparmia ma sa accarezzare, che riconosce nella ferita un luogo di verità.

Una pistola al Luna Park è, infine, un libro corale: non una voce sola, ma un mosaico di voci, di presenze che si fanno simbolo. E in questo coro, la poetessa sembra cercare una sorta di salvezza laica, fatta di poesia come unico argine contro la dissolvenza del tempo e del dolore. È un’opera che non si lascia chiudere in definizioni semplici, perché resta viva, pulsante, come il paese che racconta: ruvido, sognante, sempre sull’orlo di una rivelazione.

E.M.

Monica Messa, Una pistola al Luna Park

RPlibri, 2024




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