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giovedì 10 luglio 2025

Un Pesce di Nome Wanda: La Commedia Che Ha Ridefinito l’Umorismo (e Fatto Innamorare Tutti di Jamie Lee Curtis)

Se c’è una commedia che incarna alla perfezione l’energia sfrenata, l’ironia tagliente e il caos perfettamente orchestrato degli anni ’80, quella è Un Pesce di Nome Wanda. Uscito nel 1988, questo film è un cocktail esplosivo di risate, intrighi e personaggi indimenticabili, diretto da Charles Crichton e scritto da un John Cleese in stato di grazia. È il tipo di film che, ancora oggi, ti fa ridere a crepapelle e ti lascia con la voglia di riguardarlo subito. Preparati a scoprire (o riscoprire) perché questa pellicola è una gemma senza tempo, capace di conquistare sia i cinefili incalliti che chi cerca solo una serata di puro divertimento.Un Furto Perfetto… o QuasiLa storia inizia con un piano: rubare una collana di diamanti dal valore inestimabile. A orchestrarlo è la seducente Wanda Gershwitz (una Jamie Lee Curtis al massimo del suo fascino), una ladra di gioielli che non si fa scrupoli a usare il suo carisma per ottenere ciò che vuole. Al suo fianco c’è Otto (Kevin Kline, premiato con un Oscar meritatissimo), un criminale tanto arrogante quanto esilarantemente idiota, che si autoproclama filosofo ma inciampa in ogni possibile malinteso. In Inghilterra, i due si alleano con George (Tom Georgeson), un ladro dal fare burbero, e Ken (Michael Palin), un balbuziente con una passione per i pesci tropicali e una goffaggine che strappa risate a ogni scena.Il colpo? Va a segno, contro ogni previsione. Ma è qui che il vero caos prende il sopravvento. Ognuno vuole il bottino tutto per sé, e il tradimento diventa il piatto forte. Wanda e Otto incastrano George con una soffiata alla polizia, ma scoprono troppo tardi che lui ha nascosto i diamanti. L’unico che potrebbe sapere dove sono? Archie Leach (John Cleese), l’avvocato di George, un uomo così perbene da sembrare uscito da una commedia di Shakespeare… ma con un debole per le donne come Wanda. E quando Wanda punta il suo fascino su di lui, il povero Archie non ha scampo.Un Cast Stellare e Tempi Comici PerfettiCosa rende Un Pesce di Nome Wanda così speciale? Innanzitutto, il cast. Jamie Lee Curtis è una forza della natura: Wanda è furba, sexy e sempre un passo avanti a tutti, ma Curtis le dona un’umanità che la rende irresistibile. Kevin Kline, nei panni di Otto, è semplicemente leggendario: il suo mix di machismo ridicolo, gelosia paranoica e battute fuori luogo (come quando si vanta di leggere Nietzsche ma non capisce nulla) gli è valso un Oscar come Miglior Attore Non Protagonista. John Cleese, poi, è il cuore emotivo del film: il suo Archie, intrappolato in un matrimonio noioso e in una vita di rigore, si scioglie come burro al sole sotto le attenzioni di Wanda. E non dimentichiamo Michael Palin, il cui Ken è un concentrato di dolcezza e comicità involontaria, specialmente quando cerca di eliminare una testimone… con risultati disastrosi.I tempi comici sono impeccabili, come un orologio svizzero che ticchetta risate. Ogni scena è costruita per sorprenderti, con dialoghi che passano dal sofisticato al surreale in un battito di ciglia. E poi c’è quel tocco di genialità: Archie che cerca di sedurre Wanda con frasi d’amore… in spagnolo (nella versione italiana, per un effetto esilarante). Fun fact: il nome Archie Leach è un omaggio al vero nome di Cary Grant, un dettaglio che aggiunge un pizzico di classe alla follia generale.Un Successo Che Ha Fatto la StoriaUscito negli Stati Uniti a luglio 1988, Un Pesce di Nome Wanda ha impiegato due mesi per scalare le classifiche e raggiungere il primo posto al botteghino a settembre, un record per un film che non si basa su effetti speciali o grandi budget, ma sulla pura forza della sua sceneggiatura e del suo cast. Ancora oggi, è considerato una delle migliori commedie di sempre, al pari di capolavori come Una Poltrona per Due (con cui condivide la splendida Jamie Lee Curtis).Perché Guardarlo (o Riguardarlo) Oggi?Un Pesce di Nome Wanda è il tipo di film che non invecchia. È una commedia che mescola l’umorismo britannico, secco e intelligente, con l’energia caotica delle screwball comedy americane. È perfetto per una serata con gli amici, per ridere fino alle lacrime o per apprezzare la maestria di un cast che sembra divertirsi tanto quanto il pubblico. E poi, diciamocelo: chi non vorrebbe vedere Wanda far perdere la testa a un avvocato impeccabile come Archie, mentre Otto inciampa in ogni possibile errore?Se cerchi un film che ti faccia ridere, riflettere e persino sognare un po’ (chi non vorrebbe essere sedotto da Wanda?), questo è il momento di accendere lo schermo. Disponibile su varie piattaforme di streaming (controlla Amazon Prime o Disney+ per la disponibilità), Un Pesce di Nome Wanda è un biglietto garantito per due ore di puro piacere cinematografico.



Spot - MON CHÉRI (vari gusti) - 1979 ❤️ (4k)

mercoledì 9 luglio 2025

Spot - BON CIOK Bonomelli - 1983 ☕️ (HD)

Marvel Studios' Avengers: Endgame - Big Game TV Spot

BARBARA KRUGER in 10 minuti (circa).

Barbara Kruger: in her own words

Wet Leg - catch these fists (Official Video)

Wet Leg - Chaise Longue (Official Video)

Senti chi parla: il film che ha fatto parlare un neonato ...

Immaginate un neonato che, invece di gorgogliare, pensa come un adulto navigato, con tanto di battute sarcastiche e un’opinione su tutto, specialmente su chi dovrebbe essere il nuovo papà. Questa è l’idea geniale dietro Senti chi parla (1989), una commedia che ha conquistato il pubblico con la sua freschezza e un pizzico di follia. Diretto da Amy Heckerling, il film è un cocktail di risate, cuore e un’originalità che, a distanza di anni, lo rende ancora un piccolo cult.La trama ruota attorno a Mollie (Kirstie Alley), una trentenne single incinta, abbandonata dal suo amante fedifrago. Costretta a navigare le acque agitate della maternità da sola, Mollie si ritrova a destreggiarsi tra appuntamenti disastrosi e una madre petulante che la spinge a "sistemarsi". Entra in scena James (John Travolta), un tassista dal cuore d’oro ma non proprio il tipo che Mollie immaginava come Principe Azzurro. A rubare la scena, però, è Mikey, il neonato figlio di Mollie, che pensa e parla – almeno nella sua testa – con una verve degna di un cabarettista. Nella versione originale, la voce di Mikey è quella di un irresistibile Bruce Willis, mentre in Italia Paolo Villaggio gli dona un tocco di comicità fantozziana, rendendolo un piccolo eroe tragicomico.L’originalità del film sta proprio in questo: dare voce ai pensieri di un bambino che osserva il mondo adulto con un misto di cinismo e candore. Mikey non si limita a commentare, ma diventa il burattinaio della storia, “sabotando” gli spasimanti sbagliati di sua madre e trasformandosi in un angioletto quando James è nei paraggi. È un’idea che, all’epoca, era una ventata d’aria fresca nel panorama delle commedie romantiche, spesso prevedibili. Heckerling, già maestra nel catturare lo spirito di un’epoca (basti pensare a Fuori di testa), riesce a bilanciare umorismo, emozioni e un pizzico di satira sociale, mostrando le difficoltà di una madre single senza mai cadere nel melodrammatico.Il cast è un altro punto di forza. John Travolta, reduce dal successo di Grease ma in un momento di carriera altalenante, regala a James un fascino rilassato e genuino, perfetto per il ruolo del “ragazzo qualunque” che conquista per la sua bontà. Kirstie Alley è adorabile nei panni di Mollie, una donna incasinata ma determinata, mentre la chimica tra i due cresce in modo naturale, senza forzature. E poi c’è Mikey: la voce di Willis (o Villaggio, per noi italiani) dà al piccolo un carisma irresistibile, trasformando ogni sua riflessione in una perla di comicità.Nonostante il suo successo – il film incassò quasi 300 milioni di dollari worldwide, una cifra enorme per l’epoca – Senti chi parla è curiosamente sparito dai radar televisivi, diventando una di quelle gemme che i Millennials ricordano con nostalgia ma che raramente riappare in programmazione. Ha generato due sequel (Senti chi parla 2 e Senti chi parla adesso), che però, pur divertenti, non hanno replicato la magia dell’originale, complici trame più forzate e l’aggiunta di altri “parlanti” (sì, persino i cani!).Perché rivederlo oggi? Perché Senti chi parla è una commedia che non ha perso il suo smalto. È un viaggio negli anni ’80, con le sue mode stravaganti e il suo ottimismo spensierato, ma anche una storia universale sulla famiglia, l’amore e le seconde possibilità. E poi, diciamocelo, chi non vorrebbe sapere cosa passa davvero per la testa di un neonato? Se cercate una risata genuina e un po’ di calore, questo film è come un vecchio amico che non vedete da tempo: sempre un piacere ritrovarlo.Curiosità per cinefili:
  • Il film è stato un rischio produttivo: l’idea di far “parlare” un neonato era considerata bizzarra, ma il pubblico l’ha adorata.
  • Bruce Willis, all’apice del successo post-Die Hard, ha accettato il ruolo di Mikey per puro divertimento, registrando le sue battute in pochissimo tempo.
  • La versione italiana con Villaggio ha aggiunto un tocco di umorismo nostrano, rendendo Mikey ancora più iconico per il pubblico italiano.



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