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sabato 26 luglio 2025

Manimal: Il Cult Anni '80 Che Ha allargato i Confini tra Uomo e Animale

 Se c’è una serie che incarna lo spirito audace, un po’ folle e meravigliosamente kitsch degli anni ’80, quella è Manimal. Trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti nel 1983 dalla NBC e arrivata in Italia nel 1985 su Italia 1, questa serie di fantascienza creata da Glen A. Larson è un piccolo gioiello di nicchia che, nonostante la sua breve vita di soli otto episodi, ha conquistato un posto speciale nel cuore degli appassionati di telefilm vintage. Preparatevi a un viaggio nel passato, tra trasformazioni mozzafiato, trame poliziesche e un pizzico di magia africana che rende Manimal un’esperienza unica nel suo genere.

Un Eroe Fuori dal ComuneAl centro della storia troviamo il dottor Jonathan Chase, interpretato dal carismatico Simon MacCorkindale, un professore di scienze del comportamento animale presso l’Università di New York. Ma non lasciatevi ingannare dal suo aspetto da intellettuale affascinante, ricco e con un guardaroba impeccabile: Jonathan nasconde un segreto straordinario. Ereditata dal padre, una misteriosa capacità gli permette di trasformarsi in qualsiasi animale desideri, attingendo a tecniche antiche apprese nei recessi più remoti dell’Africa. Pantera nera per inseguire i criminali nelle ombre della città, falco per sorvolare i tetti di New York, serpente per sgusciare in luoghi inaccessibili: Jonathan è un mutaforma che usa i suoi poteri per combattere il crimine, affiancando la detective Brooke Mackenzie (Melody Anderson) e il suo vecchio compagno d’arme del Vietnam, Ty Earl (Michael D. Roberts).La premessa è tanto semplice quanto geniale: un uomo che può diventare qualsiasi animale per risolvere casi polizieschi. È il tipo di idea che solo negli anni ’80 poteva prendere forma, in un’epoca in cui le serie tv osavano sperimentare con concetti al confine tra il bizzarro e il visionario. Pensate a Supercar, A-Team o Automan: Manimal si inserisce perfettamente in quel filone di telefilm che mescolavano azione, fantascienza e un pizzico di umorismo, senza prendersi troppo sul serio.Le Trasformazioni: Il Cuore Pulsante della SerieIl vero punto di forza di Manimal sono le sequenze di trasformazione, che all’epoca rappresentavano un piccolo miracolo tecnico. Realizzate dal leggendario Stan Winston, maestro degli effetti speciali e vincitore di premi Oscar per opere come Aliens e Jurassic Park, queste scene sono un mix di prostetica, trucco e montaggio intelligente. Non vedrete mai il corpo di Jonathan trasformarsi interamente in un animale: la telecamera si concentra su dettagli drammatici – gli occhi che si dilatano, le mani che si contorcono, la pelle che si increspa mentre spuntano peli o piume. È un effetto visivo artigianale, ma incredibilmente efficace per gli standard dell’epoca, che trasmette un senso di tensione e meraviglia. Ogni trasformazione è accompagnata da un respiro affannoso, quasi primordiale, che rende il processo viscerale e coinvolgente.Tuttavia, proprio queste sequenze furono il tallone d’Achille della serie. I costi elevati delle trasformazioni, unite a un budget limitato, costrinsero la produzione a riutilizzare spesso le stesse scene, soprattutto quelle in cui Jonathan si trasformava in una pantera o in un falco, le sue forme preferite. Questo, insieme a una certa ripetitività nelle trame, contribuì alla cancellazione della serie dopo soli otto episodi. Eppure, quelle trasformazioni restano impresse nella memoria di chi ha visto Manimal, tanto da farne un simbolo del fascino artigianale degli anni ’80.Un Trio di Protagonisti e un Tocco di KitschJonathan Chase non agisce da solo. Al suo fianco troviamo Brooke Mackenzie, una detective determinata e affascinante che scopre il segreto di Jonathan e diventa sua alleata (e forse qualcosa di più, anche se la serie si interrompe prima di esplorare a fondo la loro chimica). Ty Earl, invece, porta un tocco di umorismo e cameratismo, con quel mix di ironia e lealtà tipico dei sidekick di quell’epoca. Il trio funziona, anche se le dinamiche tra i personaggi non hanno il tempo di svilupparsi pienamente a causa della breve durata della serie.Le trame di Manimal sono semplici, spesso costruite intorno a casi polizieschi piuttosto convenzionali: trafficanti di droga, contrabbandieri di animali esotici, criminali che operano nell’ombra. Ma è il modo in cui Jonathan risolve questi casi – trasformandosi in un delfino per inseguire una barca o in un serpente per infiltrarsi in un covo – che dà alla serie il suo sapore unico. Certo, non mancano momenti involontariamente comici, come il mistero irrisolto di come i vestiti di Jonathan tornino magicamente intatti dopo essersi lacerati durante una trasformazione. È il tipo di dettaglio che oggi fa sorridere, ma che contribuisce al fascino retrò della serie.Un Flop Iniziale, un Cult senza TempoNonostante il potenziale, Manimal non riuscì a conquistare il pubblico statunitense. Criticata per la sua semplicità e derisa persino al Late Night with David Letterman, la serie fu un flop commerciale, con ascolti bassi che portarono alla sua cancellazione dopo appena due mesi dalla première del 30 settembre 1983. Eppure, in Europa, e soprattutto in Italia, Manimal trovò un pubblico più caloroso, grazie alla trasmissione su Italia 1 e a repliche che ne hanno cementato lo status di cult. Nel 2002, TV Guide la inserì addirittura al 15° posto tra i peggiori programmi televisivi di sempre, ma per molti fan questo è solo un segno della sua unicità: Manimal non era fatta per essere capita da tutti.La serie ha avuto una seconda vita grazie alla nostalgia. Nel 1997, Simon MacCorkindale tornò nei panni di Jonathan Chase in un episodio della serie NightMan (sempre prodotta da Glen A. Larson), dove la figlia di Jonathan, Teresa, scopre di avere gli stessi poteri del padre. Sebbene le trasformazioni fossero ormai realizzate in CGI, l’episodio è un omaggio affettuoso a un’eredità che non è mai stata dimenticata. E ancora oggi, si parla di possibili remake: nel 2012, Sony Pictures Animation annunciò un progetto cinematografico con Will Ferrell, anche se l’idea non si è mai concretizzata. Forse è meglio così: Manimal appartiene a un’epoca in cui l’immaginazione superava i limiti del budget, e un remake moderno rischierebbe di perdere quel fascino naïf.Perché Manimal è Ancora SpecialeGuardare Manimal oggi è come aprire una capsula del tempo. È una serie che non pretende di essere un capolavoro, ma che cattura perfettamente lo spirito degli anni ’80: un mix di ottimismo, creatività sfrenata e un pizzico di esagerazione. Le trasformazioni di Jonathan Chase, con i loro effetti pratici e il loro impatto visivo, sono un promemoria di quanto fosse magica la televisione prima dell’era del CGI. E poi c’è quel monologo introduttivo, declamato con gravità epica: “Jonathan Chase, padrone dei segreti che separano l’uomo dall’animale… e l’animale dall’uomo…”. Ancora oggi, quelle parole fanno venire i brividi a chi le ha sentite da bambino.Se sei un nostalgico degli anni ’80 o un curioso in cerca di una serie che osa essere diversa, Manimal merita una chance. È un viaggio breve – solo otto episodi – ma intenso, che ti farà sorridere, stupire e, forse, desiderare di trasformarti in un falco per volare sopra i tetti di una New York che esiste solo nei ricordi. E se ti capita di rivederla, fai caso a quella pantera: è Jonathan Chase, e sta ancora combattendo il crimine, un ruggito alla volta.



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giovedì 24 luglio 2025

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Tarzan, Re della Giungla: Un Eroe Senza Tempo

 Immagina di essere un bambino, sdraiato sul divano di casa, con il suono di un urlo selvaggio che esplode dalla TV. È l’urlo di Tarzan, un grido che non è solo un richiamo della giungla, ma un simbolo di libertà, forza e legame con la natura. Negli anni ’60, la serie Tarzan (trasmessa dal 1966 al 1968 con Ron Ely nel ruolo principale) ha portato questo eroe leggendario nelle case di milioni di spettatori, trasformando un mito letterario in un’icona televisiva. Ma cosa rende questa serie così speciale, anche a distanza di decenni?

Tarzan, creato da Edgar Rice Burroughs, non è solo un uomo che vive tra le scimmie. È un ponte tra due mondi: quello selvaggio della giungla e quello “civilizzato” degli uomini, spesso più brutale della natura che pretende di dominare. La serie degli anni ’60 cattura proprio questa dualità, mostrando un Tarzan maturo, nel pieno del suo “regno” come re della giungla. Non più solo un sopravvissuto, ma un giudice saggio, un protettore che difende l’equilibrio della natura da bracconieri, trafficanti e avventurieri senza scrupoli. Ogni episodio è un’avventura standalone, un mix di azione, morale ecologica e un pizzico di ingenuità che oggi ci fa sorridere, ma che allora teneva incollati allo schermo.Uno dei cuori pulsanti della serie è il rapporto tra Tarzan e i suoi compagni. C’è Cheetah, la scimmietta dispettosa che ruba la scena con i suoi gesti quasi umani e il suo talento per mettersi nei guai. Cheetah non è solo una spalla comica: è il simbolo della connessione di Tarzan con la giungla, un’amica che parla il linguaggio del cuore più che delle parole. Poi c’è Jai, il giovane orfano adottato da Tarzan, un riflesso della sua stessa storia. Jai porta un tocco di vulnerabilità e calore familiare, mostrando un Tarzan non solo guerriero, ma anche mentore e figura paterna. “La giungla non è solo un luogo, è una famiglia,” sembra dirci la serie, e questo messaggio risuona ancora oggi.“Un eroe non si misura dalla forza, ma dal coraggio di proteggere ciò che ama,” potrebbe aver detto Ron Ely, il cui Tarzan incarnava un mix di fisicità imponente e sensibilità sorprendente. A differenza delle versioni cinematografiche, questa serie dà spazio alla complessità del personaggio: Tarzan non è solo muscoli e liane, ma un uomo che riflette, che sceglie di combattere per la giustizia in un mondo che spesso non comprende. Gli episodi, pur semplici nella struttura, affrontano temi come la conservazione della natura e il rispetto per le culture indigene, precorrendo di decenni il dibattito sull’ecologia.Perché riguardare Tarzan oggi? Per la nostalgia, certo, ma anche per riscoprire un eroe che parla a tutte le età. È un viaggio in un’epoca in cui le serie TV erano più ingenue, ma non per questo meno potenti. Puoi trovare alcuni episodi su piattaforme di streaming come <a href="https://www.amazon.com" target="_blank">Amazon Prime</a> o acquistare i DVD per un tuffo nel passato. Se sei curioso di conoscere meglio il mito, visita <a href="https://www.edgarriceburroughs.com" target="_blank">il sito ufficiale di Burroughs</a> per approfondire la genesi del personaggio.Vuoi rivivere l’avventura? Cerca Tarzan online o tra i vecchi nastri di famiglia. 


Trump contro l'Europa: Un Isolazionismo Pericoloso o una Sveglia Necessaria? - ecco cosa ne penso

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