La narrativa della "soluzione rapida" al conflitto ucraino non è una novità. Fin dall'inizio dell'invasione russa, l'eco di voci, più o meno autorevoli, ha cercato di imporre una scorciatoia diplomatica, spesso ignorando le dinamiche sul campo e, cosa ben più grave, la sovranità e la volontà di Kyiv. L'ultimo in ordine cronologico a irrompere su questo scenario delicato è un nome inaspettato: un immobiliarista americano con una presunta rete di contatti ad alto livello, il cui "piano" è stato oggetto di una recente analisi su Linkiesta.
Il succo della proposta, per quanto si possa desumere da un'analisi esterna, sembra incastrarsi perfettamente nella categoria delle cosiddette "soluzioni di pace" che, in realtà, non sono altro che una resa mascherata.
Il Ragionamento Passo Passo del Dissenso
Perché un simile approccio non può essere accettato come base per un negoziato equo?
1. L'Ignoto Autorevolezza (Chain of Thought)
Premessa: Le proposte di pace hanno valore solo se provengono da attori con legittimità diplomatica o potere decisionale riconosciuto a livello internazionale (capi di stato, organizzazioni multilaterali, mediatori di comprovata esperienza).
Contesto: Il proponente è un "immobiliarista", un attore esterno al circuito della politica estera e della diplomazia.
Critica: Affidarsi a figure improbabili o dilettantesche per risolvere la crisi più grave in Europa dal dopoguerra è un atto di superficialità politica che sminuisce la complessità del conflitto e il sacrificio ucraino. La sua autorevolezza non deriva dalla competenza, ma dalla vicinanza a centri di potere.
2. La Falacia della "Pace a Ogni Costo"
Un "piano" che chiederebbe all'Ucraina di compiere un "suicidio" politico-territoriale implica, quasi certamente, la rinuncia a territori occupati, se non addirittura l'accettazione di una neutralità forzata e costituzionalmente vincolante sotto l'ombrello di garanzie vaghe.
Il Precedente Storico: Concedere all'aggressore, semplicemente per "cessare le ostilità", crea un precedente devastante: la forza bruta paga. Incoraggia future aggressioni e distrugge il principio fondamentale del diritto internazionale basato sull'inviolabilità dei confini.
La Sovranità Sottovalutata: L'Ucraina ha combattuto e versato sangue per difendere la sua integrità territoriale. Chiedere a Kyiv di rinunciare a Donbas, Crimea o ad altri territori occupati significa cancellare il diritto del popolo ucraino di determinare il proprio futuro e la propria integrità nazionale. È un'imposizione, non una negoziazione.
3. Il Rischio di Riconfigurazione Globale
Questi piani non tengono conto del rischio di una "pace fredda" tossica, dove la Russia non sarebbe sconfitta né contenuta, ma semplicemente "premiata" con un buffer territoriale. Ciò non garantirebbe stabilità, ma un periodo di tregua armata in cui Mosca potrebbe riorganizzarsi per il prossimo round di aggressione.
La vera pace per l'Ucraina non è la cessazione del fuoco a qualsiasi condizione, ma una pace che sia giusta, duratura e basata sul rispetto del diritto internazionale. Deve essere una pace negoziata sulla base della forza e della determinazione ucraina, non sulla stanchezza o sull'opportunismo politico di attori esterni.
La politica non è un affare immobiliare. Non si può "liquidare" un conflitto con un accordo conveniente per chi sta fuori dal campo di battaglia. L'Ucraina non è un cespite da svendere, ma una nazione che lotta per la sua sopravvivenza. I giornalisti e i politici dovrebbero smettere di dare credito a queste formule impossibili e concentrarsi sul supporto necessario affinché Kyiv possa negoziare da una posizione di forza, l'unica che Mosca rispetta.
(Stefano Donno)

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