Oggi il cuore del cinema italiano batte un po’ più piano. Gianfranco Barra, un maestro della recitazione che ha dato vita a decine di personaggi indimenticabili, ci ha lasciati a 84 anni nella sua amata Roma. Se ne va un pezzo di storia, uno di quei volti che, senza clamore, hanno reso grande il nostro schermo. E io, da appassionato di cinema e TV, non posso fare a meno di fermarmi a ricordare un uomo che, con la sua versatilità e il suo talento discreto, ha attraversato epoche e generi, lasciando un segno che non dimenticheremo mai.
Pensateci: nato nel 1940, Barra ha studiato alla prestigiosa "Silvio D’Amico" e ha debuttato nel 1968 accanto a un gigante come Alberto Sordi in Il medico della mutua. Già lì si capiva che non era un attore qualunque. Aveva quel dono raro di rendere ogni ruolo, anche il più piccolo, vivo e autentico. Da lì, la sua carriera è stata un viaggio incredibile: ha lavorato con Nanni Loy, Billy Wilder, Steno, i Vanzina, fino a incrociare registi internazionali come Anthony Minghella in Il talento di Mr. Ripley. Avete presente quando guardate un film e un volto familiare vi strappa un sorriso o un’emozione inattesa? Ecco, quello era Barra.
Chi non lo ricorda in Pane e cioccolata con Nino Manfredi? Quella commedia dolceamara sull’emigrazione aveva bisogno di un’interpretazione delicata, e lui l’ha resa perfetta. O nelle commedie anni ‘80, come Sapore di mare, dove portava una leggerezza che ci faceva sentire a casa? E poi la TV: il suo sindaco Bellucci in Dio vede e provvede era un mix di ironia e umanità che solo lui poteva creare. Più di 80 film, una vita spesa a dare corpo a personaggi che spaziavano dal comico al drammatico, dal locale all’universale.
Gianfranco Barra era uno di quegli attori che non cercavano il riflettore, ma lo conquistavano comunque. Non era il protagonista urlato, ma il caratterista che dava sapore a ogni scena. Pensare che non lo vedremo più mi stringe il cuore, ma allo stesso tempo mi spinge a riguardare i suoi film, a riscoprire quel talento sottile che ha fatto scuola. Roma perde un figlio, il cinema perde un pilastro, e noi perdiamo un amico sullo schermo.
Allora, facciamolo insieme: stasera prendete un film con lui – magari Banana Joe con Bud Spencer, per ridere un po’, o Heaven, per stupirvi della sua profondità – e brindiamo a un grande. Qual è il vostro ricordo preferito di Gianfranco Barra? Scrivetelo qui sotto, perché oggi non è solo un addio, ma una celebrazione. Ciao, Gianfranco, e grazie di tutto (s.d.)

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