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giovedì 6 novembre 2025

La guerra dei 200 avvocati: la vera sfida di Mamdani non è Trump, è il suo stesso programma - ecco cosa ne penso

A New York lo scontro non è più tra destra e sinistra, ma tra retorica e realtà. Il neo-sindaco Zohran Mamdani prepara un arsenale legale contro la Casa Bianca, ma il vero nemico lo attende in città: la fattibilità della sua stessa agenda.

 

New York ha un nuovo sindaco, e la luna di miele, se mai c'è stata, è durata lo spazio di un notiziario. Zohran Mamdani, 34enne ex semisconosciuto dell'assemblea statale e primo sindaco musulmano della Grande Mela, non è un politico tradizionale. È un attivista che ha conquistato il municipio. E come ogni attivista, ha bisogno di un antagonista.

 

L'avversario gliel'ha servito su un piatto d'argento Donald Trump, con le sue ormai rituali minacce di tagliare i fondi federali alle città che non si piegano al suo volere. La risposta di Mamdani è stata da manuale della nuova sinistra americana: teatrale, diretta e mediatica. "So che ci guardi: alza il volume", ha proclamato, trasformando un'insidia politica in un'opportunità per mobilitare la sua base.



Ora, il sindaco annuncia l'assunzione di 200 avvocati per "combattere l'amministrazione Trump in tribunale". È una mossa strategica, senza dubbio. È "lawfare", guerra legale, la risposta simmetrica alla "warfare" retorica del Presidente. Ma da osservatori esperti, è doveroso chiedersi: stiamo assistendo a una battaglia di sostanza o a una magnifica opera di teatro politico? La critica qui non è all'audacia, ma alla messa a fuoco. L'articolo stesso ci ricorda un dettaglio fondamentale, spesso dimenticato nelle arene urlate dei social media: il potere di tagliare i fondi, in modo strutturale, non è nelle mani del Presidente. È nelle mani del Congresso. L'arsenale legale di Mamdani, quindi, rischia di essere un'imponente corazzata schierata per combattere una flotta di barche di carta. Questa mossa, per quanto muscolare, serve più a rassicurare i "lavoratori" e i "sostenitori" che l'amministrazione comunale non indietreggerà, piuttosto che a prevenire un taglio che, nei fatti, Trump non ha il potere assoluto di implementare. E qui arriviamo al vero nodo gordiano. Mentre New York si prepara a una guerra legale simbolica contro Washington, la vera sfida per Mamdani è molto più prosaica e infinitamente più complessa: governare. Il neo-sindaco ha vinto promettendo una rivoluzione dell'accessibilità: congelamento degli affitti, asili e bus gratis, persino negozi di alimentari comunali per calmierare i prezzi. Queste non sono schermaglie retoriche; sono promesse che costano miliardi. Promesse che devono fare i conti con un bilancio cittadino, con la burocrazia, con gli interessi costituiti e con una realtà economica post-pandemica che ha già messo in ginocchio le classi meno abbienti. È facile essere l'anti-Trump. È un ruolo che, politicamente, paga sempre, specialmente a New York. È infinitamente più difficile essere il sindaco che trova i fondi per gli asili nido gratuiti senza far collassare le casse della città.

Il rischio, per Mamdani, è che la lotta contro il nemico esterno diventi una comoda distrazione dalla trincea quotidiana del governo. I 200 avvocati sono un segnale potente, ma non pagheranno gli autisti dei bus né costruiranno gli alimentari comunali. La vera battaglia di Zohran Mamdani non si combatterà nei tribunali federali contro la Casa Bianca, ma nelle aule del consiglio comunale e nei conti del bilancio cittadino (Stefano Donno)

 







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