Donate

martedì 25 marzo 2025

Jeeg Robot

Carissimi, voglio parlarvi di un’icona che ha segnato il genere mecha e il cuore di tanti fan: Jeeg Robot di Go Nagai. Nato dalla mente geniale del maestro, questo eroe magnetico ha attraversato decenni, cambiando forma ma restando sempre un simbolo di forza e resilienza. Pronti a ripercorrere la sua storia, dalla versione più datata a quella più moderna? Allacciate le cinture (o i guanti di Hiroshi) e partiamo!
1. Kotetsu Jeeg (1975) - L’originale che ha fatto storia
Tutto inizia nel 1975 con il manga di Go Nagai e Tatsuya Yasuda, pubblicato da Kodansha. Quasi in contemporanea, arriva l’anime della Toei Animation: 46 episodi di pura adrenalina mecha. Qui incontriamo Hiroshi Shiba, un pilota che diventa cyborg grazie a una campana di bronzo e si trasforma nella testa di Jeeg per combattere il regno Yamatai e la regina Himika. L’idea di un robot componibile, con pezzi magnetici lanciati dal Big Shooter di Miwa, era rivoluzionaria per l’epoca! Certo, i disegni oggi possono sembrare un po’ retrò, ma quel mix di mitologia giapponese e fantascienza è ancora un pugno nello stomaco (o un Maglio Perforante, se preferite). In Italia arriva nel 1979 come Jeeg Robot - Uomo d’acciaio, con una sigla che cantiamo ancora tutti: “Jeeg va, cuore e acciaio!”. Nostalgia pura.
2. Il manga alternativo di Akira Oze (1975-1976)
Nello stesso periodo dell’anime, sulle pagine di Action Comics, esce una versione “comicalize” firmata da Akira Oze (pseudonimo Megumu Matsumoto). Non è un adattamento fedele, ma una reinterpretazione creativa: stessi elementi base, ma con un tocco personale. Qui mancano personaggi come Mayumi o il Generale Flora, e la trama prende pieghe diverse. È meno noto, ma per i collezionisti è un gioiellino che mostra come Jeeg potesse essere raccontato in modi alternativi già all’epoca. Una chicca per veri appassionati!
3. Shin Jeeg Robot d’acciaio (2007) - Il ritorno in grande stile
Saltiamo al 2007 con Kotetsushin Jeeg, una serie di 13 episodi trasmessa su WOWOW. Non è un sequel diretto, ma un “newquel” ambientato 50 anni dopo un passato alternativo. Hiroshi è ancora tra noi, ma il protagonista è Kenji Kusanagi, uno studente che guida una moto rossa trasformabile nella testa del nuovo Jeeg. Il design è più spigoloso e moderno, i nemici più mostruosi, e c’è un’atmosfera che strizza l’occhio ai fan storici (quel cameo di Hiroshi e Miwa anziani è da lacrimoni!). La trama è compatta, forse con qualche buco, ma rivedere Jeeg in azione con animazioni aggiornate è un’emozione che scalda il cuore. Un revival che sa di rispetto per il passato e voglia di innovare.
4. Jeeg contro Goldrake (2024) - L’anime comic italiano
E arriviamo al 2024 con una sorpresa tutta italiana: Jeeg contro Goldrake, un anime comic di Luca Papeo prodotto da Studio Itaca con la benedizione di Dynamic Planning. Non è una serie animata classica, ma un manga con grafica da anime, colorato e fedele allo stile Dynamic anni ’70. Qui Jeeg e Goldrake, due titani di Nagai, si incontrano per la prima volta in un crossover che richiama i leggendari film di montaggio dell’epoca. La storia unisce i cast di entrambe le serie, con un focus sui personaggi principali e un design che ci riporta all’infanzia. È un omaggio sentito, perfetto per chi è cresciuto con questi eroi e vuole vederli brillare ancora.
Un eroe senza tempo
Da quel primo Kotetsu Jeeg del ’75 a oggi, Jeeg è cambiato, si è evoluto, ma non ha mai perso la sua essenza: un guerriero d’acciaio con un cuore umano. Qual è la vostra versione preferita? Io confesso un debole per l’originale, ma quel momento in Shin Jeeg quando Hiroshi torna mi ha fatto gridare “Miwa, lancia i componenti!” come fossi di nuovo un bambino. Fatemi sapere nei commenti e, se condividete, ecco gli hashtag per far volare questo post nella galassia degli anime! (s.d.)

Piero Marrazzo è tornato a scuotere i nostri cuori ...

Carissimi, tenetevi forte perché Piero Marrazzo è tornato a scuotere i nostri cuori e le nostre timeline! A Verissimo, ieri, ha aperto l’anima come non faceva da anni, e io sono ancora qui a raccogliere i pezzi della mia emotività! 'Andare con una donna trans era un tabù, non ho avuto il coraggio di parlarne', ha confessato a Silvia Toffanin, con una sincerità che ti trafigge. Quindici anni dopo quello scandalo che lo ha travolto – e che, diciamocelo, ha segnato un’epoca di gossip selvaggio – Piero si è messo a nudo, letteralmente e figurativamente. 'Mi hanno calpestato come essere umano', ha detto, e io ho sentito un nodo in gola.
Ma sapete qual è il colpo di scena? Non è solo un mea culpa. È un grido di riscatto! Con il suo libro Storia senza eroi, scritto insieme alle figlie – Giulia, Diletta e Chiara, che hanno vissuto l’inferno mediatico con lui – Marrazzo ci sta dicendo: 'Non sono più quel caso, sono un uomo, un padre, una storia'. E quelle parole sulle trans, sul piacere e la solitudine, non sono solo confessioni: sono un pugno nello stomaco a un’Italia che giudica prima di capire.
Ditemi, voi cosa ne pensate? È troppo tardi per perdonarlo o è il momento di guardarlo con occhi nuovi? Io dico che questo è il ritorno che non ci aspettavamo, ma che ci meritiamo perchè siamo convinti che mai bisognerebbe giudicare qualcuno, e soprattutto siamo certi che bisogna essere più empatici, veramente per gli altri e con gli altri in ascolto costante. (s.d.)

Trump contro l'Europa: Un Isolazionismo Pericoloso o una Sveglia Necessaria? - ecco cosa ne penso

  In un mondo già segnato da tensioni globali, il documento sulla nuova National Security Strategy di Donald Trump, rilasciato in questi gio...