Nella villa di Tancredi, incastonata nelle profondità dell'Emilia, il padrone di casa ha radunato i suoi amici più cari per stare tutti insieme, per "fare filò" un'ultima volta. Tancredi, infatti, sta per morire, ma nessuno lo sa. O quasi. Così accorrono tutti e ognuno di loro ha una storia destinata a raggiungere il proprio culmine risolutivo, alternativamente tragico o liberatorio. Nell'arco di una sola sera si intrecciano fortune e disperazioni, amori assoluti dalle dinamiche paraboliche e incalcolabili, alienazioni e definizioni. Da questo carnage nessuno esce come è entrato, spinto alla risposta dalla «solennità dell'addio» quasi la villa fosse un forno sacro. È la fascinazione fatale della provincia, intesa come saturazione al contempo di realtà e sogno, come malìa capace di costringere a farsi palombari di sé stessi – a vivere, o a morire, davvero
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