Pensate a un futuro in cui l’umanità si spinge oltre la Terra, colonizzando lo spazio, ma portando con sé i conflitti, le speranze e i sogni di sempre. Ora aggiungete robot giganti pilotati da eroi tormentati, battaglie epiche e un tocco di realismo che cambia per sempre il modo di raccontare la fantascienza. Questo è Gundam, un nome che per molti è sinonimo di passione, nostalgia e innovazione. Come fan di manga e anime, non posso fare a meno di emozionarmi scrivendo di un franchise che non è solo intrattenimento, ma un fenomeno che ha plasmato generazioni. Preparatevi: questo è un viaggio dalle origini di Mobile Suit Gundam al suo status di leggenda vivente – e sì, potrebbe farvi venire voglia di costruire un Gunpla stasera stessa!
1979: La Scintilla di un Nuovo Universo
Tutto inizia con Yoshiyuki Tomino e Hajime Yatate, due visionari dello studio Sunrise, che nel 1979 lanciano Mobile Suit Gundam. All’epoca, gli anime mecha erano dominati da robot invincibili e piloti perfetti – pensate a Mazinger Z o Getter Robo. Ma Gundam? Gundam era diverso. Qui i mobile suit non erano divinità d’acciaio, ma armi da guerra, strumenti fragili in un conflitto brutale tra la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon. Il protagonista, Amuro Ray, non è un eroe senza macchia: è un ragazzo normale, spaventato, catapultato in una guerra che non capisce.
Questa svolta realistica – il cosiddetto “real robot” – ha scosso il genere. Non si trattava più solo di azione: c’era politica, sacrificio, dilemmi morali. All’inizio, però, il pubblico non era pronto. La serie arrancò, rischiando la cancellazione. Ma poi, come una fenice, risorse negli anni ‘80 grazie ai fan, al passaparola e ai modellini Gunpla, trasformandosi in un colosso culturale.
L’Esplosione di un Franchise
Da quell’humble beginning, Gundam è diventato un universo tentacolare. Oggi conta oltre 30 serie TV, film, OVA e ONA, senza dimenticare manga, romanzi e videogiochi. Ci sono timeline diverse – l’Universal Century (UC), la continuity originale, è il cuore pulsante, ma poi arrivano Gundam Wing, Gundam SEED, Gundam 00, ognuno con il suo stile e pubblico. Avete mai visto Gundam Unicorn? È poesia visiva, un ritorno alle radici UC con una profondità che ti spezza il cuore. O magari Iron-Blooded Orphans, crudo e spietato, che ti tiene incollato allo schermo con i suoi antieroi.
E i Gunpla? Oh, i Gunpla sono la vera magia. Questi modellini non sono solo giocattoli: sono un rito. Passare ore a montare un RX-78-2 o un Zaku II, con quel mix di soddisfazione e frustrazione quando un pezzo non si incastra, è un’esperienza che ogni fan dovrebbe provare. Bandai lo sa bene: Gundam è il loro gioiello da miliardi di yen, e i Gunpla sono il ponte tra lo schermo e le nostre mani.
Più di un Anime: Un Pezzo di Giappone
Ma Gundam non è solo un franchise. È un simbolo. In Giappone lo trovi ovunque: pubblicità con mobile suit, statue giganti (avete visto quella di Odaiba che si muove?), citazioni nei discorsi politici. Ha ispirato ingegneri e scienziati – qualcuno ha mai sognato un futuro nello spazio senza pensare a una colony cilindrica? È un dialogo continuo tra finzione e realtà, tra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare.
Pensateci: Gundam parla di guerra, sì, ma anche di pace. Di conflitti tra generazioni, di colonialismo, di cosa significa essere umani in un mondo di macchine. È per questo che resiste. Non è solo per i nerd degli anime (anche se, ammettiamolo, noi siamo i suoi apostoli!). È per chiunque si sia mai chiesto: “Cosa farei io, al posto di Amuro o Char?”.
Oggi: Un Mito in Evoluzione
Nel 2025, Gundam non accenna a fermarsi. Nuove serie come Gundam: The Witch from Mercury portano aria fresca con protagoniste femminili forti e temi moderni, mentre i film come Hathaway’s Flash ci riportano all’UC con una maturità che colpisce dritto al cuore. E i fan? Siamo una comunità globale, uniti da discussioni su quale sia il miglior Gundam (per me è il Nu Gundam, e non accetto obiezioni!) o da sfide su chi monta il Gunpla più veloce.
Perché Gundam Ci Parla Ancora
Allora, perché Gundam ci cattura dopo quasi 50 anni? Perché è umano. È caos e bellezza, speranza e tragedia. È un promemoria che anche in un futuro di robot giganti, ciò che conta sono le persone dentro e fuori quelle corazze. Se non l’avete mai visto, iniziate con l’originale del ‘79 – sì, l’animazione è datata, ma l’anima è senza tempo. O magari tuffatevi in Gundam Wing per un po’ di nostalgia anni ‘90.
E voi, che ne pensate? Qual è il vostro Gundam del cuore? Costruite Gunpla o preferite guardarli combattere sullo schermo? Scrivetelo nei commenti – voglio sapere tutto! Questo è Gundam: un sogno d’acciaio che appartiene a tutti noi.

Nessun commento:
Posta un commento