Noir e western confluiscono in un gotico meridionale aspro e potente, crudo eppure aperto ai sentimenti. Ogni frase è specchio dei conflitti, dei paradossi e delle contraddizioni di quel Mezzogiorno che Omar Di Monopoli racconta con ironia, sincerità e rigorosa precisione delle immagini.
Durante l'estate del 1990 un gigantesco
incendio ha divorato buona parte del litorale di Torre Languorina, terra
di nessuno all'estremità più orientale di un Salento lontano da
qualsiasi traiettoria turistica. Tra i resti bruciati dell'immenso falò
viene rinvenuto un cadavere, che le autorità registrano subito come il
responsabile del disastro: si tratta di Livio Caraglia, pompiere locale
dai trascorsi ambigui. Per alcuni un eroe, per altri un estortore locale
in odore di mafia. Dopo vent'anni sono i suoi figli a fare i conti con
la cenere di quel passato. Rocco Caraglia, il maggiore, si sforza di
rigare dritto, dopo aver scontato una lunga detenzione per l'omicidio di
un finanziere mentre era alla guida di un camion che trasportava
sigarette di contrabbando. Gaetano, ancora minorenne, non accetta che il
fratello rispetti la legge e frequenta il suo vecchio socio, Pilurussu,
con cui sogna di cambiare il proprio destino scommettendo sui
combattimenti di cani. Rocco e Gaetano convivono nella decadente
masseria di famiglia, accudendo la madre malata con l'aiuto di Nunzia -
primo amore
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