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domenica 26 ottobre 2025

Purgatorio di Ilaria Palomba (Alter Ego)

Libro presentato da Francesca Pansa nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2025.

Ilaria Palomba fronteggia interrogativi estremi e come Bernhard fa dialogare vita e morte in uno stile lirico che si lega agli eventi. Il lessico aulico, gli arcaismi, l'ossessività martellante, il movimento spiraliforme conducono il lettore a soffermarsi: ogni frase cerca di contenere il tutto.


Ilaria ha ingoiato delle benzodiazepine, ha dato le spalle a Roma e si è lanciata nel vuoto. Vive mesi lunghissimi in unità spinale; non sarebbe dovuta sopravvivere, invece torna addirittura a camminare. Il dolore mentale lascia spazio a quello fisico, spesso si sovrappongono, a volte esplodono, altre si silenziano in apatia. Le elucubrazioni raccontano il passato, gli uomini che si sono susseguiti, gli incubi, l'angoscia, un amore smodato per la letteratura e per la filosofia, cosa ha portato al suicidio ma anche ciò che è stato il ritorno alla vita dopo il "grande salto". "Purgatorio" è un memoir che segue un andamento poetico, dove i personaggi riscrivono la propria identità nell’impossibilità di fissarla.

Proposto da Francesca Pansa al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
«Un memoir, Purgatorio di Ilaria Palomba, per raccontarsi e conoscersi attraverso la scrittura, una lama affilata e impietosa, immersa nel dolore fisico e mentale. La storia di una donna che si confronta con il disastro della sua esistenza dopo il “grande salto”, un tentativo di suicidio, una straziata condizione di isolamento e cura, la difficile sofferta coscienza di sé e una possibile via di rinascita. Ma è anche la storia più ambiziosa, tra allucinazione e presagio, di come costruire il memoir rifiutando l’autocommiserazione o la via salvifica della speranza. Nell’intreccio tra memoria, lacerazione del presente, tentazione del vuoto e assillo di una ripresa comunque piagata dal ricordo, vive l’immersione in una scrittura ossessiva e frammentata, rigenerata nelle sue fonti colte, dai Vangeli a Thomas Bernhard, a Jacques Lacan. L’unica possibile via per uscire dalla condizione “purgatoriale” anche del genere, con la consapevolezza delle proprie ferite, ma con una scintilla di resistenza vitale per cercare di esistere ancora. Presento questo libro per la ben consapevole ricerca di una meditata e convincente forma letteraria che lo distingue dalla cronaca di un qualsiasi caso di vertiginosa caduta nella spirale dell’annientamento di sé e della ricerca di senso dopo il trauma.»





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