Dimenticate la rabbia cieca di Bruce Banner. Jennifer Walters non è un semplice spin-off di genere: è la rivoluzione satirica e femminista che ha cambiato il fumetto americano trent'anni prima che diventasse "di moda".
Quando si pensa ai giganti di giada della Marvel, l'immaginario collettivo corre subito ai pantaloni viola strappati e alla furia distruttiva di Hulk. Eppure, nell'ombra (ma spesso sotto i riflettori più glamour), si muove un personaggio che ha decostruito il medium fumettistico molto prima che Deadpool rompesse la sua prima parete: Jennifer Walters, meglio nota come She-Hulk.
Al di là della recente serie Disney+ che ha diviso il pubblico, la storia editoriale della "Gigantessa di Giada" è un affascinante case study di evoluzione culturale, diritti d'autore e psicologia pop.
1. La Genesi: Nata per "Difesa Preventiva"
La nascita di She-Hulk è forse una delle storie più ciniche e affascinanti della Bronze Age dei fumetti. Siamo nel 1979. La serie TV L'Incredibile Hulk con Lou Ferrigno è un successo planetario. Alla Marvel, però, tremano i polsi: la Universal (che produceva la serie) aveva appena lanciato La Donna Bionica come spin-off de L'Uomo da Sei Milioni di Dollari.
La paura di Stan Lee? Che la TV creasse una versione femminile di Hulk prima della Marvel, detenendone così i diritti. Per "blindare" il copyright, Stan Lee scrisse di getto il primo numero di The Savage She-Hulk (febbraio 1980), disegnato dal leggendario John Buscema. Jennifer Walters, cugina di Bruce Banner, riceve una trasfusione di sangue d'emergenza da lui, acquisendo i poteri ma mantenendo (quasi subito) la sua intelligenza.
Curiosità da Expert: She-Hulk è stata l'ultima grande creazione di Stan Lee per la Marvel prima del suo lungo periodo di ritiro dalla scrittura attiva.
2. La Regina della Meta-Narrativa (Prima di Deadpool)
Molti attribuiscono a Deadpool il primato della rottura della quarta parete, ma la vera pioniera è stata Jennifer. Sotto la gestione del geniale John Byrne nella serie The Sensational She-Hulk (1989), il fumetto diventa una satira surreale.
Jen è perfettamente consapevole di essere in un fumetto:
Discute con lo scrittore e l'editor in tempo reale.
Strappa le pagine per usare i bordi delle vignette come scorciatoie per catturare i cattivi.
Minaccia John Byrne di buttarlo fuori dalla finestra se la trama non migliora.
Byrne usò She-Hulk per prendere in giro le convenzioni del fumetto, la sessualizzazione delle eroine e la stessa Marvel, rendendo la testata un cult assoluto per gli intellettuali del medium.
3. Psicologia della Forza: L'Anti-Banner
Il cuore pulsante del personaggio risiede nella sua psicologia, diametralmente opposta a quella del cugino. Per Bruce Banner, Hulk è una maledizione, un mostro da reprimere. Per Jennifer Walters, She-Hulk è una liberazione.
Nella sua forma umana, Jennifer era un'avvocatessa timida, insicura e spesso ignorata. Nella sua forma verde, diventa assertiva, sicura di sé e disinibita. Per decenni, Jen ha scelto di rimanere permanentemente nella sua forma "She-Hulk" (anche per dormire o andare in tribunale), perché quella forma rappresentava la sua versione migliore. È una potente metafora dell'empowerment femminile: non c'è una "bestia" dentro di lei, ma solo un potenziale inespresso che finalmente trova spazio.
4. Single Green Female: La Vita da Avvocato
Mentre la maggior parte degli eroi passa il tempo a pattugliare i vicoli, le storie migliori di She-Hulk si svolgono in un'aula di tribunale. La run di Dan Slott (2004) e poi quella di Charles Soule (lui stesso avvocato nella vita reale) hanno esplorato il concetto di "Diritto Superumano".
She-Hulk affronta casi legali assurdi ma brillanti:
Fantasmi che vogliono testimoniare al proprio processo per omicidio.
Eroi citati in giudizio per danni alla proprietà durante le battaglie.
Cause di diffamazione tra supercattivi.
Questo aspetto "procedurale" la rende unica nel panorama Marvel, unendo la commedia legale (stile Ally McBeal) all'azione supereroistica.
5. Non solo una "Membro di Riserva"
Spesso sottovalutata dai neofiti, She-Hulk ha un curriculum che fa impallidire Capitan America. È stata membro ufficiale di:
Avengers (ovviamente).
Fantastici Quattro (sostituendo La Cosa per un lungo periodo negli anni '80).
A-Force (il team tutto al femminile).
Fondazione Futuro.
È il collante dell'Universo Marvel, l'eroina che tutti chiamano quando serve forza bruta, ma anche un parere legale inattaccabile.
She-Hulk è molto più di una "Hulk donna". È un personaggio che ha permesso agli autori di sperimentare con l'umorismo, con il formato fisico della pagina stampata e con tematiche di identità corporea molto prima che diventassero argomenti mainstream. Rileggere le sue storie oggi non è solo un esercizio di nostalgia, ma la scoperta di un personaggio incredibilmente moderno, complesso e, soprattutto, sensazionale

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