Donate
lunedì 10 novembre 2025
Mani di prugna di Ilaria Maria d'Urbano (Aragno)
Un dialogo incessante tra vita morte e amore, in cui viene restituita la parola ai morti, ai dimenticati, e in cui chi resta interroga il mistero. Il distacco e il lutto assumono una nuova veste, in una dimensione di reciprocità
domenica 9 novembre 2025
Kiev al Buio, Washington in Tilt: La Guerra Vinta dalla Paralisi - ecco cosa ne penso
Mentre le infrastrutture energetiche ucraine vengono metodicamente azzerate – su entrambi i fronti, va detto, in una spirale di distruzione che non risparmia nessuno – la vera partita non si gioca più solo sul campo. Si gioca nei corridoi del Cremlino, dove Sergei Lavrov orchestra la sua offensiva diplomatica, e, ancor più, nel caos autoreferenziale di Washington, paralizzata da uno shutdown da record.
L'Ucraina, ridotta "a zero" nella sua capacità produttiva, è oggi la vittima non solo dei missili russi, ma anche e forse soprattutto dell'inerzia occidentale e della furbizia strategica di Mosca.
Da un lato, abbiamo un Lavrov in grande spolvero. Il ministro degli Esteri russo non perde occasione per tentare di spaccare il fronte alleato. L'accusa è chiara: Bruxelles e Londra starebbero "spingendo" gli Stati Uniti, recalcitranti, verso il "partito della guerra", sabotando la via diplomatica. È una narrativa affascinante quanto tossica, progettata per dipingere Washington come una pedina nelle mani degli "istinti pirateschi" europei (parole sue, riferite alla questione degli asset russi).
Eppure, è la stessa Russia che, mentre accusa, lascia la porta socchiusa. Lavrov si dice pronto a incontrare l'omologo Marco Rubio, minimizzando le tensioni e parlando di "necessità di comunicazione regolare". Un doppio gioco classico: minacciare ritorsioni "appropriate" sul fronte economico (gli asset congelati in Euroclear) e denunciare la "rapina" occidentale, mentre si cerca un dialogo diretto con la "nuova amministrazione" americana, bypassando gli "elementi irritanti" ereditati. Lavrov sa che il tempo gioca a suo favore.
Perché dall'altro lato, a Washington, regna il caos.
L'analisi di Axios è impietosa e svela la tragica ironia della situazione. Mentre Lavrov accusa l'Europa di trascinare gli USA in guerra, gli Stati Uniti non sono nemmeno in grado di consegnare le armi già promesse. Oltre cinque miliardi di dollari in sistemi d'arma (Himars, Aegis) diretti ad alleati NATO come Polonia e Danimarca – e da questi, presumibilmente, da girare a Kiev – sono bloccati.
Non da un veto russo. Non da una decisione strategica. Ma da uno shutdown. Quaranta giorni di paralisi amministrativa interna hanno bloccato gli uffici del Dipartimento di Stato che gestiscono le esportazioni militari.
È il trionfo dell'assurdo. La macchina bellica occidentale, il pilastro del sostegno a Kiev, non è inceppata dal nemico, ma dalla propria incapacità di approvare una legge di bilancio.
La situazione è drammatica. La Russia prosegue la sua guerra d'attrito energetico, sapendo che ogni giorno di shutdown americano è una vittoria tattica per Mosca. Lavrov può permettersi di alzare la voce sugli asset, dipingendo l'UE come un "colonizzatore" inaffidabile, perché vede l'alleato principale di Kiev impantanato nelle proprie sabbie mobili procedurali.
Ciò che emerge da questo incrocio di notizie non è solo la brutalità del conflitto energetico, ma la fragilità del sostegno occidentale. Un sostegno ostaggio di uno shutdown interno e di una diplomazia russa che, cinicamente ma efficacemente, sfrutta ogni singola crepa. Kiev è al freddo, e a Washington si spengono le luci dell'amministrazione. Difficile immaginare uno scenario peggiore.
(Stefano Donno)
Mediterraneo corsaro. Storie di schiavi, pirati e rinnegati in età moderna di Giovanna Fiume (Carocci)
Il Mediterraneo tra Cinque e Ottocento è uno spazio attraversato da uomini e merci, condiviso nei commerci, conteso militarmente e contrapposto religiosamente. Lungo le sue sponde si proietta la potenza degli Stati nazionali, degli imperi spagnolo e ottomano e dei rispettivi alleati; le sue rotte sono agitate dalle loro aspirazioni di conquista politica e di egemonia economica che lo rendono teatro della guerra da corsa e, in subordine, della pirateria. La corsa ha perciò cause politiche, militari, economiche, religiose; essa produce captivi, ridotti in schiavitù e redenti da istituzioni laiche o ecclesiastiche, mercanti, mediatori, familiari. Il riscatto diventa una lucrosa attività che intreccia una fitta rete finanziaria e genera un flusso di informazioni e conoscenze condivise. Per sottrarsi alla schiavitù molti rinnegano la propria fede: conversioni sincere o opportuniste, segrete o esibite, pongono il tema della liceità della dissimulazione e della libertà di fede. Ispirato dalle storie di migrazioni odierne, il libro descrive uomini e donne in movimento capaci di elaborare strategie, costruire relazioni, riconfigurare le proprie vite sullo sfondo di un Mediterraneo che mette alla prova i loro destini.
Delitto al Raphael Bar di Piero Grima (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Un pomeriggio di festa al Raphael Bar, il cuore pulsante della vita leccese, si tinge di rosso sangue. Durante il rinfresco per celebrare la sua recente elezione, il giovane e controverso deputato Bettino Borsi crolla a terra, trafitto da un'unica, letale pugnalata. L'assassino? Un'ombra inafferrabile, sfrecciata via a bordo di un monopattino elettrico tra gli invitati attoniti. A districare la matassa è chiamato il commissario Santoro che, tra un caffè e un pasticciotto, unisce un infallibile istinto investigativo a un profondo amore per la sua terra. Insieme al fido ispettore Lo Palco, Santoro dovrà immergersi in un torbido sottobosco di segreti inconfessabili: dai debiti di gioco alle logge massoniche, dalle rivalità politiche alle passioni clandestine di un uomo che collezionava tanto potere quanti nemici. Chi si nasconde dietro il casco integrale? Un rivale in affari, un marito tradito o una delle tante donne sedotte e abbandonate? In una Lecce assolata e piena di ombre, ogni testimone è un sospettato e la verità ha un sapore amaro, difficile da assaporare. Piero Grima torna con un nuovo, avvincente caso per il commissario Santoro, un giallo impeccabile dove il profumo della tradizione salentina si mescola all'odore acre del delitto
sabato 8 novembre 2025
La Diga della Premier: Meloni, la 'Patrimoniale-Spauracchio' e i Conti Pubblici Sospesi - ecco cosa ne penso
L'ultimo ruggito via social del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha la perentorietà di un editto: "Con la destra al Governo, [la patrimoniale] non vedrà mai la luce". Una dichiarazione, questa, che assolve a una duplice, e ormai classica, funzione della sua strategia comunicativa: rassicurare il proprio elettorato di riferimento e piantare una bandiera identitaria nel campo perennemente minato del fisco italiano.
-
Milano, 20 aprile 1814: la notizia dell’abdicazione di Napoleone re d’Italia porta una folla inferocita a invadere il Palazzo del Senato p...
-
Stefano De Martino, sui social il video intimo con la fidanzata Caroline Tronelli: gli hacker violano le webcam di casa | Corriere.it
-
Meloni-Orbán: l'amicizia di comodo e il "Patto del Diavolo" che logora l'Europa - ecco cosa ne pensoC'è un gioco delle parti che va in scena a Bruxelles e nelle capitali europee, e i due protagonisti più discussi sono, ancora una volta,...




